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L’Arci non si sgombera!

Alle forze democratiche, a tutti i democratici.

Il testo che segue è contenuto su un volantino che in questi giorni stiamo
diffondendo nel nostro paese (Pomarico, MT) e la risposta del circolo Arci
locale all’assedio che la Pubblica Amministrazione pomaricana ci ha
dichiarato. Si tratta, essenzialmente, delle questione aperta sulla nostra
sede (che è di proprietà comunale e si trova all’interno di un palazzo
storico). Nelle prossime ore la forza pubblica interverrà contro il circolo,
su richiesta del primo cittadino. La vicenda è abbastanza vecchia e nelle
righe successive è riassunta, brevemente:

Nonostante i numerosi tentativi del nostro circolo Arci di dialogare con il
Sindaco Casolaro (Casa delle Libertà) e la sua Amministrazione ci troviamo a
fare i conti, alla data odierna, con un’ordinanza di sgombero immediata. A
nulla sono servite le nostre proposte per una soluzione mediata, pacifica e
condivisa ad un problema che investe la quotidianità di centinaia di ragazzi
e ragazze pomaricani.
Il sindaco di Pomarico invece di pensare a risolvere i problemi gli annosi
problemi della nostra comunità, che oggi versa in una situazione a dir poco
drammatica (si pensi al dramma della disoccupazione) preferisce accanirsi (è
diventata ormai la sua ragione di vita) contro uno spazio sociale che è
punto di riferimento e alternativa alla strada per tantissimi giovani.
Le proposte da noi avanzate, da ormai un anno, vanno nella direzione della
stipula di una formale convenzione con il Comune che preveda il pagamento, a
carico del Circolo, del fitto e delle varie utenze. Proposta questa avanzata
anche all’Amministrazione Raucci (centrosinistra) per 5 lunghi anni la quale
però ha preferito tenere appesa, come una spada di Damocle sull’Arci, la
delicata questione.
Coloro che oggi disamministrano il Comune di Pomarico stanno tentando di
strumentalizzare la vicenda del restauro del Palazzo Marchesale, dicendo che
la nostra presenza non consente la prosecuzione dei lavori. Bene! Al fine di
sbugiardarli ulteriormente ribadiamo ancora una volta che noi, nonostante
l’opera di restauro preveda uno scempio quale la distruzione di una “volta”
nel vecchio teatro del palazzo, intendiamo far svolgere i lavori nella
massima sicurezza possibile lasciando il locale per il tempo della durate
degli stessi. L’unico atto preliminare che chiediamo è, appunto, la
regolarizzazione del rapporto di locazione con il Comune attraverso la
stipula di detta convenzione.
Caro Sindaco, hai scelto la via peggiore, quella della repressione violenta
per risolvere un problema che attiene alle civili relazioni democratiche
(quelle che evidentemente tu sconosci) ma forse non ti rendi conto di essere
una esigua minoranza in questa società, forse non ti è chiaro che i tuoi
manganelli nulla possono contro la forza delle nostre idee.

Circolo Arci “D. Dicanio”