Il settore agricolo lucano è sempre più in ginocchio. Il maltempo degli ultimi mesi che con l?emergenza neve ha provocato ingenti danni alle già poco floride casse delle aziende agricole e zootecniche di Basilicata. Ma l?evento calamitoso è, però, solo una concausa. Una calamità eccezionale, certo, che non ha fatto altro che addizionarsi alla persistente crisi di mercato dei prodotti ortofrutticoli. Si parla di concorrenza dei Paesi orientali e dell?Europa, si parla della crisi dell?Euro che ha favorito una pesante inclinazione della domanda. Si parla di altri posti di lavoro che verranno presto a mancare.

La stessa Regione Basilicata ha chiesto al Governo di emanare un decreto per dichiarare lo stato di crisi del comparto ortofrutticolo e di realizzare iniziative volte a fronteggiare le difficoltà del mercato. L?intento è quello di procedere all?attivazione di tutte quelle misure che possano contribuire a sostenere il comparto delle aziende agricole lucane che stanno subendo i riflessi negativi della crisi.

Poi vi sono le speculazioni. Del resto, nell?era moderna non è strano ricevere, tramite SMS, un preavviso di licenziamento. Né ci si dovrà sorprendere che, da un momento all?altro, il mega-maxi-direttore si avvicini con aria altezzosa al malcapitato dipendente di turno rivolgendosi con termini tipo ?caro mio, la tua presenza in azienda è strutturalmente in eccesso?. Vale a dire, fai le valigie e togli il disturbo.

E? notizia recente come il Consorzio agrario regionale della Lucania e di Taranto abbia comunicato, nei giorni scorsi, che saranno messi in mobilità almeno 49 lavoratori a causa del delicato momento finanziario che sta investendo l?azienda. Un altro brutto colpo a danno dell?economia lucana che non smette, con frequenza quasi quotidiana, di far registrare le terribili conseguenze di una crisi occupazionale che investe qualsiasi settore produttivo. I lavoratori, però, già da tempo avevano il sospetto che le cose non andavano poi così bene. In particolare, si lamentava un ritardo consistente nel pagamento delle retribuzioni.

I dipendenti non sono pagati dal gennaio scorso e solo pochi giorni fa hanno ricevuto lo stipendio di dicembre 2004. I dipendenti e le organizzazioni sindacali non erano mai stati informati della crisi che la struttura sta attraversando. Il consorzio agrario provinciale di Taranto che opera a Potenza, Matera e Taranto, ceduto nel 2000 a quello regionale della Lucania e attualmente conta 97 dipendenti. Sul passaggio di proprietà ha indagato la procura della Repubblica di Taranto ipotizzando il reato di truffa.

A quanto affermano i vertici del Consorzio, la decisione del ?taglio? sarebbe inevitabile per salvare le sorti dell?intera compagine. Gli stessi alti dirigenti, difatti, hanno descritto, in una lettera inviata al Ministero del Lavoro, alle maestranze sindacali e alla Regione Basilicata, ?oramai strutturali le eccedenze di 49 unità lavorative?. Ecco perché, ancora una volta, si ritiene indispensabile lo strumento della mobilità al fine di recuperare il recuperabile, di rinvigorire il bilancio e, soprattutto, ridurre i costi. Una storia già vista che purtroppo si ripete. Le figure considerate ?eccedenti?, però, non fanno capo ad un solo reparto, in questo non vi è stata discriminazione. Nell?elenco nero minuziosamente stilato vi sono 8 direzionali, 13 amministrativi, 17 impiegati e 11 operai. C?è n?è per tutti, insomma. E nello stesso tempo non c?è n?è per nessuno. Eccezione fatta per il personale dipendente femminile e quello rientrante nelle categorie protette che, a quanto pare, non dovrebbe essere oggetto del provvedimento.

I lavoratori – 21 dipendenti di Matera, 58 i potentini e 19 quelli di Taranto ? stanno già organizzando forme di lotta nella speranza che si abbia un sentito coinvolgimento, da parte anche delle istituzioni regionali, alla spinosa e controversa problematica.

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