Giustino Fortunato (1848-1932), intellettuale lucano, è un attento osservatore delle condizioni di miseria e disagio caratterizzanti il Mezzogiorno italiano. Il suo pensiero si apre al riformismo, infatti, intraprende la battaglia meridionalista auspicando un intervento diretto dello Stato, immediato ed incisivo. L?amicizia con Gaetano Salvemini (1873-1957), intellettuale pugliese, si rivela particolarmente preziosa. Entrambi fondano la rivista L? Unità, nella quale si fondono il liberalismo borghese di Fortunato ed il socialismo democratico di Salvemini. Dinanzi allo scoppio della Prima Guerra Mondiale, i due amici assumono atteggiamenti differenti; l?interventismo di Salvemini contrasta con la posizione neutrale di Fortunato.

Successivamente l?intellettuale lucano si oppone decisamente al fascismo. Il realismo storico di Fortunato è lucido e consapevole. In Nord e Sud, tratto dal Carteggio 1865-1911, lo scrittore si rivolge agli italiani del Nord in modo franco invitandoli ad aprire gli occhi dinanzi alla miseria dell?Italia meridionale per essere consapevoli fino in fondo di un comune destino. Quali sono le ragioni profonde di mali del Sud? Le risposte si trovano nella storia.
?Volete che io parli?Lasciate io parli franco e aperto, come a fratelli. Da più tempo noi non ci guardiamo più come ne? be? giorni del patrio riscatto, che ormai ci sembrano lontani nella memoria; in que? be? giorni, quando pareva fossimo, da secoli, avvinti a una sorte e stretti a un patto, settentrionali e meridionali. Da più tempo ci guardiamo freddi, se non dubbi e sospettosi. Cessato l?entusiasmo dei primi anni, durante i quali una sola grande poesia ci accomunò tutti, noi siamo tornati come prima, se non estranei, indifferenti gli uni agli altri? [ ?] Giustino Fortunato, nel testo sopra citato, si rivolge ad immaginari interlocutori. E? evidente l?esistenza di ?due Italie? in una. Il Sud è stato da sempre confinato, senza commercio, senza industrie, senza relazioni. Quali sono gli abitanti del Sud?
Lo scrittore lucano risponde: ? Siamo quel che la razza, il clima, il luogo, la storia (la storia di un paese naturalmente assai povero, che gli uomini si ostinarono a credere naturalmente assai ricco) hanno voluto che fossimo: nella sventura i più duramente colpiti, i più deboli al momento della riscossa. Ma, appunto per ciò, l?avvenire d?Italia è tutto nel Mezzogiorno; ed è bene che lo dica io, che non ho avuto e non ho lenocini per il mio paese: il Mezzogiorno, seppiatelo pure, sarà la fortuna o la sciagura d?Italia ?.
Come si può ignorare la miseria del Sud?

[?] ? Siete mai stati laggiù, nel Mezzogiorno? Avete mai viaggiato per le province più remote e lontane? Voi forse, molti fra voi certamente non avete visto se non Napoli: Napoli la gaia, la rumorosa, caratteristica prima città del Regno [?] Ma avete mai notato anche in Napoli, anche nella prima città del Regno, quel fenomeno terribile e quasi unico in Europa, di una grande città di mezzo milione di abitanti, che per due terzi della popolazione ha una plebe senza lavoro quotidianamente sicuro?? [?] Ma quanto è diversa, oggi rispetto a ieri, la realtà del nostro Sud? E? ancora una terra giovane dal sangue ribollente di irrefrenabile passione alla vita? Cosa ci offre al di là dello stesso monotono paesaggio? Soltanto povertà. Quanti paesi tristi, vuoti, spenti e abbandonati! Ma chi si augura per noi la ricchezza?
Nessuno. ?Laggiù quasi non è , e non può essere ancora, questione di ripartizione della ricchezza: male si può ripartire ciò che ancora non è stato prodotto?.

0 Comments

Leave a reply

©2024 Associazione Promozione Sociale Lucanianet.it - Discesa San Gerardo 23/25 85100 Potenza CF 96037550769 info@lucanianet.it