L?imminente riapertura dell?inceneritore di Potenza, oggi denominato termovalorizzatore, ha indotto il Gruppo Consiliare del comune del capoluogo di regione ad organizzare un interessantissimo convegno sul tema ?Termovalorizzatore e gestione dei rifiuti?.
In una sala Inguscio della Regione Basilicata gremita, a testimonianza dell?interesse suscitato, con relatori preparatissimi, alla presenza delle massime autorità politiche e tecniche si è sviscerato il problema dei rifiuti e dello smaltimento alla luce delle recenti normative in oltre quattro ore di lavori. I lavori vengono introdotti dal capogruppo di PRC al comune, il prof. Marcello Travaglini, ed il prof. Salvatore Masi dell?ateneo lucano entra subito nel cuore delle problematiche proiettando delle interessantisime diapositive che riassumono i riferimenti normativi ponendo l?accento su un dato di fatto poi ripreso da tutti gli altri relatori: il contenimento dei costi per lo smaltimento dei rifiuti. Un dato sviscerato dal prof. Masi è apparso subito positivo; si riferisce alla bassa produzione pro capite di rifiuti, il dato è riferito alla provincia di Potenza, pari a 350/kg anni. Al centro dei riferimenti normativi non poteva che esserci il decreto Ronchi e le scadenze in esse contenute oltre agli obiettivi che in pratica sono un riassunto del recepimento di normative comunitarie. Fra gli obiettivi è chiaramente indicata la differenziazione della raccolta con l?obiettivo di frazionare la raccolta prevedendo un terzo da termovalorizzare, un terzo da conferire in maniera differenziata ed un terzo da smaltire in maniera tradizionale. Appare chiaro che il termovalorizzatore di Potenza si inserisce in questo contesto ed il suo varo è il frutto dell?applicazione della pianificazione regionale e provinciale. Un dato viene fornito circa la capacità di smaltimento dell?impianto potentino: smaltirà una quantità di rifiuti fra le 10.000 e le 30.000 tonnellate all?anno. Subito dopo è stato il prof. Andrea Masullo, docente dei principi di economia sostenibile dell?Università di Camerino, a calamitare l?attenzione dei presenti parlando del termovalorizzatore nella catena dello smaltimento. Al termine del confronto fra i vari tipi di smaltimento è apparso chiaro che la distruzione termica del rifiuto non è conveniente e la forma più conveniente di smaltimento risulta la raccolta differenziata ed il riciclaggio puro. Ha preso poi la parola il Sindaco di Potenza che ha parlato dell?impegno del Comune rivolto ad ottimizzare l?impatto ambientale a seguito della raccolta e dello smaltimento dei rifiuti. Si sono avvicendati poi gli esponenti delle associazioni ambientaliste, Gianfranco Botte del WWF e Marco De Biasi di Legambiente. Si è fatto il punto della situazione in Basilicata alla luce dei piani varati dalla Regione e dalle due Amministrazioni Provinciali. Anche Botte ha rimarcato la necessità di privilegiare la raccolta differenziata mettendo in evidenza che occorre battersi per una nuova politica per la gestione dei rifiuti ed evidenziando che l?entrata in funzione di Fenice non ha favorito, nel nord della regione, una corretta applicazione della raccolta differenziata.
Marco De Biasi di Legambiente ha perfettamente fotografato la situazione della raccolta e dello smaltimento in Basilicata ricordando le tante prese di posizione per indurre le amministrazioni ad un puntuale rispetto delle normative e mettendo anche lui in risalto che la soluzione più confacente alle esigenze tecnico-economiche rimane la raccolta differenziata ed il riciclaggio. Legambiente è però pronta sostenere con convinzione il compostaggio. Fa rilevare inoltre De Biasi che la pianificazione, provinciale e regionale, non è stata rispettata. Fin qui le principali Associazioni ambientaliste. Ma chi si aspettava un intervento che tranquillizzasse la gente circa le ricadute sulla salute per effetto delle emissioni del termovalorizzatore è rimasto deluso. Ci ha pensato un esponente di ReteAmbiente Calabria ad animare improvvisamente il convegno salendo d?impeto sul palco degli oratori e prendendo una ferma e decisa posizione contro la termovalorizzazione. Franco Iachetta, esponente ambientalista di ReteAmbiente del cosentino, non ha lesinato critiche a questo modello di eliminazione dei rifiuti in quanto ritenuto, oltre che poco conveniente, economicamente dannoso per la salute e sponsorizzato dalle lobbies dei costruttori di questo tipo di impianti che trova alleati nel trasversalismo politico e appoggi nella malavita organizzata. Un autentico scossone per la pacatezza degli interventi che avevano caratterizzato l?incontro. Si sono poi avvicendati l?assessore all?Ambiente del Comune di Potenza, Anna Fulgione, e il presidente dell?ATO1 Mario Brancale che ha fatto il punto sulla programmazione del settore non risparmiando frecciate alla politica locale per i ritardi nell?applicazione dei piani territoriali, per la mancata spesa delle risorse disponibili e per la frammentazione delle responsabilità. Nulla di nuovo a quanto detto dagli altri oratori ha detto Federico Mazzaro il presidente dell?ACTA, la municipalizzata che gestisce la raccolta e lo smaltimento a Potenza. Ha chiuso il convegno il segretario regionale di Rifondazione Comunista, che con un intervento ricco di spunti letterari e culturali, ha evidenziato il ruolo e l?impegno del suo partito per le problematiche afferenti l?ambiente. Quali sono, in sintesi, le risultanze del convegno? Prima di tutto è emerso che la termovalorizzazione è una tecnica non proprio conveniente, che il recupero energetico è assolutamente insignificante( quasi un obbligo derivante dall?applicazione del decreto Ronchi), che il problema dei rifiuti non è ancora una vera e propria emergenza ma comunque è bene tenere alta la guardia, privilegiando la tecnica della raccolta differenziata e del riciclaggio. Poco o niente è stato detto delle ricadute sulla salute riguardo l?imminente apertura dell?impianto potentino; se non ci fosse stato il blitz degli ambientalisti calabresi forse nessuno ne avrebbe parlato. Eppure in altri posti dove si attivano questi impianti c?è la massima attenzione e le associazioni ambientaliste, le stesse intervenute al convegno di Potenza, molto più agguerrite… Come mai qui da noi a Potenza non c?è la stessa sensibilità?