La musica popolare del Sud Italia è tra le più ricche di tutto il bacino Mediterraneo, perché, anche se si basa su poche varietà di moduli fissi, ha poi decine e decine di varianti per ogni modulo e infinite sfumature nelle esecuzioni.
Le esigenze della memoria, la possibilità di favorire meglio l?abilità manuale di chi apprende ed infine la grande capacità di comunicazione, rendono la geometria della musica popolare un po? ossessiva ed ipnotica. Il suo linguaggio però è indelebile per chi assiste così come per chi suona. Perché parla all?uditorio coinvolgendolo, perché trasmette emozionalmente tutti i suoi contenuti ? anche storici: cioè trasporta -catapultandolo addosso all?ascoltatore ed all?esecuzione stessa – i contenuti di culture e società passate e,siccome lo fa in modo vivo, ecco allora che le fa rivivere.

La musica popolare è contenitore inconsapevole delle strutture delle società che ha attraversato, ma è anche consapevolissima di sé e del proprio potere di trascinare fuori dagli individui tutte le forze incontrollabili delle loro psicologie. Nella musica popolare sfumano infatti i confini tra chi suona e cosa viene eseguito, e persino i confini tra l?uomo e lo strumento. Spariscono i limiti tra privato -anzi addirittura intimo- e collettivo in una performance in cui davvero l?uomo ridiventa quell? animale – sociale – quale è.
Strumenti usati per suonare le musiche popolari sono : le tammorre e i tamburelli, i mandolini e le chitarre. Più tipicamente lucani i corni, le tricchetracche,le bottiglie ed altre percussioni di fortuna, le ciaramelle e gli zufoli, i flauti di canna e soprattutto le zampogne. E poi ancora surduline, cupacupa, nacchere, voci e poi fisarmoniche e a volte armoniche.

Le musiche della tradizione meridionale sono diverse per ritmo, ma anche per contenuto e per situazione dell?esecuzione, ci sono le tarantelle (famosissimi i ritmi della tarantella del Gargano, e quella calabrese), le tammurriate, le tarantolate , i canti a stesa, le ninne nanne, ,i canti alla carrettiera ed infine non mancano residui di lamentazioni funebri. I contenuti possono essere la serenata, l?insulto, l?esaltazione del vino o meglio dello stato di ebrezza, il lamento per la morte di un caro etc.etc?
La tammurriata è tipicamente napoletana e campana, si è diffusa in tutto il sud e prende il nome dallo spazioso tamburo con cui si esegue: la tammorra. Ha una natura molto allegra, e di solito viene utilizzata come base per le ?serenate? molto ritmate o per cantarci su motivi di protesta.

Il canto a stesa è più tipico (in origine),delle aree costiere – costiera amalfitana e coste calabresi- si diffonde in tutto il sud. La tarantolata è originaria della Puglia e anch?essa si diffonde in tutto il sud; è la regina della musica folk ed anche la forma più studiata dall?antropologia perché è un vero è proprio esempio di musica terapeutica; le ninne nanne sono più tipiche delle aree interne, cos? come i canti alla carrettiera, legati al duro mondo del lavoro.

Alle diverse varianti popolari si aggiungono le rielaborazioni che se ne fanno già dal 1500 nella musica ?colta?, così esistono versioni antiche e molto eleganti dei ritmi suddetti che vanno molto di moda alla corte di Napoli. La tarantella che è meno aggressiva della tammurriata si presta particolarmente a questo ?addolcimento?, e ce ne sono di delicatissime, ottenute con un forte rallentamento del tempo e con l?utilizzo di strumenti più colti. Nei loro stili sono riscontrabili tratti e strutture comuni, rielaborate poi a seconda delle aree e dei fattori di influenza. Ad esempio la tecnica del canto a stesa è una tecnica molto mediterranea, difficile stabilirmne l?origine o l?invenzione, sicuramente tipica della musica popolare araba e anche di quella colta antica e moderna, come per esempio la musica che raccoglieva i modi del canto dell? Andalusia spagnola. Ecco, una caratteristica è che questo modo di modulare la voce nella musica araba è comune ai modi popolari e a quelli più raffinati. Mentre nella musica italiana rimane solo nella musica popolare.

