Il declino della Val Basento cela una sorpresa; non riguarda solo i posti di lavoro persi nel polo chimico Basentano negli ultimi venti anni, denunciati a Pisticci scalo dalla CGIL, nella sede di Tecnoparco, durante il recente convegno dal titolo ?dalle cattedrali nel deserto al deserto senza cattedrali, quali prospettive per sconfiggere il declino?. Il deserto senza cattedrali in realtà nasconde, come in una matrioska, una cattedrale invisibile, molto più grande e pericolosa. Una bomba ecologica ad orologeria pronta ad esplodere. Anni ed anni di produzione chimica in Val Basento hanno trasformato l?agglomerato industriale ed il campo estrattivo del gas metano voluto da Enrico Mattei in un cimitero chimico, con scarti di ogni tipo, forse provenienti anche da altre regioni.

Questi rifiuti ancora aspettano di essere rimossi e messi in sicurezza, nonostante il governo abbia decretato (D.M. n.471/1999) l?area di crisi ambientale. A nulla sono valse le tante denunce fatte in passato dai cittadini, dai lavoratori e dagli stessi responsabili sindacali, che a distanza di tempo constatano la presenza di malattie e morti causate dalla lavorazioni chimiche della Val Basento. Morti che nessuno oggi vuole riconoscere. E? questa l?eredità del polo chimico e delle industrie come l?Eni, l?Anic, L?Enichem, la Liquichimica, l?Anic fibre: effetti sulla salute dall?esposizione a sostanze nocive come il terribile pvc, il cvm, l?eternit, sostanze di sintesi e metalli pesanti usati nelle lavorazioni. Nel 2001 il Consorzio per lo Sviluppo Industriale in Val Basento commissionò uno studio, anche a seguito di ritrovamenti casuali di rifiuti, per stabilire l?entità e la natura dell?inquinamento in Val Basento. Uno studio che continua a rimanere nel cassetto. Servirebbe invece che fosse tirato fuori ed ampliato per rendere possibile la bonifica, la messa in sicurezza ed eventuale riassegnazione dei suoli per attività produttive che i sindacati chiedono. Sarebbe auspicabile che lo studio venga fatto per tutte le aree basentane con l?estensione anche a territori limitrofi, come l?area dei calanchi interessata dall?occultamento di fusti tossici e radioattivi, almeno secondo le rivelazioni del pentito di mafia che ha sollevato il coperchio di una pentola di cui tutti conoscono il contenuto ma nessuno vuole ficcarci il naso.

Lo studio del Consorzio, su 34 scavi effettuati a campione in piccole aree a Ferrandina e a Pisticci per rilevare la presenza di sostanze tossiche, rilevò come quasi la metà a Ferrandina presentassero soglie di concentrazioni di sostanze tossiche e nocive, metalli pesanti con concentrazioni di mercurio comprese tra 6 e 303 mg/kg, fino centinaia di volte superiori alla soglia consentita (5 mg/kg). Stessa situazione per gli idrocarburi policiclici aromatici, di pirene e benzo-pirilene ed altre sostanze di sintesi e materiali di risulta di attività industriali. Alcuni campioni di acque analizzate presentavano valori alterati, con presenza di concentrazioni superiori a valori limite previsti dal D.M. 471/1999 per il manganese, solfati ed altri composti organici. Nell?area campionata a Pisticci la situazione risultò essere per certi versi anche più grave. Fin qui l?analisi campionaria disposta dal Consorzio confermata dai ricercatori dell?Università della Basilicata in campionamenti effettuati nel fiume Basento. Mentre tutto ciò accade e non viene risolto il drammatico problema della bonifica, la Val Basento si avvia ad essere trasformata da decotto polo chimico in ?polo energetico?. E? di questi giorni la notizia che per centrale termoelettrica di Pisticci proposta da Energia S.p.A.,il Ministero dell?Ambiente sia intenzionato ad approvare una VIA per 600 Mw di potenza rispetto alle 800 0MW(dai 1200 MW iniziali).

Di recente il ministro dell?Industria, Scaiola, per fronteggiare possibili blackout ha dichiarato che portare energia al sud costa di più lasciando così capire che per lo sviluppo è necessario produrre nuova energia. La Regione chiede che la centrale di Pisticci venga ridotta a 400 Mw mentre i cittadini ed i Comitati denunciano un nuovo ed inaccettabile ricatto occupazionale in Val Basento fatto sulle teste e sulla salute di tutti, con l?allocazione di industrie energetiche e cicli ?sporchi? di produzione o discariche che nessuno vuole altrove. In caso di mancato accordo con la Regione Basilicata deciderà il governo applicando il cosiddetto ?decreto sblocca centrali?. Per la Val Basento gli errori del passato non hanno insegnato proprio nulla ai Lucani?

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