La Procura di Castrovillari ed i Carabinieri di Laino (CS) sono intervenuti oggi in mattinata a porre i sigilli a due ampie zone all’interno della Centrale del Mercure, al confine tra la Calabria e la Basilicata, nel territorio del Parco Nazionale del Pollino. E’ la seconda volta in poche settimane che vengono poste sotto sequestro dalla magistratura aree, questa voltà però all’interno del perimetro della centrale. L’intervento della magistratura era stato richiesto anche dal Comitato Ambiente e Salute del Pollino e dall’Associazione il Riccio e di recente, nel corso della seduta pubblica dal Consiglio Comunale di Rotonda, e dai sindaci della Valle del Mercure che con forza avevano richiesto lala sospensione dei lavori di costruzione e messa in esercizio della centrale del Mercure, le cui biomasse combustibili dovrebbero arrivare da paesi extracomunitari. Mancherebbe al progetto l’individuazione di un bacino di approvvigionamento del combustibile che, oltre a garantire la qualità dei materiali (che la legna non sia verniciata con sostanze tossiche, per esempio), determini anche un basso costo ambientale per la movimentazione e trasporto di questa materia prima. La vecchia centrale elettrica Enel del Mercure era stata disattivata nel 1997.I lavori per il nuovo impianto erano partiti lo scorso anno. Di recente i Verdi della Basilicata aveva recentemente denunciato la mancanza di coinvolgimento dei cittadini e delle amministrazioni per il progetto in fase di realizzazione della centrale. Con l ‘intervento della Magistratura di oggi potrebbe essere in forse l’attivazione della centrale.