Tanto merita una attenta riflessione in quanto il medesimo sistema di finanziamento è stato utilizzato anche per il nuovo Bando PIA destinato ad “azioni di sostegno alle imprese esistenti nei 30 Comuni della Val d’Agri” operanti nei diversi settori dei comparti del manifatturiero,con un fondo complessivo disponibile di 17 milioni di euro, la cui scadenza è fissata per il 3 agosto prossimo”
Lo sostiene il capogruppo di IdV in Consiglio Regionale Antonio Autilio, esprimendo “preoccupazione per lo scarso interesse manifestato dall’imprenditoria della Val d’Agri relativamente al Bando Turismo che potrebbe ripresentarsi per il Bando PIA e di conseguenza per le difficoltà a raggiungere gli obiettivi che ci si era prefissi. Lo scarso interesse – a dire del capogruppo di Idv – secondo pareri raccolti tra operatori economici della Val d’Agri dipenderebbe innanzitutto dalle basse percentuali di contributo utilizzabili che in attuazione del regolamento in attuazione del Bando non vanno,di fatto, in alcun caso al di sopra del 35% dell’investimento da realizzare. Una percentuale che come è facile capire è sicuramente meno vantaggiosa rispetto ad altre provvidenze e tra tutte dei benefici previsti dalla legge 488/92. Le altre motivazioni sono da ricercare nel fatto che l’interpretazione della normativa e la redazione della domanda appare molto complessa; risulta notevole e sproporzionata la quantità dei mezzi propri (pari circa al 65%) da mettere a disposizione per la copertura finanziaria degli investimenti fissi di programma, senza voler aggiungere l’Iva. Inoltre le perplessità riguardano il fatto che nella redazione del bando non si è voluto tener conto della normativa nazionale del XXI esimo Bando di cui alla LN 488/92, con l’applicazione della quantificazione del tetto delle agevolazioni e degli indicatori in essa contenuti. Anche nel merito della determinazione dei punti b e c del regolamento ai fini della graduatoria ci sono elementi da chiarire, mentre il costo-posto di lavoro non risulterebbe chiaramente espresso. Ci sono pertanto – afferma Autilio – troppi fattori che potrebbero scoraggiare i piccoli imprenditori ed operatori economici a presentare domanda e che richiedono un approfondimento nelle sedi istituzionali competenti per non correre il rischio di vanificare importanti risorse finanziarie e importanti strumenti concepiti per lo sviluppo produttivo ed occupazionale della Val d’Agri”.