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Altri Lsu perdono il ‘treno’

La Meridionale Servizi licenzia gli ex-lsu
Sono l?altra compagine dei ex-lsu provenienti dai progetti speciali della Protezione Civile

Nel 1996 il Dipartimento della Protezione Civile lancia dei progetti interregionali ?Censimento della vulnerabilità degli edifici pubblici – strategici e dell?edilizia privata corrente delle regioni Basilicata, Puglia, Campania, Molise, Calabria e Sicilia?. Dalle liste di collocamento degli uffici circoscrizionali del lavoro delle varie regioni interessate vengono selezionati circa 60 disoccupati in mobilità e in stato di disoccupazione di lunga durata tra ingegneri, architetti, geometri e informatici. Dopo una esilarante formazione presso il centro polifunzionale del Dipartimento della Protezione Civile in Castelnuovo di Porto (Roma), i tecnici sotto il coordinamento delle Prefetture competenti e dalla supervisione di esperti del GNDT (Gruppo Nazionale Difesa Terremoti) e del SSN (Servizio Sismico Nazionale), vengono impiegati in attività di rilevamento sino al 1998, quando queste figure vengono utilizzate dal Dipartimento durante l?emergenza sismica del Pollino-Lagonogrese. Per i tecnici della Basilicata si sarebbe dovuto profilare uno sbocco lavorativo stabile nel comparto della Protezione Civile regionale, precisamente nella prevenzione del rischio sismico. Tuttavia, ciò non accade, a differenza dei tecnici del Molise e della Sicilia che invece vengono assunti dalle loro Regioni.

Nel mese di luglio del 1999, una parte di questi tecnici, dopo un ulteriore selezione, vengono scorporati dai restanti, oggi impiegati nella SMA, e inseriti in un progetto di LPU (Lavori di Pubblica Utilità) promosso da Italia Lavoro e Ferrovie dello Stato. Il progetto consisteva nel rilevamento e mappatura dei fabbricati di proprietà delle Ferrovie dello Stato, monitoraggio dello stato di conservazione dei ponti e delle gallerie ferroviarie, studi per l?eliminazione dei passaggi a livello, monitoraggio ambientale e progettazione degli interventi di risanamento acustico. Dopo un anno e mezzo di collaborazione con le Ferrovie, nel dicembre del 2000 il progetto termina e ai lavoratori vengono presentate tre possibilità, descritte in vari incontri negli uffici delle Ferrovie della stazione di Potenza dai rappresentanti di S.C.O. (Sviluppo Cooperazione e Occupazione) e Italia Lavoro:

1. costituirsi in cooperative;
2. istaurare un rapporto di lavoro dipendente con cooperative aderenti ad un consorzio non ancora costituito;
3. aderire in qualità di socio-lavoratore a cooperative in ambito nazionale, oppure ritornare nelle liste di disoccupazione degli uffici di collocamento al lavoro.

Nel frattempo si costituisce la società consortile a responsabilità limitata, la PRO.MO. fondata da S.C.O. s.c.p.a., dal C.N.S. s.c.r.l. e dal C.I.C.L.A.T. s.c.r.l. entrambe di Bologna, per gestire un rilevante contratto pluriennale per conto delle Ferrovie dello Stato, con il quale si affidavano a PRO.MO. vari servizi di ingegneria, svolti dai tecnici Lpu. Il resto della compagine sociale è attualmente costituita da 13 cooperative di tecnici ex Lpu. I 15 tecnici della Basilicata insieme con gli altri 63 di varie regioni del sud, accettano la seconda opportunità e nel febbraio 2001 firmano la proposta del consorzio CON.S.E.A. il quale si impegna, per mezzo della propria consorziata cooperativa Meridionale Servizi s.c.r.l. di Bari, ad assumerli in qualità di dipendenti con un contratto a tempo indeterminato Part-time a 20 ore settimanali in riferimento al percorso di stabilizzazione previsto dal D.Lgs. 81/2000 ed in virtù dell?affidamento della commessa prevista dalla convenzione tra le Ferrovie dello Stato e la PRO.MO., al fine di ottenere il contributo individuale per l?avvio di una fase formativa di sei mesi, peraltro, mai espletata. Oggi accade che la Meridionale Servizi, dopo la cessazione delle commesse non potendo tenere a libro paga 78 tecnici, ha avviato le procedure di licenziamento che ha coinvolto anche i 15 tecnici lucani, che oggi si ritrovano senza più un lavoro.

Nel frattempo, il 26 giugno scorso si è svolto un incontro urgente al Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali alla presenza del Sottosegretario On.le Pasquale Viespoli, dei D.ri Rodolfo Giorgetti e Piergiorgio Martufi per Italia Lavoro, del Sindaco di Trebisacce On. Antonio Mundo delegato dall?assessorato competente della Regione Calabria, l?On. Fernando Fabiani assessore al lavoro per la Regione Abruzzo, il segretario nazionale della Filcams-Cgil Carmelo Romeo, il segretario nazionale della Fiscascat-Cisl Giovanni Pirulli, il segretario nazionale della Uiltucs-Uil Antonio Vargiu, mentre erano assenti seppur invitati gli assessori al lavoro delle Regioni Basilicata, Puglia e Campania, e la PRO.MO. Si legge dalla nota, a firma della segreteria della Filcams-Cgil, che è stato sottoscritto l?unito verbale col quale viene riconosciuta l?indennità di mobilità ai lavoratori licenziati dalla Soc. Meridionale Servizi. Si precisa, inoltre, che l?accordo è già in vigore per la Calabria e l?Abruzzo, che permetterà ai lavoratori si essere inseriti nel progetto PARI finalizzato alla ricollocazione di tali unità lavorative con l?assistenza di Italia Lavoro con i benefici dell?art. 1 comma 155 della L. 311/2004 (legge finanziaria 2005) a decorrere dal 1 giugno 2005 al 31 dicembre 2005. Per Basilicata, Puglia e Campania è necessario un esplicito impegno delle Regioni interessate all?inserimento dei lavoratori in un progetto finalizzato alla ricollocazione professionale degli stessi.

I lavoratori, dal canto loro, dopo 9 anni di precariato, sostengono che la stabilizzazione non si è ancora realizzata e chiedono con estrema fermezza al Consiglio e alla Giunta Regionale di Basilicata, nonché alle Organizzazioni Sindacali, di farsi carico della loro condizione e studiare un piano concreto di stabilizzazione che miri a ricercare una soluzione lavorativa vera, e di non innescare meccanismi perversi di vari ammortizzatori sociali che porterebbero a un solo risultato: l?ennesimo spreco di denaro pubblico.