E’ la prima volta che viene girato un film sulla città di Potenza. Ed avviene in coincidenza con il bicentenario della Città. E’ infatti il 1806 l?anno storico per il capoluogo, nel quale viene decretato un proprio ruolo istituzionale, con il passaggio ideale dalla civiltà della ?terra? a quello della ?città?.
In tal senso si colloca l’approfondita ricerca didattica della Scuola Elementare V Circolo diretta da Egidio Basile, che ha fortemente voluto lasciare un segno indelebile, mettendo a frutto anni di ricerca ed impostando una sceneggiatura cinematografica nella quale rileggerne gli eventi. Un recupero della identità e dell?appartenenza che – sottolinea il sindaco Santarsiero – rientra a pieno titolo nelle imminenti celebrazione del Bicentenario della città. Una operazione di elevato spessore non soltanto culturale, dunque.
E così il cinema può essere di valido ed insostituibile strumento, in una chiave di lettura della storia, facendovi operare le nuove generazioni. Un copione scritto a più mani dai docenti della Scuola Elementare. Si corona così il sogno di realizzare un film vero, diretto da un regista di esperienza, Fulvio Wetzl, lungo un percorso che fa della città-capoluogo il centro ideale per riappropriarsi dei luoghi che raccontano la nostra storia. Riscoprirne quindi lo ?spirito del luogo? di cui si nutrono le nostre idealità. E si parte dalle personalità che danno nome alle strade cittadine, dal centro storico che gravita da sempre attorno a Via Pretoria. Per questo la telecamera parte dall?inquadratura di una targa, un po? come fa il regista Luigi Magni nel finale del suo memorabile film degli anni ’70, ?Nell?anno del Signore?, nel quale ripercorre le vicende risorgimentali (interpretate dall?immortale ?Pasquino?-Nino Manfredi) fino alla inquadratura della targa della stessa piazza (e delle vie contigue) ai giorni nostri. Un magistrale esempio di passaggio del tempo, quasi un passaggio di consegne fra una civiltà e l?altra.
E? con questa chiave di lettura che il regista Fulvio Wetzl intende dirigere lo sguardo acuto della macchina da presa sulla città di Potenza e sui suoi cittadini, ?dalla terra alla città? appunto (come il titolo del film) ed in un anno specifico, il 1806, che segna il passaggio dall?essere ?Putenzese? a diventare ?Potentini?.
Fulvio Wetzl, regista toscano, è autore fra gli altri di un film che ha avuto una consacrazione particolare: ?Prima la musica poi le parole? con il quale ha vinto il primo premio al Giffoni Film Festival. Altri lavori recenti lo hanno portato insieme ad autori come Scola e Monicelli, ad esplorare e documentare la Palestina e la sofferenza umana. ?Lettere dalla Palestina? è il titolo dell?opera. Aveva al fianco in quelle riprese lo stesso direttore della fotografia, Francesco Tanzi che, insieme al tecnico delle luci Riccardo De Felice, faranno parte della struttura tecnica per la realizzazione del film sulla città di Potenza. Wetzl è da qualche anno pure impegnato nella regia della fiction di RaiTre ?Un posto al sole", mentre lo scorso anno aveva realizzato una esperienza in qualche maniera speculare rispetto a questa intrapresa a Potenza, girando il film ?Darsi alla macchia? sulle vicende del Brigantaggio post-unitario nel Vulture, prodotto dalla Scuola elementare di Rionero – diretta da Alfredo Bocchetti – e coadiuvato (come pure in questo film) dal CineClub ?Vittorio De Sica?-Cinit. Il film "1806 dalla terra alla citta" avrà la stessa durata, intorno ai quaranta minuti.
Anche a Potenza saranno i bambini i protagonisti del film, insieme ai loro genitori che vestiranno i panni dei personaggi che hanno fatto la storia della città. Il cinema in fondo è anche un gioco: lo sanno bene i francesi che il verbo recitare lo traducono con ?giocare? (lo ripeteva spesso Mastroianni).
L?antico e il moderno si uniranno per raccontare il territorio, con assonanze e richiami sui grandi personaggi talvolta dimenticati. Si tratta del vescovo Andrea Serrao (1730 – 1799), del giurista e patriota Mario Pagano (1748 – 1799), della poetessa Laura Battista (1846 – 1884), di Isabella Morra (1516 – 1545), dell?intendente Achille Rosica (intendente dal 1857 al 1859) e lo scultore Antonio Busciolano (1823 – 1871).
Le scene di un ideale ?simposio? condurranno lo spettatore in un contesto nel quale intellettuali e uomini comuni parleranno di antropologia come di politica, di vicende cruente legate al concetto di "città", e poi di arte e di musica. Del potentino Francesco Stabile la ricerca ha portato al ritrovamento a Napoli di un rarissimo spartito, materiale che la città di Potenza aveva perduto le tracce. E che dire del Vescovo Serrao: quanti avranno avuto memoria delle sue aperture democratiche così lungimiranti ed antistoriche per il suo tempo e per la Chiesa? Si rendono coevi personalità laiche e religiose (si parte dal Protettore della città, San Gerardo) per giungere a quelli dei secoli scorsi, utilizzando location nel capoluogo e mutuando luoghi bellissimi ed aspri come il castello di Brienza (quale rappresentazione del terremoto) e il Castello federiciano di Lagopesole. In questo maniero (scelto per assonanza scenica), si consuma la vicenda esistenziale della poetessa Isabella Morra (Valsinni 1520-1548).
Il regista Wetzl farà tesoro della propria esperienza, mettendo a fuoco uno stile personalissimo con richiami a sequenze della storia del cinema: un senso filmico che potrebbe emergere da ?Mucchio selvaggio? di Sam Peckinpah, dal linguaggio del cineasta greco Angelopoulos (autore de ?Il volo? con Mastroianni e del più recente ?La sorgente del fiume?) toccando il manierismo piuttosto televisivo del Rossillini de ?Gli Atti degli apostoli?, e soprattutto lo stile di quel film ch?è tutto un lunghissimo piano-sequenza: ?L?Arca russa? di Aleksandr Sokurov.
Ma i riferimenti sono soltanto ipotetici, visto che Wetzl si avvale di un proprio indiscusso linguaggio, a partire dalle inquadrature, dai piani sequenza e dai primi piani adattati alle esigenze narrative.
Questi gli autori della sceneggiatura: Egidio Basile, Lucia Basile, Carmela Caprara, Anna Curatella, Silvana Decorato, Anna Maria Di Cuonzo, Anna Maria Laurita, Flora Marinaro, Angela Marino, Carmela Marino, Maria Immacolata Morlino, Orlandina Porcaro, Anna Maria Sabatino, Ornella Sassano, Valeria Vaiano, (che cura anche la produzione) e Fulvio Wetzl (regista) hanno messo a frutto le proprie esperienze, su una visione storica che fa degli scritti del geo-storico Antonio Motta il costante punto di riferimento.