Il 65,2% degli italiani dichiara di essere al corrente del dibattito sul federalismo, ma solo il 14,7% afferma di seguire lo con molta attenzione. Il 34,8% invece non lo segue per niente. La questione del cambiamento dell’ordinamento statale in senso federalista non sembra quindi rientrare tra i temi di interesse prioritario degli italiani. La distribuzione delle risposte per classe d’età rileva come il dibattito sul federalismo sia seguito soprattutto dagli intervistati di età compresa tra i 45 e i 64 anni (74%), seguiti dagli ultra65enni (66,5%), da quanti hanno un’età compresa tra i 25 e i 34 anni (61,8%) o dai 35 ai 44 anni (61,2%). Tra i giovanissimi (ragazzi di età compresa tra i 18 e i 24 anni) è invece maggioritaria la quota di coloro che non stanno per niente seguendo la discussione sul tema (51%). Nettamente minoritaria, in tutte le classi d’età, la percentuale di quanti affermano di seguire “con molta attenzione” il dibattito sul federalismo: pari al 17,8% tra gli italiani di età compresa tra i 45 e i 64 anni, al 16,7% tra gli ultra65enni, e al 16,1% tra gli intervistati di età compresa tra i 25 e i 34 anni, scende al 12,6% nella classe centrale d’età (35-44 anni) e ad appena il 2% tra i giovanissimi. L’interesse al dibattito sul federalismo è decisamente più elevato tra gli intervistati residenti al Nord-Ovest (lo segue il 74,7%) e al Nord-Est (71,7%). Tra i residenti nelle regioni del Centro Italia, il 63,7% afferma di seguire il dibattito, percentuale che scende al 57,6% tra quanti risiedono nel Sud e al 51% tra gli isolani. Tra questi ultimi, appena l’8,6% sta seguendo “con molta attenzione” il dibattito, contro il 19,7% degli italiani residenti al Nord-Ovest e il 16,2% di quelli residenti al Nord-Est.
Federalismo e area politica di appartenenza. In relazione all’area politica di riferimento, quasi i 4/5 degli intervistati che si collocano a destra (il 79,2%) affermano di seguire il dibattito sul federalismo, contro il 60,9% di coloro che si collocano a sinistra e il 60,2% di quanti non si riconoscono in nessuna area politica in particolare. In posizione intermedia gli intervistati orientati al centro dello schieramento politico, i quali affermano di seguire il dibattito nel 68,6% dei casi, e quanti fanno riferimento al centro-sinistra (66,8%) o al centro-destra (65,7%). Solo una minoranza, tuttavia, segue con molta attenzione il dibattito in tema di federalismo, in percentuale variabile dal 9,9% (intervistati di centro-sinistra) al 33% (intervistati di destra).
Miglioramento dei servizi? È opinione prevalente, tra gli italiani, che la qualità dei servizi in materia di sanità, trasporti pubblici, assistenza sociale, sicurezza pubblica, amministrazione resterà sostanzialmente invariata o peggiorerà. In particolare, il 36,7% del campione afferma che con il federalismo l’efficienza del servizio sanitario resterà immutata, mentre per il 36,3% peggiorerà e per il 27% migliorerà. Per il 43,3% rimarrà sostanzialmente invariata anche l’efficienza dei trasporti pubblici, mentre per il 28,1% peggiorerà e per il 28,6% migliorerà. Per una quota maggioritaria di italiani (il 39,6%), il federalismo lascerà immutata anche la qualità dei servizi di assistenza sociale; questi peggioreranno per il 34,4% del campione, mentre miglioreranno per il 26%.