Abbiamo quindi tratti arabi, spagnoli dell?Andalusia, ma non mancano somiglianze (non ancora chiarite) con altre regioni geografiche, a volte anche molto lontane: ad esempio alcuni ritmi delle musiche popolari italiane ?in questo caso soprattutto quelle sarde (canti corali) si somigliano incredibilmente ai modi della Turchia occidentale.
Per la musica popolare calabrese e lucana non mancano tratti arbereschi e poi, di volta in volta, questi modi si sono mischiati con i gusti della corte di Napoli. Non sono mancati studi ed approcci che hanno rivisto di volta in volta le possibili origini e legami con la storia antica, a volte il tarantismo è stato anche legato ai culti dionisiaci della Magna Grecia. Insomma manca una sistematicità negli studi, tale da permettere una ?mappatura ?del fenomeno.Anche se sarebbe molto interessante e soprattutto potrebbe chiarire molti degli aspetti delle culture mediterranee ? della loro in fondo comune appartenenza. Il fenomeno tende però a farsi ancora più complesso, soprattutto perché all?antica mescolanza ? e questo è molto indicativo: tempi di contatto =commistione culturale- si aggiunge una moderna mescolanza che è nata dalla globalizzazione delle culture a dalla facilità di scambi ed interazioni: così il folk sta vivendo in questi anni una nuova giovinezza, inoltre si deve dire che c?è anche la possibilità tecnologica di documentare, conservare e fare circolare le esecuzioni, nonché di comunicare le attività degli esecutori. La commistione moderna si compone di diversi elementi, di cui uno più filologico.

Infatti a volte si ha una collaborazione artistica con esecutori di tutta l?area mediterranea ai fini della performance, l?arricchimento della varietà degli strumenti e dei modi. Al fine artistico e puramente estetico si aggiunge il fine inconsapevole di una dichiarazione di appartenenza ad una nuova cultura interconnessa (ed ?internetconnessa?).
Altre volte i modi della commistione sono più filologici: ad esempio alcuni gruppi cercano di portare a galla in un brano le strutture allogene di quel brano. Anche le tematiche di questa musica sono interconnesse e poi legate a varianti locali. Questo fattore del tema è importante, perché è forse quello che meglio testimonia la diversità dei luoghi di produzione e definisce gli areali di appartenenza di un dato elemento. Ad esempio il tema della fontana, del giardino e propriamente della fontana costruita in un giardino interno al riparo dagli sguardi indiscreti e ricco di alberi da frutta (tarantella del Gargano), è tipicamente arabo, anche perché questo tipo di cultura dell?abitazione e queste strutture architettoniche sono tipiche arabe ( califfati di Iraq, Tunisia, emirati di Al Andalus ,Sicilia, e Salerno). Così anche per i canti di amore.

Al contrario alcune tematiche legate alle mietiture ed ai mestieri (canti alla carrettiere) sembrano tipici di una economia cereagricola locale. Per il vino è tutta una lunga storia. Il topos del vino è molto antico in Italia meridionale, legato alla poesia greca antica ed alla produzione grecanica che perdura tutt?oggi ?nella Grecia salentina e nella Calabria- però è anche un tratto tipico, per quanto possa meravigliare visto che l?Islaam ne vieta l?uso, delle culture islamiche, per il verso della poesia pre-islamica e per quello del sufismo all?interno dell?Islam. Anche la fabbricazione degli strumenti riporta ad ambienti di artigiani in cui possono riconoscersi attività di scambio e scuole precise, che diffondono i loro strumenti a volte anche su territori lontani; in Basilicata molto famosa era la scuola di Viaggiano. Sono molti, infine, i musicisti di origine meridionale (e particolarmente viggianesi) che hanno suonato negli Stati Uniti dal primo dopoguerra in poi.

Da visitare nel Web:
www.pizzicata.it , portale del Salento
www.cupacupa.it, sito dedicato alla musica folk; è articolato in sezioni diverse ?musica irlandese, italiana, araba e cos? via?
www.carpinofolkfestival.com, che è il sito dedicato ad uno dei festival folk più importanti in Italia
www.luchicchirichi.it/strumenti.htm, che è il sito del Gruppo Folk Viggianese

L’immagine in alto è tratta dal sito dei Tarantola Rubra, gruppo molto affermato di musica popolare:
www.tarantularubra.it

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