Sono stati molti i casi in cui studenti, per errore loro o per errore di altri si sono trovati in difficoltà con le tasse e le borse di studio.
Più ci guardiamo intorno, più emergono le contraddizioni che fanno risaltare il caso e rendono più rabbiosa la risposta degli studenti.

Di fronte ad alcuni bollettini MAV – per la cronaca bollettini per pagare le tasse universitarie – massimali, in totale quasi due milioni di vecchie lire, un sacco di studenti hanno avuto la stessa reazione …mi ritiro.
Reazione giustificata e non del tutto impropria, anzi.
Il massimale viene riscontrato a chi, per qualunque motivo, non presenti il modulo di adeguamento dei contributi entro il 1 dicembre per gli iscritti in corso ed entro il 31 per i fuoricorso. Il termine è perentorio, oltre quella data niente si può fare.
Discorso differente è per chi, beneficiario di borsa di studio, dovrebbe essere – almeno così funziona dalla notte dei tempi – esonerato totalmente dalla II e III rata. Misura apparentemente appagante, non frutto della generosità, ma del paragrafo 6 del regolamento per la determinazione di tasse, contributi ed esoneri […], ma ultimamente, in alcuni casi anche questo è stato smentito.
L’Ardsu e l’università sono due cose distinte, una è un’azienda regionale, l’altra è …l’università. Quindi potranno controllare in modo incrociato gli esami, la validità dell’iscrizione, etc.etc., ma sei hai un problema sicuramente non possono dialogare. Inizia il solito ping pong di competenze, alla faccia dei sistemi integrati e delle reti istituzionali. Niente di che …e colpa sua e colpa tua, queste cose si protraggono per anni. Povero chi ci capita.
Lo studente come al solito è senza armi di difesa e deve rimettersi al giudizio dei vari Enti, uffici etc. In un sistema di contribuzione, dove come al solito gli studenti risultano gli anelli deboli è impensabile che non ci sia un meccanismo di autotutela che ci permetta di avere almeno uno strumento per i nostri diritti.

A mio avviso basterebbe introdurre qualcosa del genere in un regolamento di autotela fatto dagli studenti per gli studenti: “Il funzionario responsabile deve informare le studentesse e gli studenti di ogni fatto o circostanza dal quale possa derivare un importo superiore a quello dovuto per caratteristiche di reddito o etc.etc.[…] o dal quale possano scaturire sanzioni, richiedendogli di integrare o correggere gli atti che impediscono l’equità e la conformità alla situazione reddituale della tassazione da applicare …” si può aggiungere che il primo richiamo ha termine perentorio, dopo il quale si procede con la procedura che porta al massimale.
E qualcos’altro del genere : “l’università non può richiedere agli studenti documenti già in suo possesso o in possesso di altri uffici pubblici direttamente interessati alla situazione reddituale degli studenti per altre finalità. Ciò deve comportare una maggiore collaborazione tra gli uffici stessi dell’università e tra l’università e l’Azienda Regionale per il Diritto allo Studio”.
Inoltre “qualunque sistema postale o etc.etc.etc. utilizzato per inviare bollettini MAV deve presentare timbro, metodo e data di invio. In presenza di sistema di riconoscimento elettronico, non verificabile dallo studente, la consegna risulta non avvenuta e decade automaticamente il termine di mora”. Questo invece deve rendere difficile manovre come quella che hanno dovuto portare alla proroga di un mese per la seconda rata. Bollettini arrivati l’ultimo giorno o come in molti casi mai stati recapitati, con codici automatizzati e informatici, ma senza alcuna data verificabile.
Dovrebbero chiedere, i nostri rappresentanti, quanto costa il sistema utilizzato dall’Unibas per la riscossione delle tasse, perchè se vantaggioso bisogna esportarlo anche altrove, se diseconomico bisogna cambiarlo. Questa è una pura e semplice curiosità.

Concludo con una citazione dotta, il brano è degli Afterhours “…questa pazza cifra qua non è mia la sostanza si vendica sulla poesia …paga e paga…”, nonostante tutto se c’è una tassa equa e giusta, nonostante l’alone poetico del vivere senza tasse e della possibilità di vendetta verso il fisco – sogno di tutti -, l’unica cosa su cui si può avere da ridire in questa circostanza è “…questa pazza cifra qua, non è mia…”, semplicemente perchè distrugge psicologicamente, ma soprattutto economicamente studenti che molto spesso già gravano sul reddito delle famiglie …e si sa l’equilibrio mentale e psicologico è già precario.

P.S. L’università si è impegnata per attivare un servizio di consulenza e ausilio con uno specialista, uno psicologo/a, chissà se fa tutto questo per convogliare più persone possibili verso la terapia…

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