Il 12 e 13 giugno si voterà per un Referendum importante per tutti noi, si voterà per l’abrogazione parziale della legge 40 sulla procreazione medicalmente assistita. Il Referendum proposto in prima istanza era quello totalmente abrogativo, cioè chiedere agli italiani se cancellare o meno la legge. Questo Referendum è stato bocciato, dopo il ricorso del Governo alla Corte Costituzionale. Ora siamo chiamati, con l’istituto del Referendum, a decidere se abrogare parzialmente questa legge.
Il tema è difficile tecnicamente, si parla di argomenti che non sono entrati nellaprofondità del senso comune. C’è da dire che se il Parlamento avesse modificato i quesiti messi a Referendum successivamente alla pronuncia della Corte Costituzionale, il Referendum non ci sarebbe stato. Questo non è avvenuto per mancanza di tempo o per mancanza di voglia; si demanda tutto alla sovranità popolare.
Siamo consapevoli che i temi affrontati, genitorialità, sessualità, malattia sono temi che scuotono la coscienza e fanno riportare un giudizio piuttosto personale, da rispettare, qualunque esso sia.
La domanda a cui dobbiamo rispondere, informandoci dei quesiti e guardando in fondo alla nostra coscienza, non è se noi faremmo uso della fecondazione eterologa – per la cronaca con donatore esterno alla coppia – o meno, ma se è giusto dare la possibilità a chi vuole ricorrere a queste tecniche di utilizzarle o meno. Così per tutti gli altri quesiti. Se noi fossimo malati di Parkinson o Alzheimer vorremmo che la ricerca progredisse per curare queste malattie? Diritto di scelta.
Ci stiamo chiedendo se è legittimo considerare l’embrione un soggetto di diritto e poi maltutelare le donne che ricorrono alla terapia, far risaltare più i diritti degli embrioni che quello delle donne.
Ci stiamo chiedendo se è giusto limitare, per un’etica di stato e per un abuso di potere il ricorso al progresso per dare la vita e per conservarla.
Ci stiamo chiedendo perchè questa legge è in controtendenza con la maggiorparte della legislazione europea. E’ possibile che si inizi – cosa già iniziata da un anno a questa parte – un turismo procreativo che porti le coppie italiane ad utilizzare questo metodo nella cattolicissima Spagna. Alcune coppie, quelle più fortunate e ricche, potranno volare oltre le Alpi, quelle più povere saranno costrette a reprimere il loro desiderio di avere un figlio.
Altro tema che va affrontato è quella della laicità dello stato, uno dei fondamenti della Costituzione italiana. La separazione tra Stato e Chiesa. Vedi Costituzione, art.7 carta dei principi fondamentali.
Ci sono alcuni centri di ricerca, una ventina, dove sono conservati migliaia e migliaia di embrioni. Se questa legge non fosse modificata dove finirebbero ? Sarebbero distrutti … ? Ma l’embrione non era vita!? Non è più giusto e di buonsenso utilizzare quegli embrioni per la ricerca, utilizzare quelle cellule per dare altra vita?
Ho il timore, questo intimo e personale, che questa legge apra la revisione della legge 22 maggio 1978, n.194 – Norme per la tutela sociale della maternità e
sull’interruzione volontaria della gravidanza-, una battaglia che la maggiorparte del popolo italiano ha già vinto.
Non ho il timore che inizi in Italia la corsa alla clonazione umana, come paventato da qualcuno o che ricomincino esperimenti pazzi in continuità con l’opera di Hittler.
Per tutto questo il mio invito è quello di andare a votare, non privandosi del diritto di scelta e considerando, il diritto-dovere del Referendum come una delle eredità democratiche più importanti. Sovranità popolare.
Daniele Gioia
Direzione Regionale Sinistra Giovanile
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