Gli studenti, partendo dall?analisi del Ddl Moratti, hanno affrontato in maniera critica lo stato attuale dell?università italiana discutendo la 509/99 e le sue future modifiche.
Il nuovo ordinamento, cosi come si presenta, rischia di offrire a noi studenti un ?prodotto?basato non sulla qualità dei saperi, ma sulla quantità dei crediti: i tagli dei finanziamenti portano ad un ulteriore dequalificazione dei piccoli atenei, della ricerca e della didattica. A ciò,
si aggiunge la già citata modifica della 509/99, la cosiddetta Y, che porta ad una rimodifica dello stato giuridico della laurea di primo livello e introduce le lauree specialistiche di base e d?eccellenza. Perché modificare
un nuovo ordinamento senza aver avuto il tempo di verificarne la qualità?

Con l?autonomia universitaria, ogni ateneo ha deciso di comporre i vari piani di studio (con un vincolo del 40% sulle materie da inserire nel piano stesso) inserendo più o meno meritocraticamente e qualitativamente diversi esami a crediti che , per l?autonomia stessa, variano da Ateneo ad Ateneo. Ma questo cosa comporta???

Decidere di intraprendere un corso di primo livello in una qualsiasi università e decidere di proseguire con una laurea specialistica, dello stesso indirizzo di laurea, in un altro ateneo, comporta un numero di ?Debito formativo? che si tramuta in ulteriori perdite di tempo da parte degli studenti stessi. Oggi l?ateneo Lucano si trova in una posizione critica dal punto di vista finanziario che porterà a dei sacrifici che andranno a discapito della qualità della ricerca, qualità dei servizi offerti agli studenti e probabilmente alla chiusura d?alcuni corsi di laurea e alla non attivazione di corsi di laurea specialistica; decisioni che decreteranno la morte di
quest?ateneo, poiché i finanziamenti che arrivano al nostro Ateneo, ma più in generale in tutti gli atenei,sono divisi:
Per 1/3 in base agli iscritti in corso escluse le matricole:
E? palese l?aumento degli studenti che vanno fuori corso perché costretti a rincorrere un numero d?esami elevato con un evidente abbassamento della qualità che individualmente ogni studente riesce a percepire;

Per 1/3 in base alla qualità dei servizi legata hai requisiti minimi: E su questo punto ce ne sarebbe da parlare, come ad esempio il servizio bibliotecario, il materiale bibliografico, il CISIT, gli spazi per studenti e associazioni, le limitazioni d?accesso nelle ore pre-serali e serali
all?interno delle strutture, la mancanza del servizio mensa anche nelle ore serali ecc; E per 1/3 legata alla qualità della ricerca: Provate a parlare con qualche Ricercatore!!!!

Credo che la cultura, la formazione e la costruzione di coscienze critiche non possano essere tramutate in un puro concetto azziendalistico basato su spese e ricavi, la ?Conoscenza è un Bene Comune?.

Il Rappresentante degli studenti nel Consiglio Di Amministrazione
Antonio Candela


Nella seduta della Camera del 21 Febbraio u.s il Ministro Moratti, confermando le dichiarazioni rese dal relatore On. Pepe, annunciava (senza peraltro presentarlo) un nuovo testo del Governo che avrebbe tenuto conto, almeno in parte, delle proteste di tutta la Comunità Universitaria italiana.

In particolare si annunciava lo stralcio dal DDL ed il passaggio al Disegno di Legge ordinario per la parte del DDL relativa alla definizione dello stato giuridico dei docenti e ricercatori, il mantenimento della distinzione tra tempo pieno e tempo definito, l’eliminazione degli elementi di
precarizzazione del rapporto di lavoro al momento degli avanzamenti di carriera, il mantenimento del ruolo dei ricercatori. Ben diverso e, se possibile, peggiore del precedente, risulta invece il testo del maxi-emendamento, proposto il 23 Febbraio u.s. in sede di VII Commissione dal Governo che, nella sostanza, non tiene conto di nessuna delle richieste avanzate dalla Comunità Universitaria
Italiana. Altrettanto grave la decisione di proseguire l’8 marzo in Aula la discussione senza ulteriori approfondimenti in Commissione Cultura.

Attraverso un comunicato della sua Presidenza il CNU (Consiglio Nazionale Universitario) dichiara oggi:". Fino ad ora non sono state prese in considerazioni le proposte formulate congiuntamente da Associazioni e Sindacati rappresentativi della docenza universitaria né le indicazioni che sono venute da tutta la comunità accademica nazionale che si è espressa contro il DDL in modo diretto senza bisogno di farsi interpretare attraverso le mediazioni ed i cosiddetti tavoli tecnici della Conferenza dei Rettori, come bene afferma una voce autorevole e finora inascoltata come quella del Rettore Di Iorio. Così facendo si compromette definitivamente la qualità della formazione universitaria mettendo in crisi l’intero sistema e avvilendo coloro che ne fanno parte. Il nostro Paese, che già attraversa tempi difficili per carenza d’innovazione e perdita di competitività, non ne trarrà giovamento. Studenti e famiglie si stanno rendendo conto del disastro incombente." Anche la CRUI (Conferenza dei Rettori delle Università Italiane) che il Ministro aveva sin qui eletta come unico interlocutore
(forzandone il ruolo di rappresentanza mai riconosciutogli dalla Comunità Universitaria), esprime finalmente "la più netta contrarietà per il modo convulso e confuso con il quale sta procedendo l’iter parlamentare del provvedimento legislativo sullo stato giuridico dei docenti universitari, .una situazione che, se non verrà prontamente corretta,
renderà inevitabile l’interruzione di ogni confronto di merito con il Governo".

Negativo è anche il giudizio delle Associazioni e delle Organizzazioni sindacali della docenza universitaria che hanno indetto uno sciopero della docenza per il 2 marzo p.v. Dando seguito a quanto emerso nell’Assemblea di Ateneo tenutasi il 24 febbraio, il Coordinamento di Ateneo dell’Università della Basilicata, riunitosi il 25 febbraio, nel riconoscere come ingannevoli quei segnali di ravvedimento annunciati solo lunedì 21 alla Camera dal Ministro:

– conferma il giudizio assolutamente negativo sullo strumento legislativo e sui contenuti del DDL Moratti,

– esprime profonda preoccupazione per le conseguenze che l’eventuale approvazione (già possibile l’8 marzo p.v.) del DDL avrebbe sul sistema pubblico della ricerca e formazione universitaria italiana ed in particolare sulla già difficile situazione del nostro Ateneo,

– invita tutta la comunità universitaria, le istituzioni politiche e sociali, la società civile di Basilicata a sostenere le iniziative di mobilitazione previste per le prossime settimane e i nostri parlamentari a vigilare affinché venga sospeso nei suoi effetti e restituito al dibattito parlamentare, al dialogo con la comunità accademica e con le parti sociali, il progetto di riforma contenuto nel DDL Moratti.

Per il coordinamento di Ateneo

Valerio Tramutoli
Ricercatore dell’Università degli Studi di Basilicata
Cell: 3293178385
tramutoli@unibas.it

Paolo Fanti
Ricercatore dell’Università degli Studi di Basilicata
Cell: 3496735260
fanti@unibas.it

Maria Fara Favia
Docente dell’Università della Basilicata
Cell: 323606234
favia@unibas.it

Ulteriore documentazione con gli aggiornamenti in tempo reale sulla protesta in corso presso l’UNIBAS sono disponibili sul sito WEB del Coordinamento di Ateneo www.noddlmoratti.altervista.org e su
www.cgilscuolabasilicata.it/unibas/

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