Non c?è pace. Le polveri sottili incombono sulle nostre teste e lontana sembra la risoluzione di un problema che riguarda la salute dei cittadini. Poche sono state le risposte istituzionali all?inchiesta avviata, qualche mese fa, dal nostro giornale e in seguito ripresa da altre testate regionali. Il punto focale della nostra indagine, condotta in collaborazione scientifica con Accademia Kronos Basilicata, è stata la totale inesistenza di un piano di monitoraggio regionale efficiente, aggravato dal sospetto posizionamento di specifiche centraline di rilevazione. Accanto alle lacune strutturali dimostrate dagli organi competenti hanno fatto seguito indicazioni strettamente numeriche: i valori rilevati del famigerato Pm10, in più di un?occasione hanno superato la soglia limite dei 50 µgr/m3.
Ad oggi, nella nostra regione (stando ai dati presenti sul portale dell?Arpab) sono attive e funzionanti solo cinque centraline su un numero indefinito: cinque nella Provincia di Potenza e zero nella Provincia di Matera. Tre sono presenti nel comune di Potenza (Parco Rossellino, incrocio via del Gallitello, viale Firenze), una a Lavello ed una a Melfi (presso il centro Aias). Tutte risultano posizionate in
aree da considerarsi abbastanza tranquille dall?esposizione a sostanze pericolose. Non risultano, invece, dati che riguardano i punti nevralgici del traffico potentino, né tanto meno quelli di Matera e dell?intero materano. Siamo scoperti ancora nella zona industriale dove si erge la Fenice, la Ferriera e la Val d?Agri, dove le attività estrattive continuano. Lo status generale della situazione necessità, a questo punto, di una netta definizione ed in primis di una mappatura completa che coinvolga tutto il territorio regionale. Questo anche alla luce di un quadro di centraline che abbiamo cercato di ricostruire. Le fonti reperite e studiate hanno portato all?individuazione di altre centraline Arpab, unitamente a strumentazioni Alsia, Eni-Agip, società private e Provincia di Potenza. Ecco il quadro aggiornato: tra Melfi e Lavello sono presenti 3 centraline e non 2. La terza, nell?area di San Nicola di Melfi, risulta essere in programma di istallazione. A Potenza sono 4 quelle istallate. A Matera e provincia (che dai dati pubblicati non risulta monitorata) l’Arpab effettua misurazioni con stazioni o laboratori mobili ed è molto probabile la presenza di una centralina fissa. A Montemurro avviene un monitoraggio con stazione mobile e con una centralina di una società dell’Eni, Agip o altro. A Grumento Nova agisce una stazione mobile dell?Arpab
che in base alla Legge 16/99 ha avuto mandato di sostituire il P.M.I.P. (Presidio Mobile Igiene e Prevenzione). A Senise opera una stazione mobile Arpab. A Rotondella l’inaugurato laboratorio della Sogin e il laboratorio mobile dell’Enea presso il Centro Trisaia prevedono un?operazione di questo tipo.
Nell?aria industriale di Viggiano, in prossimità del Centro Oli, ci sono 3 centraline, 2 che fanno mandato alla Provincia di Potenza e 1 sotto tutela dell?Agip. Le nuove centraline individuate fanno capo a diversi soggetti, questo impone la massima chiarezza, ma soprattutto una linearità informativa da parte degli organi preposti. E questo mi sembra che manchi, anche perché ancora, a tre mesi dall?inizio della nostra indagine non è trapelata nessuna posizione ufficiale in merito.
Per queste ragioni l?allarme polveri sottili non deve essere assolutamente trascurato. Nei primi quattro mesi del 2005, il valore limite di 50 µgr/m3 per il Pm10 ha continuato ad avere alti e bassi in una scala graduata variabile tra i 50 e i 94 µgr/m3 a quanto pare senza destare alcuna preoccupazione.
Se pensiamo, inoltre, che entro il 2010, il valore limite per il Pm10 deve attestarsi entro i 20 µgr/m3. Come provvederemo, nei prossimi cinque anni, ad una riduzione che si prospetta drastica? Necessitano delle risposte immediate perché sarebbe improprio negare il diritto alla salute, alla luce di attestate incidenze negative sull?uomo delle polveri sottili. Anche l?Oms, Organizzazione mondiale della Sanità ha lanciato l?allarme. E? chiaro che il traffico è la principale fonte generatrice di particolato. E tra i mezzi che circolano in area urbana alcuni hanno una potenzialità inquinante maggiore (autobus e mezzi commerciali pesanti, in primo luogo) rispetto altri. Simili contributi per niente trascurabili sull?emissione delle polveri sottili sono riconducibili a processi legati alla circolazione dei veicoli in grado di produrre direttamente del particolato: abrasione meccanica di vari componenti: usura di pneumatici, dei freni, dell?asfalto. Si rendono indispensabili delle possibili soluzioni in un breve periodo che potrebbero andare dai blocchi totali della circolazione ai blocchi dei mezzi non catalizzati, dalle targhe alterne al blocco degli autoveicolo che non rispondono agli standard Euro. Per ora nulla.
Leggendo la tabella si evince che la situazione più grave è circoscritta a Lavello che con 19 superamenti del valore limite dall?inizio dell?anno si appresta a raggiungere la soglia dei 35 superamenti annuali. Quanto aspetteremo per degli interventi?