Ancora una volta l?ABS di Basilicata si conferma attenta a scegliere e proporre al pubblico potentino spettacoli e autori innovativi e brillanti: è il caso di ?Predisporsi al Micidiale? di Alessandro Bergonzoni, andato in scena presso il Teatro Stabile nelle serate del 18-19-20 Aprile. Il pubblico è stato numeroso, probabilmente non il tutto esaurito di passate occasioni, ma bisogna considerare il genere molto particolare di questo comico, che proviene da quella fucina di talenti che è stato il Maurizio Costanzo Show. È probabile che qualcuno non la consideri un?ottima presentazione: nel caso di Bergonzoni non si può certo affermare che non abbia talento, seppure esibisce un genere di comicità riflessiva, meno immediata, che basa tutto sul gioco, sul contrasto fra le parole, i vocaboli, le espressioni consuete, quelle che utilizziamo nel linguaggio quotidiano; una comicità che non fa presa su tutti, perché richiede un maggior sforzo intellettivo; non è quella, per intenderci, chiassosa e goliardica nello stile ?Zelig in prima serata?.
Il monologo, che dura un paio d?ore, apparentemente non segue un filo logico, è un susseguirsi di racconti intimamente legati alle parole, ai vocaboli che usiamo ogni giorno, attraverso i quali si creano inconsueti collegamenti, a volte logici a volte illogici: narrando la progettazione e la messa in scena di un?improbabile opera lirica, dal titolo “Pioggia dorata su concerto all’aperto di Rackmaninhof una sera fresca fresca, a proposito passami lo scialle è in macchina allora vallo a prendere io non sono mica il tuo cameriere ah no? allora me ne vado, il conto per favore!”, si finisce per raccontare tutt?altro, in un susseguirsi di parole usate e abusate, con un ritmo incalzante che spiazza per la sua velocità, che non dà il tempo di riflettere sul duplice significato di quella parola o espressione, perché subito ne tira fuori un?altra, come in una stanza dagli specchi deformati, dove ognuno rimanda un?immagine diversa del soggetto che vi si proietta.
Non è semplice seguire il fiume in piena di parole che straripano dalla reboante voce dell?artista, così come non è semplice concentrare l?attenzione su di lui e sul suo soliloquio per due lunghe ore, abituati ai brevissimi tempi televisivi; del resto tutti sanno che la televisione non ha nulla a che vedere con il teatro e molto spesso il vero artista emerge o affonda proprio sul palcoscenico. Sicuramente Bergonzoni non affonda, ma ben si comprende, durante la rappresentazione, che mai titolo fu più adatto: è necessario, infatti, predisporsi con una grossa dose di pazienza, di attenzione, di lucidità, a ricevere una valanga di frasi, commistioni di verbi, affermazioni micidiali che probabilmente variano da sera a sera, in un mescolarsi di razionale e irrazionale, di possibile e impossibile, di normale e anormale, che, a ragione, hanno fatto affermare a Osvaldo Guerrieri, de La Stampa, : ?Il teatro di Bergonzoni, prima che comico, è tellurico?, forse perché scuote le menti dal sonno della comicità banale da tv commerciale?
Egli stesso, unico protagonista del suo spettacolo, ha precisato: ? ?.. ho voluto scrivere di un argomento che è proprio l’inaudito immediato, attraverso il mai detto e il mai pensato estemporaneo esternato a ciò che, e scusami se dico a ciò che, nessuno si possa riconoscere in quello che c’è di rassicurante, vicino e affettuosamente condiviso da loro (gli spettatori, n.d.r.)?.
Quale che sia il giudizio che possano darne critici, pubblico, giornalisti, resta vero l?assunto medievale ?de gustibus non disputandum est?.