Un Paese sull’orlo di una crisi di nervi. L’Eurispes stima in 4,9 miliardi di euro il giro d’affari del mercato della psiche. Se moltiplichiamo infatti il costo medio di una singola seduta (90 euro) per 20, ossia il numero medio di sedute previste per un ciclo di psicoterapia breve, otteniamo una spesa pro capite di 1.800 euro. Moltiplichiamo ora quest’ultimo valore per il numero degli italiani (2.700.000) che nel 2004 avrebbero avuto contatti con uno psicologo, ed otterremo un importo pari di 4.860 milioni di euro. L’immagine che ne risulta è quella di una società altamente stressata e colpita da varie forme di malessere psicologico, che al tempo stesso, però, sta acquisendo una consapevolezza sempre maggiore delle proprie difficoltà e la capacità di affidarsi con fiducia crescente alle cure di un professionista.
Il tariffario dello psicologo. Una seduta di consulenza e/o sostegno psicologico individuale può costare dai 35 ai 115 euro, da 45 a 165 euro se è rivolta alla coppia o alla famiglia; meno costose le sedute di gruppo che oscillano tra i 15 e i 45 euro. Per la psicoterapia i prezzi sono più elevati: da 40 a 140 euro per la seduta individuale, da 55 a 185 euro per la psicoterapia di coppia o familiare, da 20 a 70 euro per quella di gruppo.
La domanda di psicologia: chi si rivolge allo psicologo. Nell’ambito di uno studio condotto dall’Osservatorio Permanente sulla Professione Psicologica nel Lazio, sono stati considerati, per analizzare l’utenza di servizi psicologici, 2.000 nuclei familiari, per un totale di 4.350 individui. In base a questa ricerca, quasi il 6% degli italiani maggiorenni si sarebbe rivolto, nel corso del 2004, ad uno psicologo o ad una psicologa: in proiezione, si tratterebbe di circa 2.700.000 contatti all’anno e, considerando i 48.000 psicologi presenti in Italia, risulterebbero in media 56 contatti per professionista. Si tratta di cifre rilevanti qualora si pensi che, in base ai dati sul Servizio Sanitario Nazionale, negli ultimi sei mesi del 2004 il 18,7% degli italiani ha visitato un ambulatorio specialistico, l’8,9% ha fruito di un servizio diagnostico ospedaliero, mentre soltanto il 3,4% ha avuto un trattamento in un day hospital e l’1,3% ha consultato un pediatra di base.
La percentuale di contatti con psicologi aumenta in relazione all’ampiezza del centro di residenza degli intervistati (dal 4,6% nei comuni sotto i 20.000 abitanti fino al 7,3% nei centri oltre i 100.000) e al loro livello di istruzione, salendo dall’1,2% fra coloro che hanno conseguito la licenza elementare, al 14,8% fra i laureati. Il rapporto con lo psicologo è influenzato anche dall’età: le persone di età compresa tra i 25 e i 44 anni contattano con maggior frequenza questo professionista (16,2%), mentre nella fascia oltre i 65 anni si registra il valore più basso (1,8% dei contatti). Una certa mancanza di disponibilità a ricorrere alle cure dello psicologo risulta essere più diffusa fra le persone sopra i 55 anni, nel Nord-Ovest e con un basso livello di istruzione. Motivi personali o legati alle problematiche della scuola dei figli oppure a esperienze di lavoro stimolano maggiormente la domanda di psicologia fra i soggetti compresi nell’arco temporale 25 – 44 anni. La fascia d’età compresa tra 25 e 34 anni è poi l’unica in cui ci si rivolge allo psicologo prevalentemente per ragioni personali, mentre nelle altre fasce d’età la maggioranza dei contatti avviene per motivi diversi.
In generale, tra coloro che nel 2004 hanno avuto contatti con la psicologia, poco meno della metà (45,3%) è stato spinto da motivi legati alla sfera personale, che riguardano soprattutto l’intervistato stesso (nel 76% dei casi), i figli (16%), oppure altri componenti della famiglia (10%).
