Dopo il saluto del Prefetto di Matera Sua Eccellenza Francesca Adelaide Garufi e dell’Assessora alla Cultura della Provincia di Matera Rosa Rivelli, il dibattito ha registrato gli interventi stimolanti e di grande spessore intellettuale del Sottosegretario di Stato prof. Giampaolo D’Andrea, del prof. Raffaele Giuralongo e del prof. Gianfranco Liberati dell’Università di Bari.
Il dibattito, moderato dal giornalista Oreste Lo Pomo, ha evidenziato il ruolo che i padri della Costituzione affidarono al referendum istituzionale quale strumento di costruzione della democrazia partecipata che affonda saldamente le sue radici nella Resistenza.
“La celebrazione solenne del 60° anniversario della fondazione della Repubblica italiana – sottolinea l’assessora di Rifondazione Comunista Rosa Rivelli – in questo particolare momento storico di dibattito politico-culturale, offre alcuni elementi di riflessione riguardo l’importanza e il valore della Costituzione, punto di approdo delle istanze del popolo italiano all’indomani della fine della seconda guerra mondiale con tutto il suo portato di tragedie.”
“La scelta tra le due opzioni, Repubblica o Monarchia, – continua l’assessora Rivelli – fu affidata a tutto il popolo italiano, uomini e donne, quest’ultime per la prima volta ammesse al voto, e consentì a ciascun cittadino di partecipare alla determinazione della futura forma statuale dell’Italia. Con la scelta della Repubblica nacque l’Assemblea Costituente che si diede il compito di elaborare, interpretando il bisogno di unità del popolo italiano devastato dalla dittatura fascista e dalla guerra, il testo condiviso della Carta Costituzionale. Un grande patto condiviso tra le forze politiche della Resistenza e della Liberazione, legate tra loro da uno straordinario e autentico spirito costituente che permise a Democristiani, Comunisti, Socialisti, Liberali di ritrovare le identità, le culture, le speranze e la possibilità di avviare la ricostruzione non solo economica ma anche morale e culturale dell’Italia e delle individualità che si fecero popolo”.
Per l’assessora Rivelli “una grande tensione civile e morale consentì ai padri della Costituzione di fa vivere in ciascun articolo i principi e i valori comuni della uguaglianza sostanziale e i diritti sociali (il diritto al lavoro come fondamento della Repubblica, il diritto alla salute e alla cura, l’istruzione per tutti), la tutela dei diritti civili e di libertà, la laicità dello Stato , l’equilibrio e il bilanciamento fra i poteri, il ripudio della guerra, i valori della fratellanza e della solidarietà.”
“La coralità e la pluralità dei principi ispiratori della Costituzione Italiana – osserva l’assessora – ne fanno uno strumento irrinunciabile di garanzia democratica e per questo nel leggerne gli articoli affiora spontaneo il sentimento di identificazione e di riconoscimento di se stessi, è naturale la percezione che si è di fronte non al testo di una parte politica ma alla Costituzione patrimonio di tutti.
Non è mai superfluo ricordare che nel 1948 la Costituzione repubblicana fu scritta tra gli altri da: Giorgio Amendola, Benedetto Croce, Alcide De Gasperi, Giuseppe Di Vittorio, Luigi Einaudi, Amintore Fanfani, Ugo La Malfa, Giorgio La Pira, Luigi Longo, Aldo Moro, Costantino Mortati, Pietro Nenni, Francesco Saverio Nitti, Umberto Nobile, Vittorio Emanuele Orlandi, Sandro Pertini, Giuseppe Saragat, Ignazio Silone, Umberto Terracini, Palmiro Togliatti, Paolo Treves, Leo Valiani, Benito Zaccagnini, ed infine Pietro Calamandrei di cui ricorre quest’anno il cinquantenario della morte”.
Ed è proprio con un pensiero di Calamandrei, pronunciato in un discorso tenuto il 4 aprile del 1954 nella piazza di Ivrea, che l’assessora Rivelli conclude la sua riflessione: “…non lasciamoci avvilire dalle amarezze e dalle delusioni.Alziamo la testa verso questo cielo sul quale come monumenti si profilarono i partigiani fermi in sentinella sulle rupi che sbarravano le vie ai tedeschi… Questo è il cielo del nostro paese, il cielo delle nostre montagne, dei nostri mari:sotto di esso scorrono i nostri fiumi, e fumano le nostre officine e verdeggiano i nostri campi. Questo è il cielo sotto il quale vive e lavora da millenni, di generazione in generazione , il popolo italiano, che col suo lavoro, col suo pensiero, col suo canto vuole collaborare in libertà con gli altri popoli liberi a mantenere e far progredire la civiltà e la pace nel mondo”.
Le celebrazioni per il 60° anniversario termineranno con il concerto della ‘Lucania Orchestra di Fiati’ diretta dal maestro Rocco Lacanfora che si terrà venerdì 02 giugno – ore 20.30 – presso il chiostro del Palazzo del Governo di Matera e che vedrà la presenza della soprano Maria Maddalena Notarstefano.
Sempre nella cornice del chiostro e contemporaneamente al concerto, verrà inaugurata la mostra sui documenti dell’epoca curata dall’Archivio di Stato di Matera.