Lo sblocco da parte della magistratura dei lavori riguardanti la centrale a biomasse del Mercure ripropone la questione del tipo di economia che si vuole avere nella nostra Regione.
Come Rifondazione Comunista ci siamo già espressi nettamente contro la realizzazione di questa centrale, essa può servire solo alla ricerca dei profitti per una azienda come l?Enel che oramai non è più una società pubblica ma una multinazionale che bada unicamente ai propri interessi.
Nella nostra Regione e in particolare in una zona come quella del Mercure, che è praticamente nel cuore del Parco Nazionale del Pollino, si può costruire un? economia che valorizzando le risorse ambientali, naturali e culturali possa essere una fonte di reddito per le popolazioni locali.
La costruzione di questa centrale è una seria ipoteca contro l?ambiente e l?economia della zona del Mercure, non verrà creato nessun nuovo posto di lavoro, non si avrà alcun collegamento con l?economia locale e si renderà sicuramente poco attrattiva dal punto di vista turistico l?intera zona.
Siamo con le popolazioni locali che si oppongono alla centrale e ci pare vergognoso da parte di alcuni il tentativo di creare un clima di contrapposizione con i lavoratori impegnati nella costruzione della centrale con cui siamo solidali ma che non possono essere usati come arma di ricatto per imporre la continuazione dei lavori, tanto più perché il lavoro non può essere disgiunto dalla qualità essendo costretti a lavorare in zone contaminate dall?amianto.
Nello sforzo che le istituzioni devono fare per impedire la realizzazione della centrale possono essere trovate soluzioni che tutelino anche le maestranze. Per tutti questi motivi appoggiamo la richiesta che le istituzioni Lucane: la Regione Basilicata e la Provincia di Potenza, hanno fatto di un incontro urgente con le omologhe istituzione calabresi e con l?Enel per trovare una soluzione che secondo noi debba impedire la realizzazione dell? ennesimo ?mostro?.
Angela Lombardi
Segretaria Provinciale PRC
