Gli antichi canti popolari che hanno accompagnato la semina, il raccolto, l?arrivo della Luna Nuova e le feste dei nostri Santi protettori e patroni sono una fonte di inestimabile valore che ci permettono di ritrovare le nostre radici e la nostra stessa identità popolare. Suoni del passato, nati soprattutto dalla tradizione contadina del sud Italia, ci fanno rivivere emozioni di tempi e luoghi che non esistono più e che oggi vengono, purtroppo, troppo spesso dimenticati o addirittura screditati.
Non solo in Italia, ma in molti luoghi del mondo, le tradizioni orali di un popolo, i riti magico ? religiosi o le formule curative, sono stati tramandati automaticamente di madre in figlia e, il più delle volte, sono stati trasformati in canti. In questa forma era più facile condividere le credenze popolari e, sicuramente, era più facile ricordarle da tutta la comunità contadina, spesso quasi del tutto analfabeta. Sotto questo punto di vista, quindi, sono proprio le donne le principali fautrici della trasmissione delle tradizioni e delle radici del proprio popolo nel tempo. Quest’idea, del resto, viene confermata anche nella relazione dell?UNESCO del 1995, in cui si pone in evidenza come il genere femminile sia ?vettore ed elemento significante della propria cultura identitaria?.

E? per affermare questa verità condivisa che la “Fondazione Adkins Chiti: Donne in musica”, in collaborazione con il Teatro Palladium, gestito dall’Università Roma Tre della nostra Capitale, ha organizzato ?Contro Canto, musica senza frontiere?, cinque appuntamenti per far scoprire o riscoprire musiche, danze, strumenti ed interpreti ?al femminile? provenienti da diversi paesi e da diverse epoche. <> E? con queste parole che la Presidente dell?Associazione, Patricia Adkins Chiti, ha voluto presentare e comunicare il senso dell?iniziativa. <>.
Il primo di questi appuntamenti, ?Tarantata: la danza dell?Antico Ragno e Riti di preghiera?, si è tenuto il 20 febbraio e vuole celebrare il potere curativo del ritmo e della danza nell?Italia Meridionale del passato. Tra i vari canti popolari tradizionali, tra cui la celebre Tammorriata campana, la Pizzica Tarantata pugliese e danze siciliane in onore della Madonna Nera, è stato presentato anche ?Fronni d?alia?, canto tipico delle raccoglitrici d?olive lucane.
I brani sono stati interpretati dal percussionista napoletano Giovanni Imparato, da Gilson Silveira e da Alessandra Belloni, una delle poche musiciste al mondo specializzate nell?uso dei diversi tipi di tamburi a cornice che, insieme alla sua performance di danza, riportano alla loro antica origine gli strumenti femminili usati nei riti delle dee della Luna e della Madre Terra.

I veri protagonisti del concerto, però, sono stati gli strumenti musicali. Antichi strumenti tradizionali provenienti da tutto il mondo, come ad esempio bodhran, tamburelli, pandeiro, nacchere, hi-hat, calabash, cacchichi, berimbao e timbale che hanno permesso alla platea di ascoltare non un semplice concerto “commemorativo” ma i brani nel loro suono originario, riuscendo in questo modo a ricreare un?atmosfera che ormai vive solo nei ricordi dei nostri nonni.

0 Comments

Leave a reply

©2024 Associazione Promozione Sociale Lucanianet.it - Discesa San Gerardo 23/25 85100 Potenza CF 96037550769 info@lucanianet.it