La caduta dell’Impero Romano
Dopo la divisione in Regiones operata da Augusto (I sec. d.C.) una nuova significativa riforma amministrativa interessa l’Italia sotto Adriano (117 d.C.-138 d.C.), che la divide in quattro circoscrizioni giudiziarie affidate ad un Consularisvaddetto all’amministrazione finanziaria e giuridica. Marco Aurelio crea a sua volta la figura di Iuridicus. La prima figura di Iuridicus attestata per l’Italia è anche quella dell’amministratore di Lucania e Bruzii: Q.Erennio Silvio Massimo.
Diocleziano (284 d.C.-305d.C.), ideatore della Tetrarchia (ovvero il governo a quattro dell’Impero Romano: due Augusti e due Cesari) crea la nuova figura amministrativa del Correttore. Nel III sec.d.C. in Basilicata il latifondismo si rafforza, diventando uno dei fattori decisivi nella generale trasformazione economica della regione. Il fenomeno del sinecismo interessa vaste zone della Lucania a favore delle campagne e dei centri abitati come Venosa, Lavello, Potenza, Grumento: ovvero la popolazione si concentra sempre di più. Questi centri sono comunque di modeste dimensioni. Nel 305 d.C. Diocleziano abdica, secondo una specifica politica di successione al regno, e come lui è costretto a fare anche l’altro Augusto, Massimiano Herculeo, che si trasferisce nella sua villa di Grumento. Massimiano fa costruire in Basilicata una serie di strade secondarie che completano il piano viario della regione e collegano tra di loro le principali arterie: fa costruire infatti la Herculea che collega la via Appia e la via Popilia attraverso Potenza, Anzi, Grumento e Nerulum; un altro tratto unisce sempre la Appia con la via Appia Traiana – che andava da Taranto a Reggio – passando per Oppido, Cirigliano ed Eraclea. Nell’Impero inizia un periodo di lotte feroci per il potere. L’Italia che aveva goduto durante l’Impero di quella
Pax Augustea su cui il primo Imperatore aveva fondato l’ideologia della propria propaganda politica, ritorna ora ad essere scenario di guerra.
Anzi, si trasforma in un vero e proprio campo di battaglia permanente. Questo vale anche, anzi soprattutto, per i territori lucani, perchè uniscono alla loro debolezza economica una sfortunata posizione strategica. Dopo la morte di Teodosio, successore al trono di Costantino, l’impero romano viene diviso tra Oriente, con capitale a Costantinopoli, ed Occidente, con capitale a Ravenna, dove stanziava la potente flotta imperiale. Costantino aveva ufficializzato il culto cristiano e riconosciuto il suo ruolo politico, ma era stato Teodosio, con un editto del 380 d.C., a rendere il Cristianesimo l’unica religione ufficiale dell’Impero. E’l’inizio della fine. L’impero d’occidente perde la sua stabilità politica e persino l’identità culturale dei gruppi che lo costituiscono si va sciogliendo. E’ guerra per la successione al regno ed è guerra tra le ultime famiglie pagane e le grandi famiglie cristiane. Con il crollo dei confini ed i grandi mutamenti politici all’interno delle comunità barbariche d’oltralpe che calano in Italia,la Basilicata, come tutte le zone rurali dell’Italia, piomba nella miseria. I Visigoti di Alarico devastano Roma nel 410 d.C.: è la prima volta dopo 800 anni! Giungono fino a Reggio mettendo a ferro e a fuoco le campagne italiane.
L’asse insediamnetale della Basilicata si sposta in questo periodo dall’Alta Val d’Agri e il Sinni verso il Vulture-Melfese; la costa ionica si spopola: diventerà una zona malarica! Acerenza diventa invece un punto nodale per le operazioni militari. E’ il 476 d.C., quando Odoacre, capo degli Eruli, depone l’ultimo imperatore romano, Romolo Augustolo: Roma ha vissuto per più di mille anni!
Per approfondire:
T. Pedio, "La Basilicata dalla caduta dell’Impero Romano agli Angioini". Bari, Levante 1987