L’ edizione “Bandiere Blu 2005” ha assegnato 138 Bandiere Blu distribuite tra 90 località balneari e 48 approdi turistici. L?Italia conquista anche quest?anno il secondo posto con 90 comuni dopo la Spagna (98), prima di Francia (86) Grecia (77) e Turchia (49).
I parametri generali per il premio sono: lo stato delle acque di balneazione, la validità e la regolarità degli impianti di depurazione, un corretto smaltimento dei rifiuti, le iniziative ambientali promosse dalle amministrazioni, la cura dell?arredo urbano e delle spiagge ed infine il sostegno a programmi di educazione ambientale, elaborazione da parte del comune di un piano ambientale per lo sviluppo costiero, acque senza vistose tracce superficiali di inquinamento (chiazze oleose, sporcizia,ecc.), spiagge allestite con contenitori per rifiuti in numero adeguato, spiaggia tenuta costantemente pulita, dati delle analisi delle acque di balneazione a disposizione, facile reperibilitá delle informazioni sulla Campagna Bandiere Blu d’Europa, iniziative ambientali che coinvolgano turisti e residenti, servizi igienici in numero adeguato nei pressi della spiaggia, collocamento di salvagenti ed imbarcazioni di salvataggio, assoluto divieto di accesso alle auto sulla spiaggia, divieto di campeggio non autorizzato, divieto di portare cani sulle spiagge non appositamente attrezzate, facile accesso alla spiaggia, rispetto del divieto di attivitá che costituiscono pericolo per i bagnanti, equilibrio tra attività balneari e rispetto della natura, servizi di spiaggia efficienti, accessi facilitati per disabili, fontanelle di acqua potabile, telefoni pubblici dislocati vicino alla spiaggia.
Tra le località premiate spicca la Liguria (12 bandiere), seguita da Toscana, Marche e Abruzzo (11), Emilia Romagna e Campania (8 bandiere); Puglia e Calabria (5), Lazio (4), Sicilia e Sardegna (3); Veneto e Friuli Venezia Giulia (2). All’ ultimo posto sono state collocate Molise e Basilicata (1). Il Piemonte ha visto premiate 2 località lacustri e 1 la Lombardia.
Anche quest’ anno la nostra regione non è andata bene. Ultimo posto con una sola bandiera blu (Maratea), con una dolente tendenza regressiva negli ultimi tre anni (ricordiamo che sono state tolte le bandiere ai comuni di Scanzano e di Policoro). Nonostante la Basilicata ha uno dei mari meno inquinati d’ Italia, diverse sono le cause che possono spiegare tali risultati.
Sicuramente non mancano la scarsa igiene delle spiagge e delle pinete litoranee, la errata pulizia degli arenili con conseguente deturpamento delle piante, degrado causato da ciclomotori e fuoristrada che invadono costantemente gli arenili a tal punto da rimanere vistose tracce di pneumatici o di benzina. In particolare a Metaponto Lido, una palude in sinistra della foce del Basento, durante la stagione estiva, diventa un parcheggio abusivo di auto oltre che una vera discarica di inerti, ricoperta in seguito da un lagetto che si forma durante il periodo invernale, in conseguenza alle piogge e alle piene del fiume. Questa discarica causa la formazione di insetti molto pericolosi per i residenti.
La causa principale di tale “diffida” è senza dubbio da imputare ai futuri progetti ad alto impatto ambientale previsti sulla costa ionica. A tal proposito quanti milioni di euro saranno spesi per la costruzione e il mantenimento di strutture turistiche? Eppure come ricompenso abbiamo ottenuto bandiere nere. Come mai i comuni in causa non sono stati premiati ma puniti? L’ unica spiegazione è che questi progetti non sono in armonia con l’ ambiente circostante e con la natura.
A tal proposito abbiamo ampiamente denunciato i possibili inconvenienti che opere portuali possono arrecare a un litorale sabbioso fortemente dinamico come quello ionico, come anche la grave infrazione a causa della mancata Valutazione di Incidenza in aree SIC e ZPS. A conferma di quanto esposto il documento “Mare Nostrum 2004” recita quanto segue:
Viene assegnata Bandiera Nera all ?Amministrazione comunale di Pisticci (Mt) dove è in corso di realizzazione il Porto turistico del Villaggio degli Argonauti, un porto fluviale in un ?area naturalisticamente significativa e ad alto rischio idrogeologico. Questa frase, a mio giudizio, sintetizza le inchieste che la nostra testata ha aperto dal 2004 sull’ argomento “Costa Ionica”. In parte siamo stati ascoltati, ci sono dei risvolti parzialmente positivi sulla vicenda che, quanto prima porteremo a conoscenza dei lettori.