Gli ambiti progetti a discapito dell’ ambiente e della salute dei cittadini della Valbasento, sembrano non avere tregua. Come se non fosse sufficiente una centrale termoelettrica da 400 Mw, la stessa area sembra a essere canditata ad eccellere nella raccolta dei rifiuti di altre regioni. Questo si apprende da un comunicato dell’ UDC Basilicata, Antonio Melfi (UDC), in una interrogazione a risposta scritta al Presidente della Giunta Regionale.

Con la perorazione diretta del Governatore regionale, la commissione presieduta, dal coordinatore regionale dei Verdi, ha autorizzato la ECOIL s.r.l. ad importare, anche dall?estero, fino a 63.500 tonn/anno di oli lubrificati esausti da trattare in un impianto di rigenerazione, al momento fermo solo alla fase progettuale, che dovrebbe sorgere nell?area industriale di Ferrandina, inserito nel contesto per la reindustrializzazione della ValBasento.

Occorre precisare ? continua Melfi ? che né la Provincia di Matera né il Comune di Ferrandina hanno espresso il parere richiesto dalla L.R. n.59/95, sicché la Giunta Regionale ha affrettato i tempi per ottenere il parere della Commissione Consiliare. Difatti la deroga concessa dalla Giunta Regionale potrebbe pertanto scontrarsi col parere negativo degli enti locali della Provincia di Matera e del Comune di Ferrandina.

Considerazione:
Prima di discutere circa progetti di reindustrializzazione ebbene evidenziare la situazione di precario equililibrio ambientale della “martoriata” area Valbasento. Da fonti del Ministero dell’ Ambiente si apprende che la regione Basilicata, in particolare l’ area della pianura ionica e delle basse valli dei fiumi sono caratterizzate da suoli fortemente degradati a causa dell’ eccessiva salinizzazione, anche se attualmente non si sa per certo la quantità totale dell’ area interessata, ne tanto meno l’ intensità del degrado. Anche nelle aree più interne (argille plio-pleistoceniche, per una superficie di oltre 200.000 ettari!) vi sono problemi di degrado a causa di fattori geomorfologici e dinamici che rendono l’ equilibrio ambientale precario.

Oltre all’ eccessiva sodicità, vi sono i noti problemi delle formazioni “calanchive”. Le estati calde, aride aprono fitte reti di fessure più meno profonde in base all’ orientamento geografico dei versanti stessi creando vaste superfici soggette a una notevole aggressione da agenti meteorici con conseguenti infiltrazioni piovane delle stagioni estive e autunnali causando un elevatissima erosione (da 2 a 20 mm/annui di madia, anche in relazione all’ acclività). Non è questo un motivo di riflessione? Non sembra la raccolta di questi rifiuti vada valutata con molta cautela? Come i nostri amministratori trasformeranno quest’ area in futuro?
Temo che nei prossimi decenni tra centrale e rifiuti provenienti da altre regioni la Valbasento portebbe diventare un autentica discarica, un vero e proprio cimitero dove regna il degrado.

In conclusione chiediamo ai nostri politici presenti e quelli che entreranno in “scena” dopo le elezioni di evitare che quest’ area sia continuamente oggetto di minacce ambientali, di agire esclusivamente nell’ interesse dei cittadini che vi eleggono come loro rappresentanti. Valutate attentamente il discorso degrado suoli e siti preposti ad accogliere le discariche. Concludo la personale riflessione nella speranza di una risposta certa. E’ necessario che la Basilicata debba accogliere rifiuti di altre regioni? Non è servità la grandissima lezione che il popolo lucano ha dato in occasione della vicenda nuclerare? Perchè quanto si parla di depositi di discariche radioattive o di rifiuti speciali o urbani si seglie sempre la nostra regione come sito ideale regione come sito ideale?

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