Aumenta l’indebitamento, ma non i consumi. Nel 2005 gli italiani sono molto più indebitati rispetto all’anno passato (+13,3%): mutui, prestiti per l’acquisto dei beni durevoli e rate per prodotti di consumo gravano sulle spalle dei consumatori. Quasi la metà dell’indebitamento complessivo (390.615 milioni di euro), in aumento del 17,3% rispetto al 2004, si riferisce ai mutui per comprare casa. Considerando i tempi di restituzione del mutuo per la casa, che si estingue nella maggior parte dei casi in venti o più anni – mentre la maggior parte del credito al consumo non supera i 24 mesi –, è importante sottolineare che anche l’ammontare del credito al consumo registra volumi considerevoli, pari quasi a 47mila milioni di euro, con un incremento del 23,4% rispetto al 2004. Il restante indebitamento delle famiglie è costituito da prestiti concessi per altri motivi (spese mediche, spese per matrimoni, prestiti personali, ecc…) dalle banche per un ammontare di 127mila milioni di euro circa, un volume in crescita del 4,2% rispetto all’anno precedente.
All’aumentato indebitamento delle famiglie non si è accompagnata una altrettanto visibile crescita dei consumi pro capite, che hanno invece segnato un modestissimo incremento dell’1,1% negli ultimi due anni.
Le famiglie non hanno fatto ricorso al credito al consumo per accrescere i loro consumi, ma solo per mantenere il livello di vita degli anni passati. Nel complesso, il debito delle famiglie nel corso degli ultimi cinque anni ha registrato un incremento percentuale decisamente considerevole. Se i mutui per l’acquisto della casa sono cresciuti negli ultimi anni (+111,8%) a causa dei bassi tassi di interesse e della lievitazione degli affitti nelle grandi città (fattori che hanno spinto numerosi nuclei familiari ad optare per l’acquisto di un’abitazione di proprietà), il credito al consumo ha modificato strutturalmente i modelli di comportamento della famiglia italiana, assumendo dimensioni sempre maggiori. Il suo volume è aumentato del 140% in soli 5 anni.
I tempi di restituzione. I finanziamenti che pesano maggiormente sulle famiglie italiane sono quelli la cui restituzione è prevista entro i cinque anni. Negli ultimi anni però si è registrata una evidente crescita dei crediti al consumo che vanno oltre i 5 anni, passando dai 5.802 milioni di euro del 2001 ai 17,5 miliardi di euro del 2005, una crescita quindi di circa il 200%. In netta diminuzione invece i finanziamenti di durata annuale che rispetto allo scorso anno, si sono ridotti del 25%. Più della metà dell’indebitamento delle famiglie riguarda i mutui per l’acquisto degli immobili ed in particolare quelli estinguibili in un arco temporale superiore ai 5 anni, così come è nella loro natura. In particolare l’incremento percentuale dei mutui oltre i 5 anni è stato del 112% circa. Complessivamente dal 2001 ad oggi i prestiti per mutui sono aumentati di circa il 110% salendo dai 100 miliardi di euro circa del 2001 ai 217 miliardi circa del 2005.
Dal 2001 ad oggi, si sono ridotti del 15% i prestiti concessi per altri motivi (spese mediche, spese per matrimoni, prestiti personali, ecc…), il cui piano di ammortamento è compreso tra uno e cinque anni. Sono in aumento, invece, i prestiti che prevedono la restituzione entro un anno ed oltre i 5 anni: rispettivamente del 6,5% e del 10,6%. A fine dicembre 2005 gli italiani avranno chiesto alle banche complessivamente una somma pari a circa 390 miliardi di euro. Dai dati relativi ai prestiti concessi alle famiglie italiane dalle società finanziarie negli anni 2003 e 2004, si evince che il ricorso ai finanziamenti per il breve periodo è aumentato del 55% circa, mentre quello sul medio e lungo periodo è cresciuto del 4,2%.
Indebitamento: previsioni per il 2006. L’indebitamento finanziario delle famiglie italiane, alla fine del 2004, era pari al 31% del Pil nazionale. Nel 2005, considerando che il Prodotto interno lordo italiano è aumentato in maniera impercettibile, l’indebitamento delle famiglie italiane – cresciuto in tutte le sue forme rispetto all’anno precedente – è stato stimato dall’Eurispes nell’ordine del 35% del Pil. Si tratta di una percentuale elevata, ma ancora nettamente inferiore a quella di altri paesi avanzati: negli Stati Uniti si arriva addirittura all’80% e la media europea è del 54% del Pil. In Italia, come negli altri paesi in cui esiste una relazione positiva tra il ricorso al credito al consumo e il livello di reddito e di consumi, questa forma di finanziamento continuerà a crescere nel 2006, rappresentando ormai una forma stabile di integrazione del reddito.Le proiezioni messe a punto dall’Eurispes dicono che la percentuale delle famiglie italiane che nel 2006 faranno ricorso al credito al consumo aumenterà dell’11,8%. Anche i mutui conosceranno una evidente impennata pari al 10%, così come cresceranno di 8,4 punti percentuali gli “altri prestiti”.

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