L?ultimo Consiglio Provinciale di Potenza ha assunto una posizione netta ed avanzata sulla questione della Centrale del Mercure. Ad un o.d.g. dei Verdi proposto dal Consigliere Provinciale Carmine Rossi se ne è aggiunto un secondo a firma del Consigliere Sandro Berardone ed altri, entrambi tesi alla definizione dei contorni di una vicenda che ha posto all?attenzione della politica la tutela dei territori e le ipotesi per lo sviluppo degli stessi; la salute dei cittadini e le modalità di condivisione delle scelte che ne implicano il diritto alla tutela; il ruolo delle Istituzioni nel riappropriarsi del governo del territorio senza timori reverenziali nei confronti di potentati politici e tanto meno economici.

La politica recupera pertanto la capacità di compiere scelte pensando alle ragioni del territorio coerentemente con gli indirizzi che esso si è dato. Per i Verdi è motivo di orgoglio l?avere ottenuto in seno alla Provincia di Potenza un così alto profilo nell?analisi della questione. L?intervento del Presidente Altobello ha interpretato le ragioni ed i sentimenti di un territorio, rappresentando un percorso di formazione delle volontà mai pregiudiziale, ma che rivendica il riconoscimento di una dignità sia alle popolazioni che alle Istituzioni che le rappresentano.
Sul piano politico la soddisfazione è massima. Le riserve espresse per primi dai Verdi circa la riconversione della Centrale del Mercure (ancorché l?ipotesi delle biomasse è una scelta in astratto sostenibile in termini di sviluppo turistico) sono state condivise da tutti i rappresentanti politici che laicamente si sono schierati dalla parte dei cittadini. Senza disconoscere, peraltro, i sacrosanti diritti dei lavoratori che oggi sono in lotta per gli effetti che il sequestro giudiziario ha prodotto sulla loro pelle. E tuttavia le tutele e le garanzie richieste, e la formazione di un tavolo tecnico istituzionale, vedono questi lavoratori tra i primi beneficiari della chiarezza. Quando anche un solo posto di lavoro è a rischio nessuno di noi è felice, anzi siamo preoccupati e solidali con i lavoratori che, però, accerchiati dalla logica della ?fame?, sono destinatari di un lavoro pur che sia, soprattutto se le condizioni ambientali sono del tipo ipotizzato, ma anche accertato, dalla Magistratura. Vi sarebbe una soluzione che può tenere dentro le questioni di tutela e salvaguardia con l?occupazione di lavoratori ENEL attraverso il ridimensionamento del progetto a 5~10 MW che, peraltro, ottimizza, in termini realistici, la possibilità di produrre energia rinnovabile con l?attivazione di una filiera per il reperimento in loco della biomassa.

In verità sull?intera vicenda aleggia una ?metodica neocoloniale? che ricorda molto quella stagione della storia dei popoli, in un contesto che ha visto l?Ente Parco non solo venir meno alla sua missione ma addirittura operare in direzione opposta ai suoi compiti di tutela e di salvaguardia in un?area che dovrebbe rappresentare l?essenza stessa di uno sviluppo duraturo, coniugato con la valorizzazione e l?utilizzo delle risorse ambientali.
La vittoria della politica, quindi, che richiama ognuno alle proprie responsabilità e pone al centro della propria azione la tutela dei diritti e gli interessi dei cittadini.

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