Da pochi giorni la Giunta De Filippo è operativa avendo il più votato Governatore d?Italia provveduto a distribuire le deleghe ai sei assessori che compongono l?esecutivo.

Smaltiti gli immancabili malumori degli scontenti (nella coalizione e all?interno dei partiti) si deve pagare la cambiale firmata agli elettori in fase di campagna elettorale. Sono tante le emergenze con cui confrontarsi e cercare di porvi un rimedio, mi limiterò, in questa nota, ad affrontare la ?questione ambientale? che da anni anima il dibattito politico regionale. Con lo sfruttamento dei giacimenti petroliferi e con le emergenze ambientali nate in concomitanza della messa in funzione delle trivelle una nuova coscienza ambientalista ha pervaso molti lucani.
Sono sorti alcuni movimenti attivi, a macchia di leopardo, sul territorio, molte volte in contrasto con le Associazioni ambientaliste storiche, movimenti che oggi chiedono a gran voce che l?aggressione nei confronti di popolazione e territorio venga adeguatamente contrastata.

Sarebbe stato più giusto che De Filippo avesse dato al leader dei Verdi Mollica la delega all?ambiente, sarebbe stato, all?interno della Giunta, la persona giusta al posto giusto, ma si sa la politica non sempre si comporta con coerenza. La speranza è che il governo regionale affermatosi nelle elezioni di aprile sappia dare una robusta sterzata rispetto al percorso tracciato dalle precedenti giunte. Troppe distrazioni, troppe decisioni in contrasto con la vocazione ambientale dei lucani devono essere sanate con comportamenti più virtuosi.

Bisognerà innanzitutto limitare i danni che il Governo centrale ha arrecato e continua ad arrecare con provvedimenti legislativi sconcertanti, con l?avocazione all?esecutivo di competenze che erano del Parlamento, con l?introduzione di sanatorie e condoni che omologheranno crimini nei confronti della natura, anche in aree protette. Un Governo nazionale nemico della Basilicata che non si decide a perimetrare il Parco della Val d’Agri per favorire l?estrazione del petrolio, che ha tentato di costruire in riva allo Jonio il cimitero nazionale delle scorie nucleari.

Bisogna che le politiche e l?orientamento della nuova Giunta regionale siano orientati effettivamente a favorire lo sviluppo ecosostenibile, ma che lo faccia con i fatti e non con i proclami. Che lo sviluppo non danneggi la salute della gente, che la gente ed i movimenti siano davvero al centro delle attenzioni di chi ne ha in mano i destini. Non ci si lasci ingannare dalle chimere del ?mercato?, non facciamoci ricattare, lo sviluppo lo si può governare anche senza farci ?avvelenare?. E? vero, l?energia a basso costo può contribuire ad attrarre investimenti e ad abbassare i costi del lavoro nelle asfittiche arre industriali lucane, ma non è giusto produrre energia per poi esportarla e tenerci noi ?le scorie?. Non serve in Valbasento una megacentrale da 800 MW, non serve, in piena area protetta, ai piedi del Pollino una centrale come quella che l?Enel vuol mettere in funzione.
Preservare le coste dall?aggressione del cemento è la vera arma vincente per un turismo più umano, i villaggi costruiti nel metapontino non hanno portato benessere ai comuni costieri, voler costruire due mega-porti turistici arrecherà danni irreparabili all?ecosistema senza che l?occupazione ne trarrà benefici. Si modifichino i pareri positivi della precedente amministrazione regionale.

Si potenzino e qualifichino i presidi tecnici da adibire al monitoraggio di acqua, aria e terreno. Ci sono segnali inquietanti sulla rete di monitoraggio ?istituzionale?. Da quest?anno è operante quella parte di DM 60 del 2002 (Recepimento della direttiva 1999/30/CE del Consiglio del 22 aprile 1999 concernente i valori limite di qualità dell’aria ambiente) che fissa i limiti delle polveri sottili in 50 µg/m3. Fra l?indifferenza generale si scopre che la rete di rilevamento in Basilicata è insufficiente e non sempre perfettamente funzionante, solo cinque centraline, tre a Potenza una a Melfi e una a Lavello.

La provincia di Matera non monitorata, la zona di estrazione del petrolio ignorata, come non monitorata l?area dove insiste il megainceritore di Fenice. Nonostante la carenza di centraline, nonostante le tante volte che esse non erogano i dati, ben 50 volte, dall?inizio dell?anno, si è superato il limite di legge senza che nessuna autorità, politica o sanitaria abbia avvisato la popolazione. Sconcertante.
Entro fine anno sia a Potenza che Lavello sarà raggiunto il tetto dei 35 superamenti del limite di 50 µg/m3 , vedremo quali provvedimenti si adotteranno! Altra emergenza molto sentita dalle popolazioni riguarda l?esposizione alle onde elettromagnetiche generata dalla selva di ripetitori per la telefonia mobile posizionati con protervia dappertutto. In ogni comune sorgono comitati spontanei che lottano disperatamente per tenere lontani i tralicci il più delle volte senza l?intervento di sostegno delle Associazioni ambientaliste.

Anche per questo problema ci dev?essere l?impegno della nuova Giunta regionale affinchè la Legge Regionale n° 30 del 2000 trovi applicazione coordinando i comuni per elaborare i Piani di localizzazione degli impianti, solo così potremo disporre di un servizio utile ma non dannoso qual?è la telefonia cellulare.

0 Comments

Leave a reply

©2024 Associazione Promozione Sociale Lucanianet.it - Discesa San Gerardo 23/25 85100 Potenza CF 96037550769 info@lucanianet.it