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Il pittorico estro di Pietro Basentini

Gli artisti presenti sul territorio potentino sono una nutrita schiera. Essi esercitano con estro e costanza, genio e originalità, fantasia e passione, la missione dell?artista. Effettivamente nel definire un pittore, uno scultore, un musicista, uno scrittore (?) si potrebbe dire che l?attività svolta è analoga a quella di una persona chiamata a realizzare una vera e propria missione sulla Terra. Quali individui con una sensibilità acuita, colgono i particolari più celati nelle cose, nelle realtà, nei tempi, nelle persone, mostrandoli a tutti gli esseri umani. Nonostante la loro opera non sempre è compresa dalle masse, finendo non di rado nell?oblio del presente storico, incompresi dalla gente, criticati dagli esperti e impossibilitati finanche alla sopravvivenza materiale, mancando una quantità di moneta tale da garantire la sussistenza. Non sono pochi, infatti, i Picasso, i Montale, i Verga, i quali per vivere e praticare la propria attività di artista, hanno sopportato non pochi sacrifici.

Pietro Basentini, pittore e musicista potentino, a tal proposito definisce l?artista ?un veggente, un rivoluzionario, un profeta?, giacché l?artista è un anticipatore di mode e costumi, che vive nel mondo, ma lo contempla con gli occhi di chi sembra trovarsi a metri da distanza da terra; un po? come un ?cristiano? ? prosegue l?interlocutore ? che scandaglia all?interno della propria individualità, al fine di capire sé stesso e tutto ciò che lo circonda.

Il pittore Pietro Basentini ha presentato differenti mostre personali a partire dagli anni ?60 e ha partecipato anche a varie rassegne d?arte contemporanea. Dopo un periodo d?inattività ha ripreso le esposizioni a partire dal 2000, quando è fiorita nella sua vita un?epoca di rediviva creatività e pace interiore, grazie anche al novello amore sbocciato nella propria vita, quello verso il Dio buono che ama i propri figli nel bene e nel male sulla Terra. Le forme della pittura di Basentini sono vive nella memoria dell?artista e sono impresse su tela come se il ricordo si proiettasse in una dimensione reale, poco ragionata, tanto che il pittore evita continui ritocchi, al fine di schivare le continue trasformazioni del dipinto. Egli recupera i luoghi familiari, ossia alberi, case, paesaggi, ponti, campi. Tali elementi divengono intimi, quasi nascosti e custoditi all?interno della sfera onirica dell?autore. Nel dipinto intitolato Limoneto, 2002, le foglie dell?albero appaiono, pertanto, verdi e gialle, quasi a voler dimostrare che il tempo si è fermato, mediante un atto di abolizione di presente, passato e futuro, immortalando la trasformazione del fogliame. Discorso quasi analogo per Il desiderio e il sogno, 2001, nel quale le candide vette dei monti, sono realizzate in colori cerei, verdognoli, bluastri, come se esse fossero state sottratte all?universo contingente, salvate all?interno del sogno e in un secondo tempo nella tela. La strada rossa e il ponte, 2002, è caratterizzato dalla predominanza delle varietà cromatiche del rosso. Si alternano, in effetti, il fulvo, l?amaranto, il porporino.

Al centro della tela è situato il ponte, quel viadotto che appare familiare a un lucano; quest?ultimo pensa a uno dei tanti ponti dell?autostrada, costruita tra i campi coltivati e suddivisi quasi con geometrica precisione. I soggetti di altre tele sono le facciate di chiese e cappelle, come se Basentini volesse imprimere, attraverso le proprie tele, il novello ardore per la fede cristiana. Al centro del quadro intitolato La chiesa della contrada, 2002, per esempio, si trova una pieve contadina, che domina la scena. Essa è di color giallo vivo e acceso, è immersa nel buio, illuminata dalla luce della fulgida e piena luna, circondata da campi e alberelli, al di sopra delle piccole e semplici casette.

I colori dei dipinti di Basentini sono netti e vivaci, non c?è posto nella pittura dell?artista potentino per elementi cromatici intermedi e sfumati, dominano i blu, i verdi, i rossi, inframmezzati da spazi bianchi e neri, come se, nelle tele, ci fosse posto solo per la radicalità, la schiettezza, la franchezza, l?ingenuità o la purezza del sogno, per voler riprodurre il reale come lo capta il cuore, come lo commemora il ricordo, come lo salva l?anima. Chissà se queste fragili riflessioni sono solo delle impressioni che tali dipinti hanno suscitato nell?anima dello scrivente o potrebbero corrispondere alle idee dell?autore stesso.