Sul crinale di un colle, dal quale si ammirano la valle del Noce e il massiccio del Sirino, sorge Rivello: considerato, grazie anche alla straordinaria posizione panoramica, uno dei più affascinanti tra i numerosi borghi lucani inerpicati su rilievi. Indubbiamente la sua bellezza è dovuta anche al caratteristico e ben conservato centro abitato fatto di stradine, scalinate, portici, balconi in ferro battuto, portali in pietra e piazzette. La stessa struttura urbanistica è pittoresca: la chiesa di San Nicola dei Greci domina la parte occidentale, l?ampia via principale si arrampica fino alla piazza centrale, dalla quale si gode una splendida veduta del paese e della campagna circostante, stretti vicoli si snodano sui due versanti e si infilano fra le abitazioni, dipinte e decorate con logge o ringhiere.

Sembra che il nome derivi da ?ravina? o ?ravello?, che sta a indicare un luogo ripido; il paese ha una storia curiosa: a causa della sua posizione strategica fu conteso fra Longobardi e Bizantini, che non riuscirono a prevalere gli uni sugli altri e giunsero così a un?insolita convivenza: i primi si asserragliarono nella parte alta, i secondi in quella bassa. Conseguenza fu lo svilupparsi di due centri distinti, con due culture diverse, delle quali abbiamo ampia testimonianza nelle varie chiese distribuite nel paese; molte di queste, infatti, nonostante i rimaneggiamenti di età barocca, mantengono elementi tipici dell?architettura bizantina: abside semicilindrica decorata di archetti pensili e coperta da tegole disposte a gradinata.

La Chiesa e il Convento di Sant?Antonio, nella parte bassa dell?abitato, risalgono al XV secolo: il convento dei Frati Minori Osservanti è stato parzialmente distrutto in epoca recente, mentre della chiesa si può ammirare un bellissimo portale ligneo sormontato dallo stemma di Rivello, con data del 1514, e con alla base due leoni in pietra. All?interno sono conservati un coro ligneo del XVII secolo opera di Ilario Montalbano e intagli che rappresentano scene di vita e mestieri locali. Una ricca decorazione di stucchi incornicia gli altari laterali, sui quali sono poste tele dei secoli XVI e XVIII: Annunciazione di Filippo Vitale (1597); Sacra Famiglia (1756), Immacolata e San Francesco da Paola (1758), entrambe del pittore rivellese Salvatore Ferrari; Madonna del Rosario e Natività della Vergine, del XVIII secolo, attribuite rispettivamente a Domenico Antonio Vaccaro e a Domenico Mondo. Nell?atrio è situata una cappella votiva con cupola ricoperta da coppi (tegole in laterizio) in stile bizantino.

Il chiostro del convento in passato era interamente affrescato, ma negli anni sessanta è stato parzialmente abbattuto per un ampliamento e successivamente ricostruito utilizzando vetro e ferro: conserva comunque, nelle due ali rimaste, un ciclo di affreschi del Pietrafesa sulle pareti e sulle volte a crociera (1600), e un ciclo con scene della Passione di Giovanni Todisco, autore anche di un affresco con l?Ultima Cena nel refettorio, entrambi datati 1559.

Al primo piano del convento è allestito il Museo civico, che espone materiale archeologico attraverso il quale è possibile esplorare i rapporti fra i greci e gli abitanti del fiume Noce e del Lao. Il materiale è stato trovato in località Serra Città e sul Piano del Pignataro, dove erano numerose le fornaci di laterizio attive dal III secolo a.C. È stata anche rinvenuta una tomba risalente alla seconda metà del VI secolo a.C. e la cinta muraria di età classica che fortificava il lato occidentale della collina.

La Chiesa Madre presenta una monumentale scalinata che ha inglobato l?ingresso della preesistente chiesa di San Nicola dei Greci, di architettura bizantina, caratterizzata da piccole volte a crociera sorrette da 17 colonnine. La chiesa superiore barocca (1744), con facciata decorata con motivi tipici del barocco napoletano, presenta un interno ricco di stucchi e altari imponenti; vi sono inoltre collocate delle tele: la Pentecoste di Francesco Oliva (1763) e l?Adorazione dei Pastori di Salvatore Ferrari (1761).

Fra le altre chiese di Rivello interessanti sono: la Chiesa di Sant?Anna, in corso Vittorio Emanuele, che presenta un?originale decorazione con architetture dipinte da Nicola Maria Rossi nel 1733, che riproducono balconate, vetrate, fontane, arazzi e persino un organo; la Cappella di Santa Barbara, del XVI secolo, con abside semicircolare ornata di archetti pensili e affreschi tardo-cinquecenteschi; la Chiesa dell?Annunziata, che conserva un trittico ad affresco del XIV secolo e un gruppo scultoreo dell?Annunciazione in pietra dipinta del XVI secolo. Sul lato opposto alla chiesa Madre si erge la Chiesa di Santa Maria del Poggio, del 1726, con la parete absidale a strapiombo su una rupe. Scendendo verso il fiume, in località Vignaruola, troviamo la chiesa di campagna di Santa Maria del Popolo, che all?interno conserva un?iconostasi (struttura divisoria posta fra il presbiterio e la navata centrale) a stucco, con un affresco nel quale sono rappresentati il potere spirituale (papa e clero) e il potere civile (sovrani e dignitari), che affiancano una Madonna col Bambino (XVI secolo).

Merita, dunque, una sosta questo piccolo paese, dichiarato monumento nazionale, non solamente per ammirare il ricco patrimonio artistico, ma per scoprire e poi perdersi nella bellezza e nella suggestione di vicoli e stradine che si aggrappano al colle e che d?improvviso si sporgono su strapiombi mozzafiato.

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