La Valbasento soffre da tempo di problemi occupazionali gravi. Il rilancio economico della zona, fondamentale per dare slancio all?intera regione, per il momento non parte, e lascia la Basilicata nelle ultime posizioni della classifica dell?occupazione nazionale. Certo, il rilancio dell?economia dovrebbe avvenire prima a livello nazionale, ma la Basilicata non può aspettare che il Pil e l?occupazione italiana tornino stabilmente a crescere per riprendersi da una situazione instabile e grave.

Mentre molte regioni italiane segnano, fra l?altro, un positivo aumento del comparto artigianale, da tempo in crisi in tutta Italia, la Basilicata continua a restare, insieme alla Sicilia, tristemente in rosso. E non consola, naturalmente, il fatto di condividere questo triste primato con un?altra regione da sempre in ritardo strutturale nei confronti del treno del Nord. E a risolvere la situazioni non sembrano bastare i preziosi contributi della Comunità Europea (l?Obiettivo Uno, progetto di finanziamento per il rilancio delle regioni europee economicamente depresse, che interessa la nostra regione).

La situazione della Val Basento, come dicevamo, continua a restare grave. Giorno 15 febbraio, alcune decine di lavoratori della Pnt e di altre aziende della zona industriale in crisi hanno bloccato la strada Matera?Ferrandina. Il blocco, attuato all?altezza dello svincolo per Matera, ha provocato diversi disagi. Ma, soprattutto, si è tenuto in concomitanza con una riunione in svolgimento a Roma, relativa al contratto di programma della Nuova Valsud, che prevede quattro investimenti in Val Basento.

La Nuova Valsud sta per aprire quattro stabilimenti in Basilicata. L?accordo con la Regione risale al 25 novembre 2004. In quell?occasione la Regione diede il via libera per delocalizzazioni produttive di aziende del Nord nell?area industriali in Valbasento, in provincia di Matera. Il progetto presentato dalla Nuova Valsud interessa l?area industriale della zona di Pisticci e consiste nella fornitura di servizi reali alle imprese consorziate e nella produzione di materiali plastici.

Il programma di investimenti del Consorzio prevede la creazione di 282 posti di lavoro, tra i quali 187 ricoperti dai lavoratori provenienti dalle liste di mobilità delle aziende in crisi del polo chimico della Valbasento. L?investimento complessivo del contratto di programma è pari a circa 81 milioni di euro. Il finanziamento pubblico copre fino al 50 per cento dell?investimento riconosciuto ammissibile, si tratta di fondi Cipe con una quota del 10 per cento a carico della Regione.

Giorno 15 febbraio, quindi lo stesso giorno delle proteste dei lavoratori di alcume aziende in crisi, la Regione Basilicata si e’ dichiarata favorevole al contratto di programma industriale ‘Nuova Valsud’ Nord per il rilancio dell’area industriale della Valbasento. La Regione ha ribadito, nel corso della riunione al Ministero delle attivita’ produttive che indichera’ formalmente al governo che considera ”prioritario” l’intervento del Consorzio Nuova Valsud, in modo tale da favorire le decisioni attese da parte del Cipe, che si appresta a finanziare il relativo contratto di programma.

Ci sono quindi aluni segnali positvi. Il recupero di attività produttive della Valbasento rappresenta una buona opportunità per il recupero dell?economia della zona. Tuttavia, i problemi restano, e grandi. Bisogna infatti chiedersi se questo programma potrà servire a dare lavoro a tutti coloro che lo stanno perdendo causa della crisi: bisogna capire se questo basta alla Val Basento. O se il problema non sia più ampio e riguardi la sfera della competitività, che pesa come una spada di Damocle sull?incerto futuro economico di tutta la Basilicata.

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