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[ ANNO I – MAGGIO 2005 – NUMERO 22 ] UNA PATENTE PER BILL GATES

In Italia, l’Eurispes stima che dal 2000 fino al 2003 almeno 500mila persone hanno conseguito una certificazione relativa alle loro conoscenze informatiche. Nel nostro Paese, occorre maggiore chiarezza nell’ambito della formazione informatica, per quanto attiene al valore delle certificazioni erogate dai diversi soggetti che operano in questo particolare mercato. Infatti, dal 1999 nel nostro Paese grazie alla diffusione della Patente Europea del Computer si è ormai radicata nell’opinone pubblica la conoscenza dell’esistenza di criteri di certificazione riconosciuti validi anche all’atto delle selezioni per l’accesso al pubblico impiego. Tuttavia la Patente Europea non rappresenta la sola certificazione delle conoscenze di base, così come affermato dall’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato e dal Tar del Lazio.
La formazione informatica certificata. Per poter accedere alla società dell’informazione, all’eEurope delineata nei programmi di azione comunitari, occorre mettere i cittadini nelle condizioni di apprendere l’uso del computer in una fase ancora anteriore a quella che caratterizza l’eLearning. In pratica, occorre apprendere la conoscenza dei software alla base del funzionamento pratico dei personal computer, software che rappresentano gli strumenti applicativi la cui conoscenza è richiesta dalle imprese e dalle Pubbliche amministrazioni all’atto della selezione del personale. Non solo: la conoscenza dell’uso del computer deve, spesso ma non sempre, essere certificata, soprattutto quando tale conoscenza è richiesta per accedere ad un concorso presso una Pubblica amministrazione. Infatti, l’articolo 37 (“Accertamento delle conoscenze informatiche e di lingue straniere nei concorsi pubblici”) del decreto legislativo n.165/2001 prevede che a partire dal 1° gennaio 2000, per gli aspiranti ad un posto pubblico, è necessario l’accertamento delle competenze informatiche più diffuse. L’emanazione di questa norma rappresenta l’avvio ufficiale del mercato delle certificazioni informatiche nel nostro Paese.
Le certificazioni informatiche in Italia: l’ECDL. La International/European Computer Driving License (ECDL in Europa e ICDL nel resto del mondo), meglio conosciuta come Patente europea, ha assunto nel linguaggio comune il significato di certificazione informatica per antonomasia. Unica licenziataria in Italia per il rilascio della certificazione dello standard ECDL e dell’accreditamento dei soggetti (privati o pubblici) idonei alla organizzazione delle prove per il conseguimento della certificazione è l’AICA (Associazione Italiana per l’Informatica), un’associazione senza scopo di lucro istituita nel 1961.
Le certificazioni informatiche in Italia: Microsoft Office Specialist, l’IC3 e Bulats. In Italia il distributore unico dei programmi di formazione e certificazione Microsoft Office Specialist & IC3 è la società TESI Automazione srl, con sede a Catania.
Un’interrogazione al Parlamento Europeo. I primi dubbi circa la valenza dello standard ECDL cominciano ad emergere già sul finire del 2000, se è vero che nel febbraio del 2001 un parlamentare europeo, Francesco Musotto , presenta un’interrogazione scritta alla Commissione Europea, chiedendo che sia fatta «chiarezza sulla veridicità e/o sul riconoscimento della Patente europea per l’uso del computer come standard europeo di competenza».Nella risposta, formulata dal Commissario europeo Viviane Reding, si sottolinea che «iniziative come l’ECDL sono destinate a promuovere la conoscenza delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione. Attualmente (la risposta è stata fornita il 24 aprile 2001, ndr) non esiste però alcun sistema di certificazione o di qualificazione europea».
