Nel marzo 2005, il corpo forestale di Irsina (MT) ha rinvenuto in località Santa Maria d’ Irsi (località Agro d’ Irsina) la presenza di rifiuti speciali e pericolosi in due aree distinte e vicine ad alcuni capannoni per allevamento di pollami. I rifiuti trovati in alcune buche scavate nel sottosuolo, larghe circa 10 mq, consistevano in uova marce, materiale plastico, tubaturi di neon dismessi, bidoni in metallo, materiali ferrosi e rifiuti solidi urbani custoditi in apposite buste di plastica nere. Il corpo forestale ha sottoposto le aree a sequestro penale per ulteriori accertamenti.
Il corpo forestale dello Stato in collaborazione con la Procura di Matera sequestra il 12 marzo 2005 altre tre vaste discariche abusive contenenti rifiuti speciali e pericolosi situate nei territori di Marconia e Pisticci, rispettivamente in località “La Canala” e “Bosco Salice” a Marconia e “Madonna delle Grazie” a Pisticci. Il decisivo intervento della Forestale ha permesso di risolvere problemi noti e ignorati da diversi anni, la segnalazione era stata effettuata dall’ associazione N.I.M. insieme alle associazioni Mp3 e Allelammie di Pisticci nell’ambito di un vasto dossier-denuncia dei problemi ambientali del nostro territorio.
CONSIDERAZIONI:
Tra le normative nazionali pubblicate nel Codice di Difesa del Suolo e delle Risorde Idriche (Maggio 2002), il D.L. 11 maggio 1999, n°152- “Disposizioni sulla tutela delle acque dall’ inquinamento e recepimento della direttiva 91/271/CEE concernente il trattamento delle acque reflue e dalla direttiva 91/676/CEE relativa alla protezione delle acque dall’ inquinamento provocato da nitrati provenienti da fonti agricole”-evidenzia le possibili conseguenze civili e giuridiche di tali reati ambientali.
In base a tale decreto, sicuramente sono stati violati gli articoli 29, 30 e 34 dello stesso.
In particolare l’ art. 29 vieta lo scarico di rifiuti sul suolo e sugli strati più superficiali fatta eccezzione per i casi previsti dall’ art. 27 comma 4 del decreto.
L’ art. 30 vieta categoricamente gli scarichi nel sottosuolo e nelle acque sotterranee, anche in questo caso fatta eccezzione per le autorizzazzioni previste dal comma 1, 2, 3, 4, 5 di tale articolo.
Le sostanze ritrovate sono da considerare a tutti gli effetti pericolose in quanto non è stata accertata la loro tossicità, la persistenza, bioaccumulo nel sottosuolo, incidenza sulle falde.
La conseguenza di tali infrazioni è un danno ambientale e pericolo per la salute dei cittadini!
lL titolo 5 di tale decreto è molto chiaro a tal proposito: sanzioni penali.
L’ art 59 Capo 2 (Sanzioni penali), enuncia in modo semplice e sintetico che chiunque non osservi il divieto di scarico previsti dagli art. 29 e 30 è punito con l’ arresto fino a 3 anni.
In conclusione ci auguriamo maggiori controlli in tutte le aree più a rischio di discariche abusive e che vengano puniti severamente i trasgressori.
Quanto si pensa di migliorare la vivibilità della nostra terra non basta pensare esclusivamente ai gravi danni ambientali, causati dalle estrazioni del petrolio, dal turismo insostenibile” o dai pericoli delle “centrali termoelettriche”. Migliorare il territorio significa anche bloccare e denunciare le forme possibili di degrado come le discariche abusive create dai pochi irrispettosi dell’ ambiente. Anche queste se sottovalutate contribuiscono al degrado del nostro territorio.