Per area geografica. Circa un italiano su quattro, poi, è dell’opinione che con il federalismo non cambierà niente nemmeno in materia di sicurezza e Amministrazione pubblica. Diversamente, il 27,9% ritiene che l’efficienza dei servizi di sicurezza migliorerà mentre il 31,9% crede che subirà un peggioramento. Infine, è opinione del 31,1% degli italiani che l’efficienza dell’Amministrazione pubblica risentirà negativamente della riforma federalista dello Stato, a fronte del 29,1% che esprimono l’opinione contraria. Per quanto riguarda l’impatto del federalismo sulla qualità dei servizi sanitari, prevale tra gli intervistati del Nord-Est l’opinione che non vi saranno mutamenti significativi (41,4%), condivisa anche dal 38,3% degli italiani residenti al Nord-Ovest, tra i quali è leggermente più elevata la percentuale di quanti confidano in un miglioramento. Nel resto del Paese è al contrario maggiormente diffusa l’idea che con il federalismo la qualità dei sevizi sanitari subirà un peggioramento, condivisa dal 42,9% degli intervistati del Centro, dal 49,6% degli isolani e dal 50,2% degli italiani residenti al Sud. In relazione all’efficienza dei trasporti pubblici, gli intervistati residenti al Nord-Est e al Nord-Ovest tendono a dividersi tra quanti ritengono che il federalismo non apporterà alcun mutamento (opinione espressa, rispettivamente, nel 39,3% e nel 45% dei casi) e quanti confidano in un miglioramento (rispettivamente, il 38,2% e il 41,3%). Non mancano, tuttavia, gli scettici, convinti che l’efficienza dei trasporti pubblici peggiorerà (22,5% e 13,8%). L’opinione che con il federalismo l’efficienza dei trasporti pubblici rimarrà la stessa è prevalente tra gli intervistati del Centro (43,9%) e del Sud (48,3%), tra i quali è tuttavia molto diffusa anche la convinzione che il trasporto pubblico subirà un peggioramento (espressa, rispettivamente, nel 35,2% e nel 34,1% dei casi). L’efficienza peggiorerà ad avviso della maggioranza degli isolani (44,6%), tra i quali è abbastanza diffusa anche l’opinione che non vi saranno cambiamenti sostanziali (37,4%). Per quanto concerne i servizi di assistenza sociale, tra gli italiani residenti al Nord-Est e al Nord-Ovest è maggiormente diffusa l’opinione che con il federalismo la loro qualità ed efficienza rimarranno invariate (espressa, rispettivamente, nel 43,5% e nel 44,2% dei casi), mentre queste subiranno un peggioramento ad avviso della maggioranza degli intervistati residenti al Centro (43,4%), al Sud (44,4%) e nelle Isole (43,2%). Gli italiani che confidano in un miglioramento, minoritari in tutte le aree geografiche, sono più numerosi al Nord-Ovest (35,3%) mentre sono più contenuti al Sud (19%).
È possibile osservare come in nessuna delle aree geografiche l’idea che il federalismo possa apportare un miglioramento alla qualità e all’efficienza dei servizi trovi un consenso maggioritario. Anche rispetto alla sicurezza pubblica, prevale tra gli intervistati del Nord-Est e del Nord-Ovest l’idea che la loro efficienza rimarrà invariata (la pensano così, rispettivamente, nel 38,7% e nel 42,4% dei casi), anche se tra essi è piuttosto diffusa anche l’opinione che l’efficienza dei servizi di pubblica sicurezza possa migliorare (espressa dal 34% dei cittadini residenti al Nord-Est e dal 37,5% di quanti risiedono al Nord-Ovest). Anche al Centro, la maggior parte degli intervistati (il 44,4%) ritiene che con il federalismo l’efficienza dei servizi di pubblica sicurezza rimarrà invariata, sebbene una quota significativa di cittadini tema, diversamente, un peggioramento (34,2%). Infine, si registra ancora una volta maggiore scetticismo al Sud e nelle Isole, dove rispettivamente il 42% ed il 43,2% degli intervistati teme un peggioramento (il 36,6% e il 37,4% ritiene che l’efficienza di questi servizi rimarrà immutata). In relazione all’efficienza delle Amministrazioni pubbliche si registra una maggiore varietà di giudizi: se al Nord-Ovest prevale l’opinione che il federalismo apporterà un miglioramento (43,5%), al Nord-Est, al Centro e al Sud è maggiormente diffusa l’idea che esso lascerà invariata l’efficienza delle Amministrazioni pubbliche (opinione espressa, rispettivamente, nel 38,7%, nel 39,3% e nel 44,4% dei casi), mentre nelle Isole è opinione prevalente che la riforma federalista provocherà un peggioramento (41,7%).