L’incontro con lo psicologo può avvenire in diversi contesti: soprattutto negli studi privati (nel 23,7% dei casi), ma anche a scuola (16,4%), con una frequenza maggiore rispetto ai servizi pubblici di tipo clinico o comunque sanitario (14,8%). Si ricorre meno allo psicologo in ambito aziendale per motivi legati alla formazione o per avere un aiuto ad orientarsi nel lavoro (12,7%) o per la selezione del personale (4,8%).
I motivi che spingono a ricorrere allo psicologo. Le prestazioni richieste sono quasi esclusivamente di tipo clinico in senso stretto (consultazione e psicoterapia), mentre tutte le altre voci hanno consistenza solo marginale. Il 39,7% degli utenti si è rivolto allo psicologo per consultazione e diagnosi, il 29,1% per una psicoterapia breve di sostegno, il 22% ha affrontato un percorso di psicoterapia o di psicoanalisi e il 4,7% ha scelto la strada della psicoterapia di gruppo.
Il 38% degli intervistati va dallo psicologo per guarire da un disturbo specifico e il 25% per affrontare un malessere. Solamente l’11% ritiene sia utile come “supporto nella gestione dei problemi quotidiani” e il 9% lo considera un percorso di crescita personale.
Il 46,1% di coloro che si sono rivolti allo psicologo per sé dichiara di avere fatto la sua scelta dietro il consiglio di un medico, il 38% su suggerimento di un parente, amico o collega; il 6,2% si è affidato alle Pagine Gialle e l’1,1% a Internet; nel 2% dei casi il contatto è stato sollecitato dal tribunale.
Psiche e mezzi di comunicazione. La presenza di psicologi in televisione, alla radio o sul web, è sempre più frequente e sempre più numerosi sono i quotidiani, i periodici, i libri, le trasmissioni radio-televisive, i siti Internet, che affrontano questioni relative alla psiche.
Dall’Ordine degli Psicologi del Lazio, che ha emanato un Codice di Condotta sulla psicologia on line e ha previsto l’azione di un Osservatorio sul web, è stata realizzata un’indagine sull’immagine della psicologia in rete analizzando, tra maggio e ottobre 2004, 100 siti che si occupano a vario titolo della materia. Spesso la psicologia è considerata una curiosità, affiancata alle tematiche e ai servizi più diversi. Infatti, è molto ampia la varietà dei servizi offerti dai 100 siti esaminati: informazione scientifica e professionale, bibliografie, presentazione di eventi, pubblicizzazione dell’attività professionale dei titolari del sito, orientamento universitario e/o professionale, bacheche per annunci di qualsiasi tipo, consulenze in settori differenti dalla psicologia. Significativo, a questo proposito, è il valore raggiunto dalla categoria residuale “Altro” nella quale ben 59 dei 100 siti considerati offrono i servizi e le rubriche più svariati: consigli per il giardinaggio, ricamo, ricette di cucina, giochi, barzellette e passatempi vari. In alcuni siti, insieme all’interpretazione dei sogni, si propongono anche i numeri da giocare al lotto e le previsioni zodiacali. Il servizio di consulenza psicologica o psicoterapeutica on line che molti siti (39, sui 100 esaminati) forniscono rischia di ridursi talvolta alla generica offerta di conforto o di consigli: proposto all’interno delle rubriche di corrispondenza on line del tipo “l’esperto risponde”, difficilmente l’aiuto psicologico si può configurare in un’ottica scientifica, come uno spazio di riflessione, analisi, o introspezione.
In generale, sembra esistere – salvo felici eccezioni – un’incompatibilità tra i tempi e il ritmo dell’esperienza a cui fa riferimento la psicologia e le necessità e i vincoli della carta stampata, della televisione, di Internet, che tendono quindi a snaturare profondamente la peculiarità della consulenza psicologica.