In esecuzione di un provvedimento preso dal GIP presso il TAR di Matera richiesta dal PM Rosanna De Fraia, il Corpo Forestale dello Stato posto sotto sequestro una parte dell’ area interessata dai lavori per la costruzione del porto turistico degli “Argonauti” (foce del Basento, Pisticci). La denuncia è partita da alcune associazioni locali tra cui la NIM, Lipu, MP3.

In seguito la Nettis ( ditta appaltatrice dei lavori) si è anche vista respingere il ricorso per il dissequesto dalla Corte di Cassazione. La stessa Nettis, tenta di giustificare quanto accaduto affermando che il sequestro interessa solo una piccola area all’ imbocco della darsena che negli anni 90 fu interessata da un incendio. Va evidenziato che pur essendo solo una parte dell’ area interessata al sequesto, quest’ ultimo riguarda proprio l’ ingresso delle navi nel porto. Se la situazione resterebbe tale come le imbarcazioni turistiche potrebbero rientrare nei propri ricoveri?

Allegramente, nei nostri forum, viene montata una storiella delle imbarcazioni volanti. Già…come possono entrare le navi nel ricovero se l’ area sequestrata riguarda proprio l’ingresso della darsena? Il pensiero ci porta a immaginare imbarcazioni dotate di ali che volano sull’ area sequestrata per giungere al “sospirato” ricovero. In discorso non si esaurisce con una semplice storia “Disneylandiana”.
La situazione esposta è regolata dalla legislazione ambientale. La Nettis ha infranto la legge 353/00 in materia di incendi boschivi. Il comma 1 dell’ articolo 10 (Divieti, prescrizioni e sanzioni), recita esplicitamente che le zone boscate ed i pascoli i cui soprassuoli siano stati percorsi dal fuoco non possono avere una destinazione diversa da quella preesistente all’incendio per almeno quindici anni. È comunque consentita la costruzione di opere pubbliche necessarie (solo !!) per motivi di salvaguardia della pubblica incolumità e dell’ambiente.

È inoltre vietata per dieci anni, sui predetti soprassuoli, la realizzazione di edifici nonché di strutture e infrastrutture finalizzate ad insediamenti civili ed attività produttive, fatti salvi i casi in cui per detta realizzazione sia stata già rilasciata, in data precedente l’ incendio e sulla base degli strumenti urbanistici vigenti a tale data, la relativa autorizzazione o concessione.

Sono vietate per cinque anni, sui predetti soprassuoli, le attività di rimboschimento e di ingegneria ambientale sostenute con risorse finanziarie pubbliche, salvo specifica autorizzazione concessa dal Ministro dell’Ambiente, per le aree naturali protette statali, o dalla regione competente, negli altri casi, per accertate situazioni di dissesto idrogeologico e per situazioni in cui sia urgente un intervento per la tutela di particolari valori ambientali e paesaggistici.

Nel caso di trasgressioni al divieto di realizzazione di edifici nonché di strutture e infrastrutture finalizzate ad insediamenti civili ed attività produttive su soprassuoli percorsi dal fuoco ai sensi del comma 1, si applica l’ articolo 20, primo comma, lettera c), della legge 28 febbraio 1985, n. 47. Il giudice, nella sentenza di condanna, dispone la demolizione dell’opera e il ripristino dello stato dei luoghi a spese del responsabile.

In conclusione, da mesi che Lucanianet con altre associazioni locali si stanno battendo perchè venga salvato questo lembo di costa dalle caratteristiche naturali strettamente mediterranee. Questi avvenimenti potrebbero segnare una svolta determinante che noi tutti ci auspichiamo.

0 Comments

Leave a reply

©2024 Associazione Promozione Sociale Lucanianet.it - Discesa San Gerardo 23/25 85100 Potenza CF 96037550769 info@lucanianet.it