Per area politica di riferimento. Prevale tra gli intervistati di sinistra e centro-sinistra l’opinione che con il federalismo peggiorerà sia l’efficienza dei servizi sanitari (espressa, rispettivamente, nel 43,8% e nel 50,9% dei casi), che quella dei servizi di assistenza sociale (49,3% e 44,8%) e di pubblica sicurezza (46,6% e 45,3%). La maggior parte degli intervistati di sinistra (41,8%) ritiene che il federalismo avrà un impatto negativo anche sull’efficienza del trasporto pubblico. Questa resterà invariata per una quota maggioritaria di intervistati di centro-sinistra (43,5%), maggiormente preoccupati dell’impatto negativo del federalismo sull’efficienza delle Amministrazioni pubbliche (44,4%). Prevalentemente ottimisti gli intervistati politicamente orientati al centro: la maggior parte di essi ritiene che con il federalismo miglioreranno sia i servizi sanitari (44,8%) e di assistenza sociale (43,3%) che la qualità del trasporto pubblico (43,3%) e delle Pubbliche amministrazioni (44,8%), e che rimarrà invariata l’efficienza dei servizi di pubblica sicurezza (41,8%). Tra quanti fanno riferimento al centro-destra, prevale l’opinione che con il federalismo miglioreranno i servizi di pubblica sicurezza (44,2%), la sanità (43,2%) e le Pubbliche amministrazioni (43,2%) mentre rimarrà immutata l’efficienza dei servizi di assistenza sociale (42,6%) e dei trasporti pubblici (41,6%), i quali tuttavia miglioreranno per una minoranza significativa di questo segmento di intervistati (il 39,5%), mentre peggioreranno per il 18,9%. Tra gli intervistati di destra è maggioritaria l’idea che il federalismo avrà un impatto positivo sia sulla sanità (49,5%) che sull’efficienza delle Amministrazioni pubbliche (53,8%) e che non muterà la qualità dei servizi di sicurezza pubblica (50,5%) e di assistenza sociale (47,3%). In relazione al trasporto pubblico, i cittadini politicamente orientati a destra si dividono tra chi si aspetta dal federalismo un miglioramento di questi servizi (46,2%) e quanti ritengono invece che non vi saranno cambiamenti sostanziali (47,3%).
Federalismo e occupazione. Ben il 51,3% dei cittadini ritiene che il federalismo non riuscirà “probabilmente” (22,6%) o “certamente” (28,7%) a favorire l’occupazione. Di opinione contraria il 29% del campione, ad avviso del quale la riforma federalista favorirà “probabilmente” (25,1%) o senza dubbio (3,9%) la crescita dell’occupazione. Va evidenziato, tuttavia, come circa 1/5 degli intervistati, il 19,7%, non abbia saputo o voluto fornire un’opinione al riguardo. Rispetto all’area geografica di residenza si evidenzia come vi sia in tutto lo Stivale profondo scetticismo riguardo la capacità del federalismo di favorire la crescita dell’occupazione. Il maggiore pessimismo si registra tra gli intervistati delle Isole, tra i quali la percentuale di quanti ritengono che il federalismo non riuscirà sicuramente (37,4%) o probabilmente (30,9%) a favorire la crescita occupazionale è pari al 68,3%, percentuale che scende al 51,5% tra gli intervistati del Centro e al 51,2% tra gli italiani residenti al Sud. Anche tra gli intervistati residenti al Nord, tuttavia, prevale l’idea che la riforma federalista non avrà un impatto sull’occupazione. In particolare, il 47,1% degli italiani residenti al Nord-Est e il 45,4% di quelli residenti al Nord-Ovest ritengono che il federalismo probabilmente o sicuramente non favorirà la crescita occupazionale; di opinione contraria il 35,1% degli intervistati del Nord-Est ed il 34,6% degli intervistati residenti al Nord-Ovest. In relazione all’area politica di riferimento, prevale tra gli intervistati politicamente orientati a destra, un sentimento di fiducia sulla possibilità che il federalismo possa favorire la crescita occupazionale (54,9%); lo ritiene probabile il 51,6% e sicuro il 3,3%. Prevalentemente ottimisti anche gli intervistati che si collocano al centro dello schieramento politico, convinti nel 41,8% dei casi (contro il 23,9%) che il federalismo favorirà certamente (4,5%) o probabilmente (37,3%) l’incremento dell’occupazione, opinione condivisa anche dal 40% degli intervistati di centro-destra, tra i quali è tuttavia molto elevata anche la percentuale di quanti esprimono un parere opposto (38,9%). Diversamente, la maggioranza degli intervistati di sinistra (54,8%) e di centro-sinistra (71,5%) ritiene che il federalismo non favorirà la crescita dell’occupazione. Anzi: ben il 37,7% degli italiani politicamente orientati a sinistra ed il 43,5% di quanti fanno riferimento al centro-sinistra sono convinti che il federalismo “certamente” non favorirà l’incremento dell’occupazione. Tra quanti ritengono che il federalismo favorirà l’occupazione, la netta maggioranza (il 56,9%) ritiene che l’incremento occupazionale interesserà l’Italia settentrionale, il 26,9% pensa che saranno l’Italia meridionale e quella insulare ad esserne interessate, mentre appena il 5,5% ritiene che la crescita dell’occupazione riguarderà l’Italia centrale. Il 10,7%, infine, non sa esprimere un’opinione al riguardo. La maggioranza degli italiani non si aspetta molto dal federalismo. In particolare, il 64,8% condivide poco (32,7%) o per niente (32,1%) l’affermazione secondo cui esso tutelerà maggiormente i diritti dei cittadini; il 57,1% si dice poco (27,6%) o per niente d’accordo (29,5%) con l’item “Il federalismo garantirà una maggiore tutela dell’ambiente” mentre solo il 30,8% ritiene che il federalismo ridurrà il fenomeno dell’abusivismo ed appena il 23,1% si aspetta una riduzione dei fenomeni di corruzione e degli abusi della P.A.
Tutela dei diritti e carico fiscale. Per quanto concerne, invece, divieti e controlli da una parte e carico fiscale dall’altra il campione tende a spaccarsi in due. In particolare, il 50,4% degli intervistati afferma di condividere poco (28,5%) o per niente (21,9%) l’affermazione secondo la quale il federalismo aumenterà il peso dei divieti e dei controlli, mentre il 49,6% la condivide molto (8,9%) o abbastanza (40,7%). Similmente, la percentuale di quanti ritengono che il federalismo aumenterà il carico fiscale ammonta al 50,3% del complesso, percentuale solo leggermente più elevata rispetto a quella di coloro che ritengono che questo non si verificherà (49,7%). Meno pessimismo è espresso rispetto ai servizi pubblici: i 2/3 del campione condividono infatti poco (34%) o per niente (32,5%) l’affermazione secondo cui il federalismo ne ridurrà l’efficienza. In particolare, gli intervistati di sinistra e centro-sinistra e quanti non fanno riferimento ad alcuno schieramento politico esprimono profondo scetticismo sulla capacità del federalismo di tutelare maggiormente i diritti dei cittadini: nello specifico, il 70,4% degli intervistati che non si riconoscono in nessun area politica condivide poco o per niente questo item, percentuale che sale al’81,5% tra gli intervistati di sinistra e raggiunge l’86,6% tra quanti fanno riferimento al centro-sinistra. Al contrario, confidano molto o abbastanza sul fatto che il federalismo possa tutelare maggiormente i cittadini il 73,1% degli intervistati politicamente orientati al centro, il 68,1% di coloro che si definiscono di destra ed il 53,7% di quanti fanno riferimento al centro-destra. L’affermazione “Il federalismo garantirà una maggiore tutela dell’ambiente” è condivisa poco o per niente dal 61,3% dei cittadini politicamente non schierati, dal 65,1% degli intervistati di sinistra e dal 67,6% di quelli di centro-sinistra, mentre è condivisa molto o abbastanza dal 51,5% degli intervistati di centro-destra, dal 61,2% di quanti si collocano al centro dello schieramento politico e dal 63,7% dei cittadini di destra. La maggior parte degli intervistati di sinistra (il 53,4%), di centro-sinistra (70,3%) e di centro (56,7%) teme che il federalismo aumenterà il carico fiscale, opinione poco o per niente condivisa dal 57,4% di coloro che fanno riferimento al centro-destra, dal 72,6% di quanti si collocano a destra e dal 59,1% degli intervistati politicamente non schierati. I diversi segmenti del campione esprimono giudizi meno netti rispetto all’affermazione secondo la quale il federalismo aumenterà il peso dei divieti e dei controlli: tra gli intervistati di sinistra e di destra e tra quanti non fanno riferimento ad alcuno schieramento politico è leggermente maggioritaria la quota di quanti affermano di condividere poco o per niente questo item (pari, rispettivamente, al 53,4%, al 52,8% e al 61,7%), mentre prevale tra i cittadini di centro-sinistra, centro e centro-destra l’opinione contraria (espressa, rispettivamente, nel 51,3%, nel 62,7% e nel 62,6% dei casi).
