?Guardami coi tuoi occhi fissi, osservami pure,
non cercare nulla che non ti appartiene,
sei crudele alle mie parole di speranza,
lasciati andare come una foglia al vento,
non giudicarmi lo sai che potrest uccidermi,
ora ti parlo col cuore fino a penetrarti dentro,
ma tu non sai, non conosci il giusto.
Ti prego guariscimi,
non annegare i miei pensieri,
non seppellirmi prima del tempo dovuto.
Ora vattene, hai conosciuto tutto di me,
ma tu non sei legata, tu fingi,
anche se non hai visto il mio pianto,
io sono come l?edera che si attacca ovunque,
adesso è finita, sono io lo sconfitto, ma ti prego
non parlarne con nessuno, questo SENTIMENTO
è troppo grande e non lo si può cancellare,
rimane attaccato per tutta la vita?.
GIANNI MARANO. Nasce a Spinoso nel 1859, ma ben presto si trasferisce con la famiglia a Milano. Successivamente ritorna al paese natale, ritrova parenti, amici e consolida l?amore per la poesia.
Nel 1987 viene pubblicata la prima raccolta di liriche (Sentimenti, Romeo Porfidio ditore, Moliterno).
Ricordiamo ancora la raccolta ?Con le ali spezzate? ; queste le considerazioni di Biagio Russo circa i versi contenuti in essa:
?Questa esigua raccolta, dal titolo poco metaforico, testimonia, infatti, l?incomunicabilità dell?uomo forzatamente solo, che, in fuga da un mondo di cui non riesce a reggerne il carico, si abbandona alla deriva della propria coscienza. Marano vive questa condizione nel suo duplice esito: barcollando tra i miraggi della realtà sognata, e perciò virtuale, e i disagi della cruda realtà vissuta [?] ?.
E? difficile dare un nome ed una voce al sentimento, soprattutto quando l?anima è tormentata dal dolore di aver perso qualcosa per sempre.
Quando si può parlare di passione amorosa e amore passione?
? Quando l?innamoramento assume una forma parossistica, passionale?
Alberto Alberoni risponde: ? Quando è ostacolato. La passione amorosa divampa quando un vero amore incontra ostacoli tanto esterni come interni. Non basta un impedimento esteriore. Occorre anche il conflitto interiore, il dilemma?.
L?elemento innovativo nella poesia di Marano è rappresentato dall?introspezione e dalla capacità di leggersi dentro, di cercare risposte. Nel processo di indagine interiore non riesce a ritrovarsi, un?angoscia fastidiosa lo tormenta e non gli dà pace, la tristezza è l?unica amica rimasta fedelmente a fargli compagnia, a guardarlo vivere solo, con il volto rigato da lacrime ?inutili?. Quale conforto per sorridere alla vita?
C?è qualcosa che tormenta le lunghe notti insonni, una disperazione immotivata o forse completamente inesistente. E? difficile fuggire da una realtà mostruosa quando essa coincide con la vita stessa, con un?esistenza che ci trasciniamo a fatica.
[?] ?Cerca di fuggire da questa realtà mostruosa
che è la vita stessa con la sua condana
neppure una lacrima scende dagli occhi,
da questo sguardo segnato da antiche ferite,
poi ritorno alla quotidianità con la sua monotonia?.
Il nulla spaventa soprattutto se ci si ritrova soli.
Nessuno davanti
?Cosa c?è vicino a me?
Né luce né aria,
soffocato sono tra questi arbusti,
peccato non ci sei tu tra queste ginestre.
Saprei consolarti e spiegarti
quello che non vuoi capire,
sapessi quanto soffro per te,
nessuno può capirmi ormai.
Niente tra queste rovine,
in queste macchie secolari,
dove provo a cercare qualcosa,
ma il tramonto mi sta seppellendo.
Dove sei mio dolce bocciolo
Dove potrò mai trovarti?
[?]