Un invito forte e chiaro a respingere una riforma costituzionale che mette in discussione il
patto di solidarietà che è alla base della Repubblica. A lanciarlo è la Cisl Basilicata che, in vista del referendum confermativo del 25-26 giugno, ha organizzato a Potenza un’assemblea
pubblica dal tema “Salviamo la Costituzione”. L’appuntamento è fissato per sabato 10
giugno alla sala Inguscio della Regione Basilicata, con inizio alle ore 10, e vedrà la
presenza, tra gli altri, del segretario generale della Cisl lucana, Nino Falotico, del senatore a
vita e componente della Costituente, Emilio Colombo, e del segretario nazionale confederale, Giorgio Santini. Al dibattito, che sarà moderato dal direttore della Nuova Basilicata, Mario Isoldi, prenderanno parte inoltre i segretari generali di Cgil e Uil, Angelo Vaccaro e Michele Delicio, il portavoce del comitato lucano “Salviamo la Costituzione”, Giannino Romaniello, il presidente della Giunta regionale, Vito De Filippo, e i sottosegretari lucani Giampaolo D’Andrea e Mario Lettieri.
“La Cisl, sia a livello nazionale che a livello locale, ha scelto senza indugio di
sostenere la campagna per il No – spiega Nino Falotico – perché quella concepita nel chiuso
di una baita di Lorenzago e varata a ranghi serrati dal centrodestra nella passata legislatura, senza esperire il preventivo confronto con le parti sociali, è una riforma che rischia di scardinare il patto costitutivo della nostra Repubblica. La devolution mette in moto un processo disgregativo di cui è sin troppo facile prevedere gli effetti: avremo venti sistemi sanitari differenti, venti sistemi scolastici differenti, venti polizie locali differenti, con buona pace dell’universalità dei diritti finora garantiti dalla Costituzione. Allo Stato sarà sottratto il fondamentale compito di garantire i livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali, funzione cardine di quel federalismo cooperativo e solidale sostenuto dalla Cisl, col risultato che avremo cittadini di prima classe, quelli che vivono nelle regioni più opulente e che potranno permettersi una sanità e una scuola di eccellenza, e cittadini di seconda classe, che dovranno, invece, accontentarsi di quello che passerà il convento”.
Ma a preoccupare la Cisl lucana è anche “la eccessiva concentrazione di potere in capo al
presidente del Consiglio ed il contestuale depotenziamento del ruolo del presidente della
Repubblica ridotto a notaio dei desiderata del governo. Un motivo in più – sostiene Falotico – per confermare il nostro totale dissenso e l’impegno nella campagna referendaria per azzerare democraticamente la riforma e ripartire da zero con un confronto ampio e partecipato, quale non è stato finora, sulla riforma federale e per riprendere il cammino verso un federalismo autentico, fondato sui principi di mutua cooperazione e solidarietà, che
metta al centro i cittadini ed i loro diritti, piuttosto che i capricci di questa o quella forza
politica”.
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