Venerdì 20 maggio, nell?ambito della settimana della cultura, è stato inaugurato a Potenza, all?interno del restaurato Palazzo Loffredo, il Museo Archeologico Nazionale della Basilicata, intitolato a Dino Adamesteanu, studioso di rilievo internazionale e ?padre? dell?archeologia lucana.
L?evento è stato organizzato dall?amministrazione comunale con tutti gli onori della cronaca: corteo di nobili e archibugieri per le vie della città, saluto delle autorità, cerimonia di inaugurazione e musiche e danze finali.

La cronaca abituale della giornata prevedrebbe l?elenco dell?affollato parterre di autorità presenti, delle ?teste coronate? e non, che hanno partecipato all?inaugurazione e che hanno reso possibile la realizzazione di tale evento; ma poiché questa è una cronaca per appassionati, per i cittadini di Potenza e per i lucani, un resoconto che vuole sottolineare l?importanza di ciò che rappresenta questa istituzione per la nostra città e la nostra regione, si tralascerà il dettaglio delle presenze pubbliche a favore dell?interesse culturale di un evento che costituisce il punto di partenza fondamentale della presa di coscienza e della consapevolezza della ricchezza della Lucania, colma di testimonianze antiche, appannaggio di una platea di esperti e appassionati, ma ignorate dal grande pubblico.
Ancora una volta, dopo il restauro e il recupero del Teatro Stabile, si aggiunge, al rilancio della cultura e del centro storico della città, un altro edificio, con l?intenzione di porsi al centro del circuito culturale e turistico del territorio nazionale, sfruttando le risorse e utilizzando il patrimonio artistico quale importante fattore di sviluppo. L?investimento in questo settore getta le fondamenta e pone le condizioni affinché il territorio regionale recuperi la propria identità ed esprima i propri talenti; lo stesso sindaco, Vito Santarsiero, ha giustamente affermato che ?non sono più ricchi i popoli che hanno risorse, ma quelli che le sanno utilizzare conservando le proprie peculiarità?.

Palazzo Loffredo, il ?Marchesal Palazzo?, centro vibrante della vita sociale potentina nei secoli diciassettesimo e diciottesimo, di proprietà del comune, ma ceduto in comodato d?uso per 60 anni alla Sopraintendenza ai Beni Archeologici della Basilicata, riapre dopo 25 anni e diviene sede di un prestigioso museo, dove sarà possibile rileggere la storia della Lucania e della Magna Grecia.
Il Museo è articolato su due piani, seguendo un criterio cronologico e territoriale, e offre al visitatore un quadro generale sull?archeologia dell?intera regione ed un approfondimento sui numerosi ritrovamenti del territorio di Potenza, presentati in forma definitiva al pubblico per la prima volta. Sarà dunque possibile esporre e di conseguenza ammirare i risultati delle numerose ricerche archeologiche che vengono costantemente condotte negli ultimi anni in Basilicata: sono certamente noti al pubblico gli scavi di Vaglio e la Villa Romana d?epoca imperiale in località Malvaccaro, ma meno noti sono gli scavi condotti dall?Università di Basilicata presso la Torre di Satriano o nel territorio di Cersosimo, nella valle del Sauro; ritrovamenti di mura, santuari, palazzi che ogni giorno, grazie al faticoso lavoro degli archeologi, ci restituiscono ?pezzi? di storia, di cultura, di vita delle età più antiche: ex-voto, piatti, statuette, vasi, coppe e vario altro materiale. E quanto ancora c?è da rinvenire e da studiare in un territorio che ha visto avvicendarsi svariate popolazioni e svariati stili di vita dall?età del bronzo all?epoca romana: genti indigene ( Chones-Enotri) fra il IX e l?VIII secolo a.C.; colonie greche della costa ionica (VII secolo); Peuketiantes (VI secolo) nelle aree interne montuose della Basilicata settentrionale; lucani nel V secolo, provenienti dall?area centro-italica e alla fine del IV romani che conquistano gran parte della regione. Dunque un vasto contenitore di testimonianze preziose che rendono ancora più ricca la Lucania e che rappresentano un?occasione per un salto di qualità sia dal punto di vista culturale cha da quello turistico.

All?interno di Palazzo Loffredo sono stai aperti anche due spazi espositivi da dedicare a mostre di pittura, scultura, fotografia, convegni, presentazioni di libri e numerosi altri eventi culturali: si tratta della Cappella dei Celestini e della Galleria Civica, quest?ultima ospita in questi giorni la mostra ?Giovanni Colacicchi ? Onofrio Martinelli? Un sodalizio artistico 1921-1966?, promossa dal Comune di Potenza nell?ambito dei progetti di Città Cultura.

Dunque non si dica che la nostra città e la nostra regione non offrono occasioni ed orizzonti entusiasmanti per un brillante sviluppo futuro; certo viene da domandarsi: quante di quelle persone che venerdì affollavano il Museo, la Galleria Civica e lo spazio antistante erano lì perché stimolate da un puro anelito culturale e quante hanno colto l?occasione mondana (perché anche di questo si è trattato) per mostrare le loro mises eleganti ? Ai posteri l?ardua sentenza…

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