A Potenza dal 12 al 14 maggio ?05, presso il Campus universitario di Macchia Romana s?è svolto un convegno relativo all?impiego delle nuove tecnologie nell?attività didattica, quotidiana all?interno delle scuole, dal titolo Didamatica. La serie di incontri è stata organizzata dall?associazione AICA (Associazione italiana per l?informatica e il calcolo automatico), la quale sin dal momento della sua fondazione, avvenuta negli anni ?60, ha profuso il proprio lavoro nel mostrare quanto la società contemporanea sia in rapida e continua evoluzione, mentre la scuola italiana appare quasi statica, chiusa ai cambiamenti, distaccata dal mondo circostante e dai fenomeni che ne stanno mutando l?assetto, soprattutto le tecnologie.

Nel corso del convegno, quest?anno alla diciottesima edizione e per la prima volta in Basilicata, hanno partecipato eminenti studiosi e ricercatori impegnati a utilizzare concretamente le nuove tecnologie nell?attività di insegnamento, di educazione e formazione dei discenti.
Si segnalano alcuni contributi significativi. In seguito ai saluti delle autorità intervenute, incominciano i lavori. Uno degli interventi che merita particolare attenzione è l?esposizione di A. Danieli, ?Risorse informatiche e nuove opportunità formative?, che mostra quanto le tecnologie informatiche siano utili per contribuire alla risoluzione di situazioni di handicap, migliorando o potenziando l?apprendimento, attraverso il software Voce viva 1.0, ossia un potente lettore vocale che si ispira e perfeziona il già noto Jaws.

Nel corso del workshop ?Insegnare lingue e culture con le tecnologie? interviene M. Rossi, dell?Università degli studi di Genova, la quale presenta alcuni dei metodi utilizzati durante la propria attività didattica. Nelle lezioni di ?Francese commerciale? la docente impiega le tecnologie multimediali per realizzare delle mise en abyme, ossia delle messe in situazioni che consentono agli allievi di creare aziende e organizzare un?attività economica concreta.

Durante la Tavola rotonda ?Le tecnologie educative nella formazione iniziale e in servizio? V. Mitidoro, dell?Istituto per le tecnologie didattiche del CNR, mostra che gli insegnanti devono conoscere la pedagogia, le discipline, l?etica, ma anche le tecnologie, le innovazioni e gli sviluppi professionali, al fine di formare gli allievi, permettendo loro di conoscere e utilizzare in modo consapevole le tecnologie, nella vita di tutti i giorni. Non sono stati pochi in aggiunta gli interventi che hanno mostrato i software Open source realizzati negli istituti di ricerca ed educativi, in primo luogo gli IRRE. Tali software sono prodotti e inseriti nella Rete, inoltre attraverso siti online ?gratuitamente ? gli utenti possono scaricarli, installarli sul proprio pc e utilizzarli.

L?ultimo intervento da segnalare (non perché abbia una minore importanza, ma è soltanto uno degli ultimi in ordine di successione temporale) è di D. Infante, ?Teoria delle intelligenze multiple e utilizzo delle risorse tecnologiche nell?insegnamento della lingua inglese a livello di scuola primaria?. La docente mostra l?uso delle tecnologie attraverso favole, quiz, esercizi in lingua inglese per accrescere il livello di conoscenza della lingua straniera tra alunni la cui fascia d?età è compresa tra i cinque e dieci anni. L?insegnante mostra come le tecnologie informatiche siano utili a impiegare i differenti canali di apprendimento, cioè vista, udito, tatto, in modo da stimolare le differenti intelligenze e abilità che la mente umana possiede, così come dimostra il teorico Gardner.

La serie di incontri e dibattiti mostrano quanto la scuola sia importante e debba aprirsi al mondo circostante, in modo da vivere i cambiamenti, per educare gli alunni a conoscere, capire e controllare il mondo circostante. In siffatto scenario le SSIS (Scuole di specializzazione per l?insegnamento secondario) si ritagliano un ruolo preminente, quello di formare la nuova classe docente, eppure, come traspare anche dalle parole della preside dell?Istituzione di Basilicata, Margherita Fasano, tali organismi sono poco funzionali e le risorse impiegate per il loro funzionamento sono esigue. Le SSIS muoiono giorno dopo giorno, le Università e il Governo le trascurano, poiché la nuova riforma, quando entrerà in vigore, le destituirà, inserendo nuovi corsi di laurea per la formazione degli insegnanti.

Nel frattempo i paradossi italiani continuano e un organismo di formazione post laurea, la SSIS, continua a funzionare in modo alquanto dubbio?

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