L?elezione di Antonio Anatrone alla guida dei DS della Federazione di Potenza è un punto di partenza che annuncia l?apertura di un nuovo ciclo politico.
Un nuovo ciclo politico che si avvia in una Basilicata che, da un lato, dentro il declino già declinato del sistema Italia, presenta una difficoltà del suo apparato produttivo e, dall?altro, assume in dote, sia finanziaria che progettuale, l?esperienza decennale fortemente caratterizzata dall?azione del Presidente Bubbico.
Un ulteriore elemento di analisi è la riconosciuta forza di governo dei DS di Basilicata, ai quali vengono ascritti risultati importanti raggiunti in questi anni e che hanno spinto parte di un elettorato moderato a premiare, alle ultime consultazioni regionali, i candidati espressione del nostro partito.
Anche per questo, nonostante sia stata accantonata la lista del L?Ulivo, la tensione unitaria e strategica del progetto riformista non può essere abbandonata.
Io ho votato per la prima volta nel 1995, sei anni dopo la caduta del Muro di Berlino; il mio primo voto è stato per il Polo Democratico guidato da un ex democristiano. Ho votato per la seconda volta nel 1996 per l?Ulivo sapendo che a guidare il Paese sarebbe stato un ex democristiano, Romano Prodi. Eppure per me non pesava ?l?ex? ma il progetto per la Basilicata e per l?Italia, la tensione ideale e valoriale, la speranza del cambiamento.
Forse a quel clima dobbiamo pensare nel rilanciare il progetto federativo in Basilicata.
Un progetto, quello de l?Ulivo, che, incrociando la fase dinamica che attraversa la nostra regione, si posizioni su un asse strategico concertato con i soggetti sociali e partecipato con la società intera.
Un asse strategico che metta in parallelo ed affronti due questioni.
La prima: riorganizzare il sistema delle autonomie locali, delle autonomie funzionali, degli enti strumentali, in una parola la governance.
La seconda: una ritaratura degli strumenti di programmazione economica e sociale che, preparando la Basilicata al dopo obbiettivo 1, scelga come elementi caratterizzanti per resistere ai venti della globalizzazione le nostre risorse naturali e l?investimento nel capitale umano, senza dimenticare di fare ogni sforzo per sostenere il sistema produttivo che c?è nella nostra regione, difendendo i livelli occupazionali e i diritti dei lavoratori.
Per questa sfida complessa è necessaria, unitamente all?apporto delle parti sociali, una forte sinergia, un vero e proprio patto tra i diversi livelli istituzionali.
E? possibile raccogliere il meglio o le positività dell?esperienze maturate in questi anni? Io credo di sì, anche perché a questo sforzo ci chiamano i cittadini lucani.
Dovremmo mettere insieme, da una parte, l?esperienza e la capacità maturata della Regione Basilicata che in questi anni ha saputo intercettare fonti finanziarie rilevanti e avviare un percorso di organizzazione dei servizi pubblici essenziali e, dall?altra, la sperimentazione di una concreta occasione di promozione dell?autogoverno, come nel caso dei PIT.
L?istituzione della Conferenza delle Autonomie Locali e Funzionali, voluta dal Presidente della Provincia di Potenza, può essere una buona occasione per iniziare a sperimentare più efficacemente sinergie istituzionali e politiche, come giustamente ha rivendicato anche per la città capoluogo di regione, il segretario cittadino dei DS , a proposito del Piano Strutturale Metropolitano.
Insomma, potremmo partire da qui: dalle questioni di merito per verificare se in Basilicata ci sono riformismi che si possono unire; per verificare se su questa prospettiva politico-programmatica il pluralismo del centro-sinistra può essere valorizzato.
Sono certo che il Presidente della Regione Vito De Filippo vorrà percorrere fino in fondo la sfida della Basilicata senza confini territoriali, sociali ed economici.
Noi, DS di Basilicata, con l?assemblea congressuale della Federazione di Potenza abbiamo segnato un punto di inizio di una stagione politica che nei prossimi mesi e nei prossimi anni vedrà impegnate donne e uomini nel nostro partito e, ci auguriamo, dell?intera società lucana.
Intervento di Piero Lacorazza (nella foto)