La maggior parte degli intervistati, indipendentemente dall’area politica di riferimento, si dice scettica rispetto alla capacità del federalismo di ridurre i fenomeni di corruzione e gli abusi della Pubblica a amministrazione, in percentuale variabile dal 64,2% (cittadini di centro e centro-destra) all’87,1% (centro-sinistra). Anche rispetto alla capacità del federalismo di ridurre il fenomeno dell’abusivismo esprime scetticismo la maggior parte dei cittadini di tutti gli schieramenti, in percentuale variabile dal 53,1% (centro-destra) al 79,8% (centro-sinistra). Nel complesso, l’opinione degli italiani sul federalismo è di moderata (29,5%) o completa (6,7%) approvazione nel 36,2% dei casi, e di moderata (16,2%) o completa (22,4%) disapprovazione nel 38,6%. Circa 1/5 degli italiani, invece, non prende una posizione netta, mentre il 4,7% non sa esprimere un’opinione al riguardo. L’analisi delle risposte per area geografica di riferimento consente di evidenziare come nei confronti del federalismo esprima moderata o completa approvazione il 47,7% degli italiani residenti al Nord-Est (contro il 26,7% che afferma di nutrire moderata o completa disapprovazione) ed il 46,8% di quanti risiedono al Nord-Ovest (contro il 33,1% esprimente un’opinione contraria). Solo una minoranza contenuta, tuttavia, esprime completa approvazione: il 13,1% degli intervistati del Nord-Est ed il 6,3% di quelli residenti al Nord-Ovest. Diversamente, esprimono moderata o completa disapprovazione rispetto al federalismo la maggioranza degli intervistati del Centro (41,8%, contro il 29,1% che si dice del tutto o moderatamente favorevole) e del Sud (58%) ed il 32,3% degli Isolani (contro il 26,6% che esprime al contrario moderata o completa approvazione). Tra questi ultimi prevale tuttavia la quota di quanti non prendono una posizione netta (39,6%), piuttosto elevata anche al Centro (20,4%), al Nord-Est (18,8%), al Nord-Ovest (16%) e al Sud (15,1%). Esprimono la propria approvazione rispetto al federalismo soprattutto gli intervistati che si collocano al centro dello schieramento politico (64,2%), seguiti da quanti si collocano a destra (60,5%) e da coloro che fanno riferimento al centro-destra (57,3%). Si tratta, nella maggioranza dei casi, di “moderata approvazione”, espressa in percentuale variabile dal 40,5% (centro-destra) al 59,7% (centro). Tra gli intervistati politicamente orientati a sinistra è maggioritaria, al contrario, la quota di quanti esprimono la propria disapprovazione verso la riforma federalista (47,9%, contro il 24% di favorevoli), maggioritari anche e soprattutto tra gli intervistati di centro-sinistra (65,5%); la disapprovazione è “completa” per il 35,6% degli italiani politicamente orientati a sinistra e per il 34,5% di quanti fanno riferimento al centro-sinistra.Non mancano gli indecisi, che non hanno preso una posizione netta al riguardo, più numerosi tra quanti si collocano al centro (22,4%) o a sinistra (21,9%) dello schieramento politico.

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