Le società dell?eolico in Basilicata non intendono per nessun motivo rinunciare a piantare le loro pale sui monti ed i crinali dell?Appennino lucano. Cercano così di portare a compimento il disegno di disseminare sulle cime lucane con altre 431 pale eoliche che, aggiunte a quelle già autorizzate o funzionanti, portano il numero complessivo di aereogeneratori alla considerevole cifra di 893 con una potenza installata complessiva pari 995 MWe.

Le società dell?eolico (una ventina in tutto) cercano oggi in Basilicata di liberarsi dai ? lacci e lacciuoli? imposti dalla Regione Basilicata con alcuni atti amministrativi, per la verità ?difesi con poca convinzione?, almeno secondo il Comitato per la Difesa dell?Appennino Lucano che si batte per il rispetto delle normative che vietano la localizzazione degli impianti eolici nei parchi, nei SIC e ZPS ed a distanza inferiore da essi, rispettivamente di 5 Km e 10 Km e in tutte le altre aree indicate dalle deliberazioni regionali (area archeologiche, paesaggistiche, calanchive, etc). Già la modifica della precedente deliberazione n. 1138 del 24 giugno 2002 – ribadisce il Comitato di Difesa dell?Appennino Lucano – contiene un ?un cavallo di Troia?. Una sorpresa che qualcuno ha cercato di mimetizzare tra le righe dell?atto amministrativo per consentire di realizzare l?impianto eolico sul Monte Paratiello a Muro Lucano.

Una ipotesi, quella del Comitato, che diventa certezza negli ?scampoli finali? della scorsa legislatura quando, nell?ultima seduta, viene addirittura fatto sparire dall?ordine del giorno il disegno di legge regionale per la ?disciplina delle procedure per il rilascio dell?autorizzazione unica regionale relativa agli impianti eolici, di cui all?art.12 del Decreto Lgs 28.12.2003, n. 387?. Il motivo è che le forze politiche presenti nel Consiglio Regionale sono trasversalmente divise. Non va giù a quanti vogliono realizzare l?impianto eolico di Muro Lucano l?emendamento apportato dalla III Commissione al Disegno di Legge che corregge la stortura di sottrarre l?impianto murese dai divieti imposti dall?atto d?indirizzo. Oggi un nuovo e più grave pericolo incombe sul territorio ed il paesaggio lucano. Alla ?chetichella? e nel silenzio più assoluto dei mezzi d?informazione sono 4 le società dell?eolico al momento che hanno ricorso al Tribunale Amministrativo Regionale della Basilicata per veder annullati i due atti ? di indirizzo per il corretto inserimento degli impianti eolici sul territorio regionale?, chiedendo il risarcimento dei presunti danni alla Regione. La ?DE.DI Srl? con sede a Capua (CE) vorrebbe realizzare uno dei campi eolici più grandi d?Europa nei comuni di Latronico e Carbone. Un progetto che prevede l?allocazione di ben 90 turbine con una potenza complessiva di 72 MW in località Serra Le Spine, nel territorio del Parco Nazionale del Pollino a poca distanza dai SIC e ZPS del Monte Alpi Malboschetto di Latronico e Bosco Vaccarizzo: il progetto è stato approvato dai Comuni di Latronico e Carbone nel 2003 e presentato per l?approvazione all?Ente Parco Nazionale del Pollino di cui al momento se ne ignora l?esito. La società ?Bluvento s.r,l.? con sede a Potenza, ha ricorso al TAR sempre per chiedere la sospensione dell?efficacia dell?atto di indirizzo sull?eolico per sei progetti che riguardano i territori comunali di Potenza, Pietragalla, Montescaglioso, Tolve, Satriano e Filiano. Tra Pietragalla e Potenza sono 17 i generatori che la società intende realizzare mentre a Filiano l?Amministrazione Comunale di recente si è dichiarata contraria all?allocazione delle pale eoliche in diverse località comunali.

La società Energia Sud (con sedi a Milano e Napoli ) ha ricorso al TAR per completare il parco eolico in località Matina di Corleto Perticara che prevede l?installazione di altri 9 aereogeneratori per complessive 19 pale eoliche ed una potenza complessiva di 20 MW. Il parco eolico sorgerebbe a 5 chilometri da un SIC ed a 2 Km da un?area archeologica. Analogamente la ?società Elettrostudio? con sedi a Venezia e Mestre intende realizzare nel Comune di San Chirico Raparo in località Serra Croce il parco eolico approvato dal Comune che ricade nella fascia di rispetto della Zone di Protezione Speciale Murgia S.Lorenzo e Monte Raparo, ed in parte nell?istituendo parco nazionale Val d?Agri Lagonegrese Appennino Lucano. Tralasciando per il momento i contenziosi che vedono ora alcuni Comuni, ora i cittadini e le società eoliche protagonisti (Brindisi di Montagna, Palazzo San Gervasio,Genzano di Lucania) e ora le stesse società eoliche in competizione tra loro (area del Vulture), il ricorso ?esasperato? alla carta bollata evidenzia che di ? affare eolico? si tratta. Esso ammonterebbe a diverse centinaia di milioni di euro, in gran parte finanziati dallo Stato. Un finanziamento che rischia però di essere ridimensionato notevolmente dalla marcia indietro del governo sugli incentivi ai produttori di energia elettrica derivante dalle cosiddette fonti rinnovabili attraverso l?abolizione dell?art 11 sexies del Piano di Azione Governativo per lo sviluppo economico, sociale e territoriale.
C?è da augurarsi che la Regione difenda il suo operato e con esso le nostre montagna dall?assalto indiscriminato delle società dell?eolico augurandosi che la recente disincentivazione operata dal governo riconduca l?impiego di questa fonte energetica all?interno del Piano Esegetico Regionale che fissava il 400 i Mw prodotti con questa fonte localizzati in aree idonee (il prof. Vacca attraverso studi anenometrici indicava in 4-5 le località idonee in Basilicata ad ospitare parchi eolici).

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