E’ stato dedicato all’Economia della cultura il primo Forum di TrendExpo 2006. Moderato dal giornalista Mimmo Sammartino, il dibattito ha visto la partecipazione di numerosi esponenti della cultura, dell’informazione e della politica chiamati ad interrogarsi sulle potenzialità, sui nodi critici, sulle opportunità di una domanda di cultura in forte crescita. Partendo da un rovesciamento: quello da una concezione della stessa – ha ricordato Sammartino – come “pennacchio, ovvero ciliegina sulla torta del tutto superflua rispetto alle cose serie”, a quello imposto dalla globalizzazione dei nostri tempi che porta a rivalutare i saperi tradizionali di un territorio, richiamando agli investimenti nelle sue risorse migliori in risposta alla concorrenza di prodotti altrimenti clonabili. Solo in quest’ottica quella di partire può diventare una scelta di libertà e non obbligata. E di investimenti ha parlato il presidente della Giunta regionale Vito De Filippo: il 90 per cento dei 106 milioni di euro di fondi Fas saranno destinati ad innovazione e ricerca. “Bisogna che la Basilicata assomigli sempre più alla Basilicata” ha esortato De Filippo “rifiutando modelli di riferimento esterni alla nostra regione e guardando al nostro patrimonio specifico e quindi alla nostra identità”. Perché si possa fare “economia della cultura” è necessario però che la Basilicata diventi capace di formare manager”: è il pensiero del professor Romualdo Coviello: finora lo sviluppo della regione è stato creato da imprenditori esterni, oggi sono i lucani a dover comprendere le modalità e i processi attraverso cui la cultura può essere motore di sviluppo; di qui la scelta di istituire la facoltà di economia presso l’Università di Basilicata. Puntare sulla cultura come motore di sviluppo conviene: Carlo Chiurazzi, assessore regionale alla Formazione cita le cifre: per i bisogni culturali le famiglie investono il 4 per cento delle loro risorse “per questo ci aspettiamo tanto da questo settore”. Presente al Forum anche il rettore dell’Ateneo lucano Francesco Lelj Garolla di Bard che si è soffermato su un concetto più ampio di sapere, come strumento per la comprensione del mondo che ci circonda. Al dibattito sono intervenuti anche nomi lucani famosi nel campo della musica e del cinema nazionale e internazionale. Pino Mango: “Per noi la cultura è comunicazione, contatto con la gente. E’ quello che io ritrovo nei miei concerti”. Antonio Infantino , leader dei Tarantolati di Tricarico,: “Torno perché non so stare lontano dalla mia terra, ma subito scappo di nuovo”. Luigi di Gianni, regista di documentari sulla Lucania demartiniana, ha lanciato una poetica suggestione: “per me il paesaggio dell’anima è la Basilicata”. Ha richiamato invece l’importanza della conoscenza stessa delle nostre risorse, spesso ignorate dagli stessi lucani, il giornalista Rocco Brancati. Numerosi altri i contributi al Forum: da quello di Enrico Tibuzi, caporedattore di Ansamed, a Giacomo Impellizzeri, rappresentante Ue, a Rocco Petruzzi, musicista e arrangiatore, a Franco Rina, giornalista e vicedirettore di La7.