La posizione dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato. Il Garante della concorrenza evidenzia come la Pubblica amministrazione abbia attribuito, a partire dal 1999, un crescente riconoscimento della certificazione ECDL. Lo spunto viene ricondotto ad un protocollo d’intesa fra il Ministero della Pubblica Istruzione e l’associazione AICA, che rilascia la certificazione ECDL in Italia. Tale certificazione «non si distingue in maniera sostanziale da altre certificazioni diffuse a livello nazionale e internazionale. Essa si caratterizza per un’offerta indipendente da specifici prodotti e fornitori e non legata alla prestazione di un servizio anche di formazione. I “test center” accreditati, tuttavia, offrono normalmente anche i servizi di formazione finalizzati al conseguimento della certificazione ECDL e spesso si propongono fondamentalmente per la certificazione della conoscenza specifica del sistema operativo e dei programmi applicativi di ambiente Windows. Per quanto riguarda, infatti, il riconoscimento di un’unica certificazione in relazione all’acquisto da parte della Pubblica amministrazione dei servizi di formazione e di certificazione delle conoscenze informatiche, esso si inquadra in un filone che ha già costituito oggetto di numerosi interventi da parte dell’Autorità (…) in materia di bandi per l’acquisto di servizi da parte della Pubblica amministrazione, nei quali si è raccomandato, fra l’altro, di evitare le prescrizioni che abbiano l’effetto di favorire alcuni operatori a scapito di altri e che non siano correlate alle effettive capacità tecniche dei soggetti partecipanti, quali i riferimenti a determinati marchi di prodotti o l’obbligo per le imprese partecipanti di avere già svolto per l’amministrazione attività analoghe a quelle oggetto della gare.
Per quanto riguarda, poi, il riconoscimento di un’unica certificazione nei confronti dei singoli privati che si rivolgono alla pubblica amministrazione, anch’esso è atto a produrre effetti restrittivi della concorrenza fra gli operatori del settore, in quanto influisce, indirettamente, attraverso una discriminazione della clientela degli uni rispetto a quella degli altri, sulla posizione concorrenziale delle imprese che operano nella offerta ai privati di servizi di certificazione delle conoscenze informatiche. L’individuazione da parte delle pubbliche amministrazioni di una determinata certificazione delle conoscenze informatiche di base quale standard di riferimento, peraltro, non dovrebbe comportare di per sé l’esclusione di certificazioni equipollenti, proprio in considerazione del livello comunque “minimo” delle conoscenze che tali certificazioni dovrebbero attestare»
L’Autorità esprime, quindi, l’auspicio che si ponga la massima attenzione per ricondurre al valore di mera individuazione di uno standard di riferimento gli atti con i quali viene riconosciuta la certificazione ECDL ai fini della attestazione del possesso delle conoscenze informatiche di base, evitando in futuro di accordare univocamente una preferenza assoluta per tale sola certificazione.
La pronuncia del TAR Lazio sul progetto “Vola con Internet”. Il TAR Lazio, Sezione III, con la sentenza n.5632/04. del 14.06.2004, su iniziativa di TESI Automazione Srl, ha accolto ricorso volto ad ottenere annullamento del progetto “Vola con Internet”, promosso e finanziato dal Ministero per l’Innovazione e le Tecnologie (MIT), sancendo l’illegittimità dei provvedimenti adottati per l’affidamento diretto ad AICA del servizio di certificazione informatica di base dei beneficiari dell’iniziativa.Secondo il TAR, la cosiddetta “patente europea del computer” non rappresenta un titolo di studio o abilitazione riconosciuta dall’Unione europea, ma esclusivamente un marchio industriale, tutelato da brevetto comunitario (n.655274) registrato anche in Italia. Il TAR Lazio, peraltro, ha anche chiarito che il preteso riconoscimento che alla ECDL deriverebbe dall’Europe 2002 action line, operata dall’High Level Group on the Employment and Social Dimension of the Information Society (ESDIS), è un una mera raccomandazione, del tutto generica, priva di qualsivoglia rilevanza pubblicistica, che «opera senza pregiudizio per altri schemi nazionali esistenti, ovvero della possibilità di includere anche altri schemi di accreditamento».
