Il settore cultura del Maggio Potentino, edizione 2005, riserva sempre incontri istruttivi e stimolanti: un esempio è stato il convegno dal tema ?L?homme sensible – Antropologia del profumo?, che si è svolto martedì 24 maggio presso la Sala Convegni del Museo Provinciale di Potenza. L?incontro è stato organizzato dalla sezione potentina dell?Inner Wheel, con il patrocinio della Provincia, del Comune, in collaborazione con l?Università di Basilicata, con la quale, fra l?altro, sono in programma ulteriori eventi futuri anche allo scopo di rilanciare la lingua francese. Il meeting, presieduto dalla presidentessa Elvira Lebotti Maffione, ha visto, in qualità di relatori, la professoressa Valeria Sperti, docente di Letteratura Francese e il professore Paolo Augusto Masullo, docente di Antropologia Filosofica, entrambi docenti presso l?Università di Potenza; piacevolmente accompagnati da un sottofondo musicale eseguito da Bartolomeo Tedesca, alla chitarra, e Marirosa Vinciguerra, voce soprano, che hanno trasportato il numeroso pubblico presente in un?atmosfera francese.

E il termine profumo evoca, indubbiamente, la Francia: ?l?idea del lusso, della raffinatezza, spiega la seduzione?, ha osservato la prof.ssa Sperti; ma richiama anche uno dei cinque sensi, l?olfatto, che spesso, in quanto sensazione, è relegato in secondo piano, soprattutto nell?odierna società occidentale, maggiormente proiettata sul senso della vista e dell?udito; non sono infatti molte le professioni che utilizzano questa percezione, se non gli enologi e i profumieri. L?odorato provoca sensazioni che rimangono come sospese, non sono accompagnate da nessun percorso razionale; eppure molte manifestazioni religiose sono legate al profumo: pensiamo all?incenso della liturgia cattolica come simbolo di purificazione o all?imbalsamazione delle mummie egizie.

Nella storia francese, fin dai secoli sedicesimo e diciassettesimo, il profumo ha rappresentato un concetto culturale, che è variato a seconda del tempo e del luogo: da un lato la moda di regalare guanti di pelle profumati, dall?altro le esalazioni pestilenziali, in entrambi i casi l?odore è, prima di tutto, odore dell?altro. Lo stesso Jean Jacques Rousseau ci racconta come fu colpito da un lezzo nauseabondo al suo ingresso a Parigi. Con la rivoluzione del 1789 il profumo ebbe una caratterizzazione particolare: infatti le donne che avevano l?abitudine di impregnarsi di aromi erano considerate poco serie; usanza che iniziò ad essere considerata poco utile nel corso del diciannovesimo secolo, quando, con l?uso abituale dell?acqua e del sapone per l?igiene quotidiana, gli odori del corpo non dovevano più essere necessariamente coperti, ancor più perché si andava affermando la nozione di individualismo. Nella letteratura successiva l?odore diviene veicolo di sensazioni e ricordi: basti pensare a Baudelaire de ?Le Fleurs du Mal? o a Marcel Proust, per il quale antiche memorie involontarie tornano suscitate da odori e associate a profumi.

Per il professor Masullo l?apparente levità del concetto di profumo è legata al fatto che l?uomo vive per vedere, ha messo al centro della sua identità il senso della visione, perché alla vista non può associarsi la parola sentire, dunque ciò che non si sente è lontano da noi, l?occhio è il senso della distanza, della differenza, dell?oggettività, della scorporazione. Nel conflitto dei sensi vince la vista, perché prevale un modello di oggettivazione della realtà che non comporta contaminazione con il mondo, in una visione della cultura occidentale che si fonda sulla separazione del corpo e in particolare del senso della vista dagli altri sensi, che sono caratteristica dell?homme sensibile; lo stesso Freud auspicava: ? la rimozione dell?olfatto come fattore di civilizzazione?, dunque l?idea di estrarre, di abbandonare gli istinti, i sensi, perché oscuri, perché non danno sicurezza. Al contrario si poneva invece Nietzsche che proponeva una rivalutazione della corporeità, che è il centro della nostra esperienza, del mondo; i sensi intesi nella loro pari dignità, egli stesso afferma in ?Ecce Homo?: ?ho fiutato la verità, il mio genio è nelle mie narici?.

L?oscillazione del tema è vasta e in genere si adatta alle circostanze storiche, diventa difficile, dunque, definire il profumo, l?odore, che è il senso più soggettivo perché meno descrivibile, non esiste un linguaggio dell?odore, ma viene descritto attraverso le metafore; il profumo è buono o cattivo nel momento in cui incontra l?altro; le fragranze, esprimendo soggettività od oggettività, si rendono repulsive o invitanti nella relazione, nel confronto con l?altro.

?Si può mai ricordare l?amore? È come evocare un profumo di rose in una cantina. Puoi richiamare l?immagine di una rosa, non il suo profumo?. (Arthur Miller)

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