POTENZA, 25 maggio 2006 – Lasciare la scritta “Agibile” sul muro del palazzo voleva dire per i tecnici un altro sopralluogo finito bene, un altro pezzo di Potenza scampato alla furia distruttiva del terremoto dell’80. “Agibile”, per chi poteva rientrare in quella casa, significava potersi asciugare gli occhi, rimboccarsi le maniche per aiutare gli altri, ricominciare lentamente a vivere. Per i realizzatori dell’evento (Arcangelo Moles, Vito Palladino, Michele Danzi, Roberto Rosa e Maria Raimondi), Agibile vuole essere la prima pietra di un progetto altrettanto ambizioso, denominato AmbientArte – realizzato con la Cisl Basilicata e in partnership con il Wwf, la Key Service, il Comune di Potenza e StudioArch – che trasformerà l’intero assetto delle scale mobili.
La metamorfosi incomincerà il 28 maggio alle 17,00 dal teatro Stabile, quando si aprirà il meeting di presentazione di Agibile con i rappresentanti delle istituzioni locali – Vito De Filippo, Domenico Iacobuzio, Vito Santarsiero, che hanno reso possibile la realizzazione dell’evento – il segretario regionale della Cisl lucana, Nino Falotico, il presidente del Wwf, Vito Mazzillo e tutti i partner coinvolti. Saranno presenti anche i critici d’arte regionali e nazionali come Cecilia Casorati giunta per l’occasione da Roma, il gruppo di percussioni giapponesi Taiko, lo stilista Daniele De Vito con le sue creazioni e Isabella Urbano, interprete di stralci poetici sul terremoto. Presso il sottopassaggio di piazza Vittorio Emanale II si terrà la vera e propria inaugurazione. Scoprendo le opere, si svelerà il racconto – celebrato attraverso le riproduzioni dei giornali dell’epoca, le fotografie, la poesia e le opere di 26 artisti – della reazione di un popolo che ha saputo rispondere alla forza della natura con un terremoto altrettanto forte: quello della mobilitazione collettiva responsabile di uno straordinario moto di rinascita.
“Volevamo che le scale mobili divenissero occasione di un viaggio nel nostro tessuto storico e sociale – afferma Palladino – che attraverso il linguaggio dell’arte contemporanea potessero raccontare, in modo poetico-visivo, i costumi della nostra complessa identità. Una rinascita culturale. Ed è per questo motivo che abbiamo voluto avviare una “ricostruzione” concettuale partendo proprio dal sisma del 23 novembre 1980, visto come atto fondativo della Basilicata moderna. L’intento è quello di ripresentare i luoghi e gli stati d’animo segnati da un avvenimento che, da condizione drammatica si evolve in coscienza collettiva, ristabilendo alti valori umani, civili e creativi”.
E sarà la creatività lo strumento principe che, a lungo termine, trasformerà le scale mobili da semplice elemento urbanistico d’avanguardia ad allestimento permanente di arte e comunicazione. Un contenitore “verticale” capace un domani di trasportare, anche il turista, non solo attraverso lo spazio, ma nel passato e soprattutto verso il futuro.
La “metamorfosi” delle scale mobili
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