Nel ricordare di aver sollevato il problema, nelle settimane scorse, a seguito di una richiesta venuta da un gruppo di neoimprenditrici di Castelsaraceno, Autilio ha detto che “per le titolari di imprese realizzate o in via di realizzazione in Val d’Agri si tratta, tra l’altro, di introdurre il principio di equiparazione di comportamento, da parte della Regione che ha accolto la sollecitazione allo scorrimento della graduatoria relativa al IV Bando del P.O. Val d’Agri, finanziato dalle royalties del petrolio. Inoltre si faciliterebbe l’avvio di nuove attività imprenditoriali con donne protagoniste invece di costringere quante hanno già superato l’idoneità del progetto imprenditoriale, non finanziato – è il caso di ricordare – solo per insufficienza di fondi, a ripresentarlo per il VI Bando della legge 215/92 o ad optare per un nuovo Bando del P.O. Val d’Agri. Come hanno sottolineato le neo imprenditrici della Val d’Agri, è necessario semplificare l’iter burocratico in modo da rendere quanto più semplice e veloce l’erogazione dei contributi evitando il ricorso ad ulteriori istruttorie di domande, ad ulteriori graduatorie e allontanando così ulteriormente i tempi di entrata a regime delle nuove imprese che sono impegnate a creare nuova occupazione”.
A parere di Autilio, “l’elevato numero di domande presentate dalle donne lucane in occasione del nuovo bando della legge 215/92, il VI, e il secondo posto tra le regioni italiane occupato dalla Basilicata per numero di ‘imprese rosa’ nel 2005 (il 29,7 per cento del totale) confermano la scelta di una autoimprenditoria femminile che pertanto non va ostacolata, ma anzi, incoraggiata e sostenuta anche mediante il ricorso alla scorrimento della graduatoria del V bando con le economie che costituiscono una residua disponibilità finanziaria”.