Quasi a non sapere che la terra dei boschi, dei vini, dei sapori e dei ?saperi? che emigrano per mancanza di opportunità, subisce ancora una volta gli effetti di una mala gestione del territorio.
Gli ultimi ?eventi estremi? hanno evidenziato lacune che ci fanno riflettere se per davvero la Basilicata è una regione che detiene un sistema di Protezione Civile e Difesa del Suolo efficiente nel suo complesso. I dissesti lucani degli ultimi tempi, alimentano questa riflessione che mira a puntare il dito contro un modo di concepire la Protezione Civile come un soggetto privato a cui demandare pianificazione e gestione dell?emergenza. È il caso della vicenda della frazione di Bosco Piccolo (Potenza), che nonostante uno studio sulle frane risalente al 1982 e successivamente presentato dall?Università degli Studi di Basilicata, ha avuto quello che in gergo si definisce un ?disastro annunciato?. Questa affermazione non vuole drammatizzare l?evento in se, ma i modi e i tempi con cui si è verificato: bisognava attendere il giudizio della Commissione nazionale per la Previsione e Prevenzione dei Grandi Rischi (Dipartimento della Protezione Civile) per apprendere che in quella zona non si deve – oggi – più costruire? La domanda è lecita se si pensa che la Basilicata ha un territorio a rischio idrogeologico per circa l?80%.
Di conseguenza chi patisce la maggiore instabilità geomorfologica è la viabilità interna regionale, che a differenza delle cosiddette ?fondovalli? oramai congestionate da un traffico di ?tir lumaca?, vive una situazione di criticità assoluta. L?esempio più vicino che merita una dovuta attenzione è la famosa S.P. Venosa-Ginestra divenuta mulattiera ad honoris causa dell?area del Vulture-Melfese. Lungo l?arteria sono ben visibili i segni di una manutenzione stradale alquanto stupefacente che nel tempo ha solamente sortito ancor più danno a quella che è la principale via di comunicazione tra Venosa e la Melfi-Potenza. È moralmente sbagliato colpevolizzare l?operato di questo o quel politico di turno se non si analizza il problema sino in fondo: la strumentalizzazione propagandistica può avere effetti temporaneamente immediati, ma poi il tempo ci insegna che il problema permane. Chi percorre quel tracciato che reca a Venosa si potrà rendere conto che la natura delle frane è da imputare a una cattiva regimentazione delle acque meteoriche; causa principale del processo erosivo a cui la strada è perennemente soggetta ogni qual volta il verificarsi di un fenomeno meteorologico violento. Altro aspetto da non sottovalutare è la presenza di colture a seminativo che in periodo di aratura costituisce un elemento di vulnerabilità molto significativo: la piantumazione di specie arbustive darebbe un grosso contributo alla stabilità dei versanti evitando così fenomeni di origine franosa.
L?auspicio migliore da farsi in questi casi è una maggiore sinergia tra tutte le entità preposte ai piani di difesa del suolo e di protezione civile; responsabilizzare i proprietari terrieri nell?adottare la famigerata buona pratica agricola; attuare interventi di forestazione e di ingegneria naturalistica nelle aree a maggiore criticità affinché anche i tanti ?saperi lucani? possano dare il proprio contributo a una terra osannata da disastri sempre più frequenti per intensità e cosa ancora più grave palesemente annunciati.
Definizione di Disastro: effetto dannoso che interessa più persone e deriva da un evento di non comune gravità, idoneo a costituire pericolo per l?incolumità pubblica ma non danno o lesione di persone.