Esempi di buone pratiche. Il caso della Regione Toscana. La questione della valenza della certificazione delle competenze informatiche ha ingenerato alcune “correzioni di rotta” ad opera di alcune Amministrazioni, le quali, nel confermare la validità della certificazione ECDL, hanno assunto la decisione di riconoscere eguale valore ad altre certificazioni. La Regione Toscana, perseguendo l’obiettivo di promuovere la diffusione delle competenze relative all’ITC, anche attraverso l’identificazione degli standard di certificazione delle stesse, ha individuato nell’ECDL uno di questi sistemi. In tal senso, con la delibera n.742 del 28 luglio 2003, la Giunta regionale ha approvato uno schema di protocollo con l’AICA. La stessa delibera sottolinea, comunque, che la Regione Toscana intende «mantenere la disponibilità al raggiungimento di intese analoghe a quella oggetto del citato protocollo, con soggetti titolari di sistemi di certificazione delle competenze di base nell’utilizzo di personal computer a condizione che tali sistemi siano riconosciuti a livello europeo e dimostrino la propria coerenza con i criteri e gli standard, nonché le indicazioni comunitarie in materia». La Regione ha, quindi, provveduto a modificare le direttive impartite agli organismi intermedi per l’emanazione dei bandi con una precedente delibera della Giunta regionale.
Il caso del Ministero dell’Istruzione. Nell’ambito delle procedure di riqualificazione del personale ATA del Ministero dell’Istruzione, questa amministrazione aveva stabilito che con riferimento alla valutazione di certificazioni di addestramento professionale per la dattilografia o per i servizi meccanografici, la certificazione rilasciata dall’AICA valesse un punto. Ma nel mese di luglio del 2004, con una nota inviata a tutti i direttori regionali del Ministero, la Direzione generale per il personale della scuola ha comunicato le necessarie rettifiche alla valutazione delle certificazioni di addestramento professionale: «alla luce soprattutto della pronuncia dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, l’ECDL non può essere considerata come unica certificazione valida delle conoscenze informatiche, negando ogni valore ad altra forma di certificazione delle stesse conoscenze.
In dirittura di arrivo. In conclusione, l’effetto distorsivo indotto dall’equivoco concernente la qualificazione della certificazione ECDL è, con ogni probabilità, destinato ad attenuarsi in conseguenza dell’emanazione del parere del Garante della Concorrenza e della sentenza del TAR del Lazio. Tuttavia, i tentativi di giungere ad un monopolio riconosciuto ex lege, tramite la presentazione di due disegni di legge al Senato e alla Camera, evidenziano non solo lo svolgimento di un’intensa attività di lobbing da parte dell’AICA, ma anche una sostanziale ignoranza (trasversale agli schieramenti politici) dei princìpi stessi che sono alla base della società dell’informazione, della cosiddetta open society che dovrebbe (o meglio potrebbe) sorgere dall’applicazione virtuosa di tutte le opportunità rese disponibili dalle nuove tecnologie. Su alcuni aspetti riteniamo non vi siano dubbi: 1. Il diritto dell’ECDL di utilizzare la bandiera europea ha contribuito a accrescere la convinzione di quanti erano interessati a conseguire una certificazione di trovarsi di fronte ad una certificazione avente una valenza continentale, spendibile, quindi, in tutti i Paesi della Comunità e rispondente ad uno standard ufficiale fissato come unico per tutti i Paesi dell’Unione. 2. L’Autorità Garante per la Concorrenza ha evidenziato che «nella pratica attuazione di tali atti è stato attribuito alla certificazione ECDL un valore che appare andare oltre il mero riconoscimento quale standard, con riferimento al quale valutare, nell’ambito della discrezionalità amministrativa, anche ogni altra certificazione equipollente». 3. La sentenza del TAR ha statuito che ECDL non è l’unica e sola certificazione informatica esistente in Italia, valida per accertare le competenze nell’utilizzo del personal computer ma che, al contrario, competono con essa, a pieno titolo e con pari dignità, tutte le altre esistenti sul mercato, quali la “Certificazione Microsoft Office Specialist e IC3”. 4. La scelta, da parte delle Pubbliche amministrazioni, di utilizzare lo standard ECDL è assolutamente legittima in quanto coerente con le raccomandazioni e gli indirizzi espressi a livello comunitario e nazionale, ma deve avvenire nell’ambito dello svolgimento di regolari bandi di gara, che consentano la partecipazione di tutti i soggetti che operano nel settore della certificazione delle conoscenze informatiche.