E’ alla fine del VI seolo d.C. che si rafforza la
presenza longobarda in Italia meridionale, quando
Zottone I diventa primo duca di Benevento.
Sull’origine di questa presenza, che si è consolidata
negli anni fino alla formazione di questo ducato di
Benevento, ci sono divere teorie.

I Longobardi potrebbero essere giunti inviati dal loro
re; in questo caso si farebbe risalire questa graduale
“invasione” ad uno dei re tra Alboino,Clefi ed Autari,
che ricopriroo la carica appunto negli anni della
formazione dei regni nel sud, tra 568 d.C. e 590 d.C.
Un’altra possibilità – quella più probabile- è che
l’azione dei Longobardi sia stata una iniziativa
autonoma, nata forse dall’esigenza di una parte di
élite longobarda di ricrearsi possedimenti
indipendenti dal “governo centrale”.
Il regno dei Longobardi infatti, è composto di molte
élites abbastana autonome, che non smetteranno mai di
rivendicare il loro spazio di potere,nemmeo davanti ai
loro re, e nemmeo quando si rafforza il tentativo
longobardo di adoperare una politica più
“imperiale”,sia nel senso di accentrata, sia nel senso
di ispirata in alcuni tratti a quella dei governi
imperiali – Papato, erede della Latinità ed Impero
Bizantino. E’ questo il caso della politica di Rotari,
che nel 643 emana il famoso editto con cui,tra
l’altro, vieta ai duchi di coniare moneta: così
facendo crea di fatto una forte unità tra le varie
parti di questo regno composto da uomini ed armi
disseminati sul territorio italico e circondati da
nemici.

Alla penetrazioe longobarda non manca una terza
spiegazione – non dimostrabile dal contesto
documentario, ma molto interessante-: i ducati del Sud
sarebbero nati dall’ampliamento e dall’espansione di
gruppi di mercenari che avevano militato contro i Goti
sotto il bizantino Narsete, e che avevano ricevuto
proprio da Bisanzio dei possedimenti dove insediarsi
come “foederati”, ovvero alleati.
Fatto sta che nel corso del VII secolo la Basilicata
diventa soggetta al Ducato di Benevento, attraverso
varie tappe, tra cui una nuova guerra contro Bisanzio
quando Costante II sbarca a Taranto e ,dopo aver
marciato su Acerenza ,assedia Salerno.
E’il 663 d.C. ed il re longobardo Grimoaldo non fa
attendere una violentissima risposta: Costante II è
costretto a ripiegare nella bizantina città di Napoli.
In questo periodo i Longobardi del Sud prendono tutte
le zone interne, lasciando ai Bizantini le città
costiere; questi territori confinano con l’altro
territorio longobardo: il ducato di Spoleto, ponte di
comunicaione con il Regno longobardo del nord.
Nel corso dell’VIII secolo però, una volta rafforzati,
i ducati del sud entrano in cotrasto con il regno del
nord, che è in lotta a sua volta con i Franchi di
Carlo Magno e che vorrebbe creare un regno unitario e
compatto sottomettendo i ducati idipendenti.
Quando, nel 774 d.C., Carlo Magno si proclama re dei
Logobardi – avendoli sconfitti- Arechi II si proclama
Princeps gentis Longobardorum: affferma con forza la
sua autonomia dai Franchi, e fa costruire a Salerno il
suo palazzo reale. Il ducato di Benevento raccoglie
ora diversi gastaldati, che sono andati rafforzandosi
con il tempo.

Sempre più potente diventa quello di Capua, su cui il
Papato nutre forti interessi, e abbastaza indipendente
è quello di Acerenza sotto Sicone.
Vediamo coì che, dalla fine del VI secolo d.C. al IX,
sono questi i fattori sui quali ruota la storia della
Basilicata: i Bizantini, in lotta per il loro dominio
contro i Longobardi prima ed i Franchi poi; il Papato
che media gli interventi nella Penisola; i Longobardi
che predominano in questo arco di tempo; i Franchi che
si impongono sui Longobardi nel IX secolo, ma li
lasciano nelle condizioni di costituire un contappeso
alle mire del Papato…e ancora: le contaminazioni
culturali (nell’amministrazione, nella concezione del
regno, nella foggia dei vestiti e alla fine anche
nella religione…),le intricatissime alleanze
ufficiali e segrete, sancite spesso da matrimoni, con
cui le diverse élites si giocano in definitiva tutte
le loro carte per sopravvivere e per prendersi queste
terre.
Inoltre è proprio quando la situazione non potrebbe
apparire più complicata, che viene aggiungedosi un
altro fattore.
Un fattore nuovo e dirompente, che ridefinisce gli
equilibri del Mediterraneo antico.
Siamo sempre alla fine del IX secolo d.C. e questo
fattore è l’Islaam.

Per approfondire:
AA.VV. “Il Mezzogiorno dai Bizantini
a Federico II”, Utet, Torino 1983

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