La penetrazione nella casa italiana di piattaforme digitali ha assunto nell’ultimo decennio proporzioni macroscopiche.
In media la spesa della famiglia per le piattaforme digitali è cresciuta del 22% all’anno nei 9 anni tra il 1995 ed il 2004. A confronto, la spesa (pubblicità inclusa) per la televisione è cresciuta dell’8% all’anno e quella per i quotidiani del 5% all’anno.
In nove anni il confronto tra la spesa per le piattaforme digitali e per i due principali “media” tradizionali si è drasticamente rovesciato. Nel 1995 la spesa della famiglia per nuove piattaforme era pari al 66% della spesa per televisione e quotidiani (pubblicità inclusa). Nel 2004 la spesa per le piattaforme digitali (22.320 milioni di euro) è pari a quasi due volte e mezzo quanto si spende, pubblicità sempre inclusa, per televisione e quotidiani (9.800 milioni di euro). In particolare, la spesa maggiore delle famiglie viene indirizzata verso la telefonia mobile con 11.520 milioni di euro nel 2004, con un incremento rispetto al 1995 del 37%. Seguono la spesa di 5.700 milioni di euro per piattaforme informatiche (pc, periferche, Internet) e quella di 5.100 per l’entertainment digitale.
Un mercato “home” omogeneo in tutto il Paese. Le tecnologie digitali che hanno fatto il loro ingresso sul mercato “home” negli ultimi 10 anni hanno superato le forti differenze territoriali che esistevano a metà anni Novanta ed hanno oggi una penetrazione quasi omogenea sul territorio. La penetrazione di cellulari personali (89% vs. 86%), di satellite (26% vs. 28%), di console videogiochi (23% vs. 22%) e di foto-digitale (35% vs. 31%) è quasi allo stesso livello tra le città di dimensione metropolitana, e i comuni al di sotto dei 5.000 abitanti (talvolta è superiore nei secondi). Esistono delle differenze, ma molto contenute, per Pc (55% vs. 51%), Internet (40% vs. 34%), e Dvd-video (40% vs. 32%). Solo per la banda larga (14% vs. 4%) esiste una distanza ragguardevole tra città e non città: ma la differenza dipende per intero dalle diversità di offerta del servizio sul territorio. La stessa omogeneità si riscontra a proposito dell’altro “divide” storico nel nostro Paese, quello che esiste tra le quattro macro aree geografiche. Un fenomeno interessante riguarda l’emergere negli ultimi anni del Centro Italia come area leader per quanto riguarda le nuove piattaforme digitali in casa. Fino a due anni fa le famiglie del Centro Italia registravano ancora qualche differenza negativa rispetto alle famiglie del Nord-Ovest per quanto riguarda la penetrazione della piattaforma informatica. Ora hanno raggiunto la parità con il Nord-Ovest anche per questa piattaforma, mentre hanno consolidato un vantaggio non lieve per quanto riguarda le piattaforme di telefonia mobile e di entertainment digitale.
La piattaforma informatica in casa e fuori casa. Quasi metà degli utilizzatori di Pc e oltre due terzi degli utilizzatori di Internet in Italia ne hanno appreso l’uso da soli o al massimo con il supporto del network di amici e parenti. Il 20% degli utilizzatori di Internet accede alla rete solo fuori casa. Poco più di un terzo accede alla rete sia in casa che fuori casa. Quasi il 50% accede alla rete solo in casa. La casa non predomina solo in termini di “accessi”. Il “tempo di accesso” in casa predomina per la maggior parte delle persone che possono accedere alla rete anche da fuori casa. Fanno eccezione solo le persone che usano Internet in modo sistematico sul posto di lavoro (aziende di information technology, finanza, alcune banche, molte aziende del terziario avanzato, headquarters aziendali, alcuni giornali, alcuni istituti universitari). Ma, sommando tutti, queste persone in Italia non superano il milione. Il 33% degli studenti che utilizzano il Pc e una quota nettamente maggioritaria degli studenti che utilizzano Internet lo fanno solo da casa. Tenuto conto del tempo d’uso in casa e fuori casa delle piattaforme informatiche, si stima che circa l’80% del tempo d’uso del Pc degli studenti e il 90% del loro tempo d’uso di Internet abbiano luogo in casa.

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