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Giovani e lavoro: “C’era una volta il posto fisso”

Questo il tema del forum tenutosi nel pomeriggio di oggi presso i padiglioni del Trend Expo 2006 cui ha partecipato un nutrito gruppo di giovani stimolato a interventi e riflessioni dalla discussione coordinata dal giornalista Mario Isoldi.
“Non si possono fare semplificazione in questa materia”, ha affermato Carlo Borgomeo, tra i massimi esperti del tema, per anni responsabile delle azioni a sostegno del lavoro autonomo (prestito d’onore) per i giovani meridionali. Attualmente componente della task force attivata dalla Regione per studiare risposte alla difficile situazione economica, Borgomeo ha subito liberato il campo dalle ultime illusioni dicendo che nel nostro modello di società avanzata l’aspirazione del posto fisso è destinata sempre più a rimanere frustrata dalla crescente delocalizzazione della lavorazione delle aziende più grandi. E tuttavia si aprono molte opportunità nuove, legate al crescere di bisogni prima non avvertiti come tali: di salute, di assistenza sanitaria, di cultura, di selezione critica delle informazioni. “Credo che fare esperienze – ha detto – è sempre meglio che aspettare, che sia decisivo imparare l’inglese, che i giovani debbano valutare concretamente la possibilità di avviare attività autonome, non credendo alla favola che ‘imprenditori si nasce’”. Vecchio tuttavia, secondo Borgomeo, il ragionamento attorno al precariato, che va affrontato riformando il modo di tarare la formazione, gli ammortizzatori, la previdenza, insomma le garanzie, non più sul lavoro dipendente, ma sulle esigenze di una nuova generazione portatrice di capacità innovativa. Un compito, quello della riformulazione delle regole, che spetta alla politica, rappresentata al forum da Agatino Mancusi, consigliere regionale dell’Udc: “La nostra regione ha bisogno che la politica, al di là delle contrapposizioni, dia risposte serie ai giovani. Puntando sulle numerose risorse che ha, dall’acqua al petrolio, all’ambiente”. Tanti i punti di crisi, ha evidenziato Mancusi, a partire dalla mancanza di una banca regionale per il credito alle piccole e medie imprese del territorio. Uditorio interessato anche dall’intervento di Wilma Mazzocco, presidente nazionale Federsolidarietà-Confcooperative, portatrice di un’esperienza, quale quella delle cooperative sociali, di grande impatto sul mondo dell’occupazione, “spesso ignorata dai mass media”. Eppure il terzo settore ha un fatturato pari al 3,5 del Pil che negli ultimi 3 anni in Basilicata ha prodotto 285 posti di lavoro stabile. E retribuiti dignitosamente, ha sottolineato la Mazzocco, con l’approvazione convinta del pubblico. Ne sono dimostrazione le circa 300 realtà imprenditoriali nate grazie al progetto “Policoro”, di cui ha parlato il responsabile Liberato Canadà. Il progetto, nato nel 1995 per iniziativa di preti e laici di Puglia, Basilicata e Calabria, dietro impulso della Conferenza Episcopale Italiana, è stata un’azione a favore dei giovani disoccupati non calata dall’alto, ma uno stimolo ad essere artefici e protagonisti del proprio futuro, sollecitandone l’assunzione di responsabilità.