Qual è il ruolo della nuova classe dirigente? Esiste ancora una classe dirigente? Che fine ha fatto la borghesia?
Per mesi abbiamo riflettuto e spesso anche dibattuto sulla condizione del lavoratore moderno, sui cambiamenti socio ? culturali della nostra realtà nazionale e di riflesso anche regionale.

Il diritto di proprietà si è andato frantumando. Capire a questo punto il perimetro di sopravvivenza di una nuova elite è come cercare un ago in un pagliaio.
In questi giorni è stata annunciata una notizia fresca, allegra che finalmente non parla solo di crisi del lavoro o di battaglie sindacali sventolate come le bandiere dei partiti che le rappresentano.
Il lavoro che viene dal ?Sé?, l?arte che diventa lavoro è l?unica speranza di salvezza per il singolo. Esemplari, da guinness dei primati sono le creazioni di un artigiano lucano che adesso vive a Bologna ma che vanta anni di gioventù a Cancellara.
La fantasia non ha limiti, in questo caso le virtù umane sono infinite.
La gloria e la fama sono giunte perché quest?uomo ha realizzato scarpe, scarpettine e scarpettone. Per gnomi, folletti, giganti e orchi non di questo mondo. Fino a quando una nota azienda ha deciso di commissionargli la realizzazione di una scarpa gigantesca, alta quasi due metri.
Meno favolistica è la storia dei lavoratori lucani. Quelli che Darwin, se fosse vivo, li metterebbe fra le specie in via d?estinzione.
Da mesi si spera che un progetto industriale finalizzato allo sviluppo e alla stabilizzazione dei livelli occupazionali possa sollevare un malessere sociale nominato disoccupazione.
Il segretario regionale della Basilicata dell?Udc, Corrado Danzi ha esposto queste preoccupazioni di recente: ”mancano il progetto, non l?energia elettrica e ne’ i finanziamenti ma un progetto che deve maturare nelle sedi istituzionali che abbiano l?autorevolezza tale da garantire continuità d?azione e che siano in grado di assumersi in proprio anche la responsabilità del fallimento delle loro azioni. L’ ente consortile va responsabilizzato nel suo ruolo di catalizzatore dello sviluppo, come le istituzioni nel ruolo di vigilanza e garanzia con un?azione che coinvolga le categorie sociali e imprenditoriali. Mettere in atto una programmazione negoziata con i soggetti giusti al posto giusto – ha concluso – segnerebbe un cambiamento di rotta”.

Salti pitagorici e voli pindarici?
Sicuramente questa sarà la vostra riflessione. E? bene non perdere di vista nulla, capire il contesto in cui ogni giorno seminiamo le nostre fatiche mentre le certezze non esistono ma appaiono più astratte di un quadro futurista.
Il lucano, non solo l?amaro, attende risposte da quelli che vantano il progresso tecnologico e che potrebbe essere l?unica reale alternativa al tradizionale settore industriale.
Strano come una regione ad alto rischio sismico ancora non subisca gli effetti del terremoto mediatico che sta sconvolgendo i contenuti e la diffusione dell?informazione in tutto il mondo! Che fine hanno fatto gli accordi del 28 dicembre e quel protocollo d?intesa tra Regione Basilicata e Sviluppo Italia? Sembrava un passo importante per lo sviluppo della banda larga, un segnale di rilancio del Sud che potrebbe offrire occasioni di crescita all’imprenditoria locale che, in un mercato altamente competitivo, ha bisogno di strumenti tecnologici innovativi per ottimizzare l’efficienza. Più tecnologia per il Meridione significa più competitività, più risorse economiche e minore disoccupazione? Sembra quasi una frase del Silvio. Non avrò mica esagerato??

0 Comments

Leave a reply

©2024 Associazione Promozione Sociale Lucanianet.it - Discesa San Gerardo 23/25 85100 Potenza CF 96037550769 info@lucanianet.it