Tra gli affreschi e le statue tufacee dell?antico Santuario della Palomba, nella ritualità di un luogo in cui il silenzio diviene parola, sabato 18 giugno la spiritualità si è aperta ad un dialogo artistico di grande suggestione: le sculture di Bruno Taddeo, le note di Loredana Paolicelli, la voce di Beatriz Fornabaio, le poesie lette da Angela Vicino.

L?iniziativa, organizzata dall?Associazione culturale ?Essere? e ?Sassinews?, con la collaborazione del Comune di Matera, dell’Assessorato alla Cultura e dell’Ordine Provinciale degli Architetti, è stata presentata da Domenico Notarangelo.
Hanno aperto la serata i Canti Devozionali di Michele Capodiferro, in un?affascinate combinazione di suoni raccontati nelle parole di un antico mantra e fra le note di un harmonio.
Mani e corde vocali, invece, hanno trovato voce nelle due emotività femminili che hanno parlato dal profondo di grandi passioni ripercorrendo, in un viaggio ideale dall?America all?Europa, le musiche di autori italiani, spagnoli, francesi, inglesi, argentini, statunitensi, ?
Panorami musicali di grande intensità, capaci di ampliare lo sguardo per ricondurlo rinnovato alla propria terra, al tufo che la riveste e all?espressione libera di chi ha dato voce alla materia, attraverso la propria sensibilità.
La mostra, dedicata alle sculture di Bruno Taddeo, resterà aperta presso i locali della Palomba fino al 18 luglio. E singolare è l?esperienza che ci introduce nel mondo dell?artista: in un?officina meccanica ci aspetteremmo di trovare bulloni, chiavi inglesi, cacciaviti, tute sporche di olio e grasso di motore, e invece, con grande sorpresa, nella sua officina è facile imbattersi in sculture di tufo leccese o in pietra d?Ostuni o in legno.
Il Sindaco di Matera, Michele Porcari, sottolineando quello stretto legame presente fra il territorio locale e la cultura che vi si sviluppa, ha richiamato l?attenzione su quella geometria estrapolata dalla materia che è propria dei castelli e dei palazzi scolpiti all?interno dei bianchi blocchi di tufo lavorati da Taddeo e che ripropongono quello stesso processo che rese abitazioni il tufo dei Sassi.
Attrezzi costruiti ad hoc dallo stesso artista, per meglio poter rispondere alle esigenze che di volta in volta in volta l?opera richiede nel suo essere ?scavata? e ?scolpita? pazientemente, per poter dar forma ad un lavoro segnato dai contorni di un?architettura che non si adagia su alcuno sfondo, ma si riempie di sé.

L?iniziativa ha dato visibilità ad un?espressione artistica locale, confermando quella vivacità culturale che anima la città e che, come ha sottolineato il Prefetto di Matera, la Dott.ssa Francesca Garufi, evidenzia in quella prepotente esigenza di aprirsi al mondo e alla globalità l?importanza di partire da sé, dalle proprie radici storiche e culturali.
Un?esperienza, dunque, che non vuole chiudersi all?interno della propria territorialità ma aprirsi al confronto e al dibattito, incoraggiati anche da quel parallelo, delineato dal Presidente dell?Ordine Provinciale degli Architetti, Luigi Acito, con l?artista olandese Escher che torna nelle opere di Taddeo attraverso la sua capacità di ?entrare? nella materia.

Dalla materia alla forma?passando per la creatività.

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