L ‘onomastica, lo studio dei nomi diffusi in un
territorio specifico o in una cultura, è una
disciplina che si è sviluppata in seno alla filologia
ed alla linguistica.
E’ anche un territorio dove muovono i loro strumenti
critici storici ed etnologi, anche se il fenomeno
onomastico non permette sempre un approccio
razionalistico.
Ci sono infatti diversi fattori individuabili nei
nomi, nei cognomi, nei nomi delle località (a loro
volta studiati dalla toponomastica), che possono
effettivamente rivelare gli aspetti portanti di una
cultura: quali gruppi linguistici hanno occupato
un’area geografica, se si sono mescolati tra loro o
hanno mantenuto una certa eterogeneità, quali sono i
modelli economici e le tecnologie proprie a questa
cultura e così via.
Non solo le culture antiche, ma persino realtà
contemporanee studiate da etnologi hanno riportato
alla luce la natura allogena di alcuni elementi
culturali. Immaginiamo per esempio una lingua che
prende in prestito o si serve di un’altra per
descrivere gli oggetti relativi ad una attività, come
le armi e la tecnologia di guerra: in questo caso
avremmo che la guerra è l’attività economica
caratteristica della cultura che presta il suo
vocabolario e meno caratteristica di quella che prende
in prestito.
Ci sono però anche molti aspetti che non è possibile
analizzare, perchè legati al caso.
Ad esempio l’attribuzione di un cognome in età
medievale può indicare un “mestiere”; ma
effettivamente non possiamo dire se l’uso del termine
è legato solo a chi svolge quel mestiere o si diffonde
come termine comune e soprannome generale. Così un
cognome arabo ad alta frequenza in una zona senz’altro
dice che quella zona aveva presenze o influenze arabe
(sarà tutto il contesto documentario a specificare
quale delle due cose), ma non può certo dire che una
famiglia è di antiche origini arabe solo perchè porta
quel nome.
Il nome della famiglia infatti nasce come soprannome,
ed è in origine arbitrario nè più nè meno che un nome
comune di oggi.
Inoltre la burocrazia anagrafica relativa allo stato
di famiglia è un’invenzione moderna.
Prendiamo il caso della Basilicata.
Qui è possibile analizzare la presenza di cognomi di
origine e derivazione: latina medievale, greca,
longobarda, albanese, gallica, araba, spagnola.
A volte i cognomi rimandano all’uso che nelle lingue
locali è rimasto di un cognome effettivamente legato a
comunità presenti in maniera significativa nel
territorio, come il caso dei Galli – su cui ho scritto
un altro articolo in Lucanianet- , e degli albanesi
che sono immigrati in Basilicata.
Altre volte la presenza è amministrativa, relativa ad
un controllo sul territorio e a immigrazioni più
piccole, come per i greci – anche di questo ho già
trattato in Lucanianet- e gli Spagnoli.
Alcuni cognomi lucani sono chiaramente nati da NOMI DI
PERSONA: Biagio, Di Ciommo, Lisi, Loisi, Rienzo etc…
Ci sono poi cognomi di ORIGINE ARABA: Cafaro, Corabi,
Macaluso, Mainone, Morabito, Mulè, Solimando,
Solimena, Varacalli, Vadalà, Zafarone etc…
Ad esempio Cafaro è una parola presente anche in
siciliano, dove significa “tarlato”,”vuoto dentro” e
probabilmente deriva dall’arabo kaafir, che vuol dire
“infedele”; Solimando, Solimena non sono altro che
Sulaymaan ovvero Salomone. Vadalù e i cognomi simili
vengono dall’arabo abdullah, che significa “servo di
Dio”. In arabo zahra è in “fiore d’arancio”, da cui
Zafarone e i cognomi simili. Macaluso invece viene
dalla parola araba mahluus, che indicava lo schiavo
liberato.
Altri cognomi sono di SOSTRATO GRECO: così Anicato è
Anìketos, “invincibile”.
Cacace e Cirillo che sono nomi greci; Calò è
kalos,”buono”; Catapano da katà epano, “di sopra”,
era un nome bizantino dato ad un amministratore
militare; Cefalo da képhalos, pesce cefalo; Dattilo
daktulos, “dito”; , Pedìo, da paidion e nel neogreco
paidì, “bambino” e così via…
E ancora:
COGNOMI FRANCESI (di origine normanna): Altieri da
autier, orgoglioso; Armignacco da Armagnac, una
regione di Francia; Arciere da archier; Gugliotta che
è attestato come cognome in Francia e Normandia;
Guarino, Guarnieri, Viscardi etc…
COGNOMI GERMANICI (per tramite normanno o longobardo):
Acciardi, Ardovino, Arnone, Baroni,
Berardi,Francomano, Lanfranchi, Russomanno, Tallarico,
etc…
ORIGINE CATALANA O SPAGNOLA: Ammirante, Baratta,
Chico, Guaragna, Ragone, Vasta, Zavaglia etc…
ORIGINE ALBANESE: Musacchio, Musciacchio, Scuotri,
Smilari, Trupo, etc..
ORIGINE GALLOITALICA: Balasco, Saluzzi, Tomasco,
Varallo, Cerone, Posca, etc…
Questo per quanto riguarda l’origine.
Per il significato i nomi lucani traggono origine da
soprannomi che indicavano difetti o pregi fisici o
morali e che si sono poi trasformati in nome; da
mestieri, da statuti sociali , da titoli, dalla
tradizione religiosa, da nomi di paesi o aree
geografiche di provenienza, da nomi di animali ed
erbe.
Effettivamente la Basilicata, come l’Italia in genere,
sembra non essere molto conservativa dal punto di
vista linguistico.
Tracciando l’onomastica lucana si vedono bene insomma
i contatti e le mescolanze quando non etniche almeno
linguistiche tra gruppi diversi.
Anzi, a ben pensarci, la Basilicata è più conservativa
in epoca moderna che non in epoca antica: segno questo
di una chiusura economica e culturale avvenuta
nell’ultimo secolo.
Poi, più in generale, ricordiamoci che lo Stato è un’
invenzione moderna così come le frontiere.
Non per essere troppo zen, ma il mondo antico –
diversamente da quello industrializzato- è un mondo di
cambiamenti.
Per approfondire e per scoprire i significati dei
cognomi:
Gerhard Rohlfs, “Dizionario storico dei cognomi in
Lucania”,Longo ed.,Ravenna 1985