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La logica dello struzzo…

Sulla vicenda della centrale del Mercure stanno venendo fuori delle posizioni che suscitano non poche perplessità. L?ultimo intervento (congiunto) di Margherita e DS di Rotonda ci dice che gran parte del Centrosinistra non solo è possibilista sull?ipotesi di centrale a biomasse da 40 MWatt, ma addirittura ne è convinto sostenitore.

In verità le deboli motivazioni addotte lasciano intuire tutte le contraddizioni del caso e le difficoltà legate alla coerenza con posizioni già assunte in merito (dall?On. Pittella per esempio) e che guardano comunque all?avvio dell?esercizio della centrale.
A noi sembra purtroppo che si voglia mettere la testa sotto la sabbia come lo struzzo per non vedere cosa sta succedendo intorno.
Premettendo che una cosa è non vedere altra è rinunciare a vedere, è il caso di chiarire che, se le Istituzioni lucane e quindi le rispettive popolazioni hanno da incidere in qualche misura su una scelta che a noi sembra insostenibile da molti punti di vista, lo possono ragionevolmente fare prima che la centrale entri in esercizio. Dopo, purtroppo, sarebbe come chiudere la stalla quando i buoi sono già scappati. Anche questa è una modalità per affrontare le questioni politiche, ma poi bisogna assumersene tutte le responsabilità.
Il fatto che le comunità lucane non siano state coinvolte in questa decisione costituisce già di per sé un vulnus che avrebbe dovuto impegnare tutti a comprendere le ragioni di una scelta che, nonostante le forti ricadute (per questo stiamo qui a parlarne !!!), non abbia indotto nessuno a chiedere conto e a rivendicare una propria competenza territoriale: come è noto l?ambiente fisico non solo non ha confini, ma alcune scelte paventate in territorio calabrese, come la richiesta di esclusione dal Parco del Pollino delle aree interessate dal progetto del Comune di Laino, avrebbero dovuto almeno generare qualche allarme.

I dati forniti (e che sono ormai di dominio pubblico) non garantiscono neanche quegli stracci di posti di lavoro che vengono ogni volta sbandierati come l?elemento di compatibilità principale rispetto a qualunque nefandezza si debba perpetrare a danno del territorio. Come dire: non solo vi facciamo lavorare poi avete anche la pretesa di volere la salubrità dei luoghi?
Se i dati su cui si discute sono quelli noti, non si può che pensare al terzo fallimento dopo quello della lignite e dell?olio pesante. È, infatti, assurdo pensare di reperire tutte le biomasse necessarie in raggi ragionevoli di territorio. Chi lo dice lo fa seguendo la logica dell?oste che non può che vantare il suo vino, ma chi ci crede dimostra di essere irragionevole o di non voler comprendere che delle due l?una: o da bruciare ci sarà altro o i criteri di economicità dell?impresa saranno a forte rischio. Ma si ha idea di che cosa significa reperire tutta la biomassa di cui si avrà bisogno? Non basterebbe l?intero Pollino per avere la disponibilità di quel 20% di cui si parla.
E la questione della viabilità come si pensa di risolverla se non con una congestione senza precedenti. Il ricordo delle autobotti di qualche anno fa non può aver lasciato le nostre menti. A meno che il futuribile collegamento, in territorio calabrese, con l?autostrada non sia un tassello del medesimo disegno. La qual cosa la direbbe ancora più lunga sulle prospettive di utilizzo del ?grande caminetto? che invece la centrale dovrebbe essere.

Non si può richiamare il concetto di fonte rinnovabile con le proporzioni con cui ci confrontiamo se l?impatto equivalente è quello di sette o otto centrali sostenibili dal territorio. E poi, a proposito di impatto, non esiste l?attivazione di una procedura di VIA su un?opera del genere perché la legge non la richiede: chissà se una Conferenza di Servizio di tutte le Amministrazioni interessate non avrebbero potuto osare tanto!!!
E poi forse è giunto il momento di decidere cosa l?Area Sud della Basilicata dovrà fare da grande. Le tanto richiamate vocazioni turistiche e naturalistiche come si pensa di interpretarle? Derogando sistematicamente ad ogni occasione? In tal modo si disorienta il cittadino, l?imprenditore non coglie i veri obiettivi dello sviluppo e i territori si impoveriscono sempre di più.
Che idea si ha dunque dello sviluppo sostenibile? Per alcuni evidentemente è solo una parola di tendenza; per noi Verdi rappresenta l?unica vera strada da percorrere per guardare al futuro con una certa fiducia.
Chi pensa di farsi fuori la gallina oggi non aspetti l?uovo di domani perché troverà, forse, solo uova di ?struzzo!!!

Per la Federazione Provinciale dei Verdi di Potente
F.to il Presidente Provinciale
Mauro Di Lonardo